Grado: il ritorno di Medea a 50 anni dalla realizzazione del film di Pier Paolo Pasolini
A 50 anni dalla realizzazione del film Medea, di Pier Paolo Pasolini, Grado ricorda il passaggio in laguna del grande regista friulano, di Maria Callas e di tutta la troupe che ha contribuito a produrre la pellicola, tra il luglio e l’agosto del 1969. Tanti giorni di lavoro per fissare sulla celluloide 14 minuti di girato che hanno consegnato l’Isola del Sole e il suo ambiente naturale all’attenzione internazionale e alla storia del cinema.
Per rendere omaggio ai protagonisti di quei momenti così importanti e condividerli con appassionati, ospiti e turisti, molte sono le iniziative organizzate dal Comune e dal Consorzio Grado Turismo, durante tutto il corso dell’estate 2019.
Grazie alla collaborazione tra quest’ultimo e l’Associazione “Graisani de Palù”, a esempio, due volte al mese, nella giornata del giovedì (6 e 20 giugno; 4 e 18 luglio; 1 e 22 agosto; 5 e 19 settembre), sarà possibile effettuare un’escursione presso il casone di Mota Safòn (location di molte delle riprese gradesi), con transfer in barca, visita guidata e piccola degustazione, con partenza da Riva Slataper, alle ore 10.00.
Il Comune di Grado, invece, ha previsto l’allestimento di una mostra fotografica nel foyer dell’ex Cinema Cristallo, storica sede cinematografica cittadina, dove il film era stato presentato e dove, in seguito, lo stesso Pasolini diede vita a numerose importantissime manifestazioni cinematografiche. L’allestimento della mostra, che aprirà i battenti sabato 15 giugno (con orario visite, tutti i giorni, dalle ore 19.00 alle 23.00, esclusi i lunedì 17 e 24 giugno e chiusura ), mira a illustrare l’incontro tra la creazione artistica e il territorio lagunare e a restituire l’irripetibile situazione cinematografica legata a un regista e a un cast d’eccezione, che andava dalla “Divina” Maria Callas al campione olimpico Giuseppe Gentile; da Laurent Terzieff a Massimo Girotti: tutte circostanze che contribuirono a costruire il binomio Medea-Grado. Tra i materiali esposti avranno una parte fondamentale le immagini di Mario Tursi, fotografo di scena, che saranno riprodotte su pannelli di grandi dimensioni. Saranno presentati manifesti, locandine e foto buste originali di “Medea” e materiali d’epoca legati alla diffusione del film nelle sale e sulla carta stampata; il tutto legato da pannelli con testi utili alla lettura complessiva delle vicende narrate nella mostra.
Una postazione audiovisiva proietterà in sala, non accessibile al pubblico ma visibile dal foyer, alcune riprese gradesi scartate in sede di montaggio e salvate dalla distruzione.
A sostegno scientifico dell’iniziativa, il catalogo vede i contributi di studiosi come Roberto Chiesi, del Centro studi-Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, che introduce il film; del professore Luciano De Giusti, studioso del cinema pasoliniano, che si concentra sulle riprese gradesi e sulla figura del Centauro Chirone; di Francesca Agostinelli, che attraverso giornali, testimonianze e i diari di lavorazione ricostruisce la cronaca delle riprese in laguna; del professore Massimo De Grassi, che illustra i rapporti tra Pasolini e la Grado di quegli anni.
L’esposizione sarà quindi corredata da testi poetici e letterari in cui Pasolini descriveva la laguna e la lavorazione del film, dalle lettere di Maria Callas a Pasolini stesso, dai racconti dell’artista friulano, Giuseppe Zigaina, grande amico di Pasolini, dedicati al film.
La mostra si chiuderà domenica 28 luglio.