35 stranieri extracomunitari percepivano indebitamente il sussidio di disoccupazione, tutti denunciati
I FATTI
La Squadra Mobile e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Udine, con il coinvolgimento dell’Ufficio INPS di Udine, hanno dato seguito a nuovi accertamenti finalizzati ad identificare i soggetti che, nel passato, hanno percepito indebitamente il sussidio di disoccupazione ASPI/NASPI, erogato dall’Ente Previdenziale.
Nel giugno del 2018, si era conclusa la prima fase dell’indagine, attività investigativa che aveva permesso di deferire alla Procura di Udine 30 stranieri extracomunitari, di 12 nazionalità diverse.
Nella circostanza il danno erariale era stato quantificato in poco meno di 195.000 Euro.
La fase investigativa, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, è proseguita ed ha permesso di accertare altri nuovi 35 stranieri, tutti extracomunitari, che hanno percepito illecitamente il sussidio di disoccupazione.
Gli indagati sono di 18 nazionalità ed il danno economico per l’INPS è di circa 198.000 Euro.
Nel caso di un 39 enne ucraino, si è accertato che ha indebitamente ottenuto, per il periodo 2013/2017, 15.300 Euro di sussidio di disoccupazione.
Anche in questi casi, si è provveduto ad appurare, analizzando le istanze di rinnovo dei titoli di soggiorno di alcuni stranieri sedenti in questa provincia, che, negli ultimi anni, avevano usufruito di prestazioni al sostegno da parte dell’Ente Previdenziale nazionale, facendo, tuttavia, ritorno nella nazione di origine, durante il periodo di beneficio dello stesso.
L’indennità in parola è una prestazione economica che l’INPS fornisce ai lavoratori che rimangono senza occupazione, a seguito dell’interruzione del rapporto di lavoro con la ditta con cui erano impiegati; fra le prescrizioni del regolamento INPS, attinente all’erogazione della prestazione in parola, vi è quello della territorialità, ovvero la persona che usufruisce dell’indennità, se lascia il Territorio Nazionale, per qualsiasi ragione, deve comunicarlo all’Ente previdenziale, pena la decadenza di quanto ottenuto.
L’Ente previdenziale, sulla scorta di quanto segnalato dalla Questura di Udine, ha già provveduto a disconoscere le prestazioni somministrate agli indagati ed a notificare agli interessati il relativo indebito, dando seguito alle azioni finalizzate al recupero del credito.
Sono in corso verifiche su altre posizioni attinenti alla stessa fenomenologia.