Premio Hemingway 2019: nel countdown della 35^ edizione esce per Adelphi “Vite che non sono la mia” di Emmanuel Carrère, vincitore letteratura
È il libro più empatico, e più temerario, di Emmanuel Carrère: quello in cui l’autore sceglie di mettersi da parte e dare voce al dolore degli altri. «È un libro sulla vita e sulla morte, sulla povertà e sulla giustizia, sulla malattia e soprattutto sull’amore. È un libro in cui tutto è vero», ha spiegato lo stesso autore. Vite che non sono la mia torna nelle librerie italiane dal 13 giugno a cura di Adelphi nella nuova traduzione di Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio proprio in occasione della 35^ edizione del Premio Hemingway, che assegna all’autore francese il riconoscimento per la sezione Letteratura: “Per lo stile incisivo e inconfondibile, perché (Carrère) ha saputo trasporre il dato biografico e autobiografico, raccontato spesso nella sua nudità, pietra di scandalo intorno a cui ruotano le contraddizioni delle nostre società. Perché nelle sapienti mani di Carrère la vita stessa, ordinaria o spericolata, si trasforma quasi senza scarto in letteratura”. Come accade, appunto, nel toccante “Vite che non sono la mia”, un’opera che si fa carico di altre esistenze, nel corpo a corpo con quell’informe che è la vita. Apparso in Francia nel 2009, Vite che non sono la mia ha dominato per mesi le classifiche dei libri più venduti. Emmanuel Carrère ha deciso di comporlo dopo due episodi che lo hanno segnato nel profondo: innanzitutto il devastante tsunami in Sri Lanka del 2004. Lo scrittore si trovava proprio laggiù in vacanza, e pur risparmiato con la sua famiglia dalla brutalità dell’evento, ne ha subito colto, in presa diretta, le drammatiche conseguenze, assistendo al dolore di una coppia francese per la perdita della loro figlioletta di quattro anni. L’altra dolorosa vicenda è quella vissuta subito dopo, che avrebbe portato alla morte per cancro della sorella della sua compagna: a quel punto c’era un solo modo per ricevere il dolore degli altri, farlo diventare il proprio dolore. Questo è il compito che si è assunto Carrère, riuscendo a scrivere senza mai cadere nell’enfasi, mettendo a fuoco con la precisione ossessiva di un reporter ogni minimo particolare. Vite che non sono la mia è uno dei suoi libri più «scandalosi» e proprio per questo più amati dai lettori. Questa capacità di Carrère di guardare nel profondo dell’animo umano e di fare del suo sguardo letteratura – così affine all’ispirazione dei romanzi di Ernest Hemingway – sarà senz’altro al centro del suo incontro di Lignano Sabbiadoro, quando – venerdì 21 giugno alle 21 al Centro Kursaal – dialogherà con lo scrittore Alberto Garlini, presidente di Giuria del Premio Hemingway. Il riconoscimento gli verrà consegnato sabato 22 giugno, alle 18.30 al CinemaCity di Lignano Sabbiadoro, nel corso della cerimonia di Premiazione che lo vedrà accanto agli altri vincitori: la storica Eva Cantarella premiata per l’Avventura del pensiero, il giornalista Federico Rampini per la sezione Testimone del nostro tempo, l’artista Riccardo Zipoli per la Fotografia, la giornalista Franca Leosini cui va il Premio Speciale Hemingway 2019 “Dentro la cronaca, dentro la vita”, assegnato con la Città di Lignano Sabbiadoro, nel 60° anno dall’istituzione del Comune.
Di Emmanuel Carrère, che a Parigi è nato e risiede, Adelphi ha pubblicato nel 2012 Limonov, e negli anni ha mandato in libreria altri sette titoli, l’ultimo dei quali, “Un romanzo russo”, nel 2018. Carrère, uno dei maggiori scrittori francesi contemporanei, ha esordito come critico cinematografico per la rivista Télérama e in seguito ha scritto per il cinema e per la televisione; tra le serie televisive a cui ha collaborato ricordiamo almeno la prima stagione di Les revenants. Nel 2003, con il documentario Retour à Kotelnitch, è stato in concorso alla Mostra internazionale dell’arte cinematografica di Venezia, della cui giuria ha poi fatto parte nel 2015. La moustache (L’amore sospetto), da lui scritto e diretto, ha ottenuto il Premio Label Europa Cinemas al Festival di Cannes del 2005, e l’anno seguente ha ricevuto l’Efebo d’oro. Nel 2011 gli è stato assegnato il Prix Renaudot per Limonov. Da Adelphi sono apparsi Limonov, L’Avversario, La settimana bianca, Il Regno, A Calais, Io sono vivo, voi siete morti, Propizio è avere dove recarsi, Un romanzo russo.