Lavoro, Rosolen: aumentano in Fvg i contratti a tempo indeterminato
“Obiettivo resta coniugare qualità e stabilità” Trieste 7 giu – “In Friuli Venezia Giulia, nel primo trimestre del 2019, sono 12.407 i nuovi contratti a tempo indeterminato (5.886 contratti a tempo determinato trasformati in indeterminato e 6.521 assunzioni in senso stretto). Rispetto allo stesso periodo del 2018, il saldo positivo è di 3.890 unità, con un aumento del 45,7% in termini percentuali. Sulle sole trasformazioni, l’incremento è addirittura di +95,3% (da 3.014 a 5.886): significa che il numero di contratti precari divenuti stabili è raddoppiato”. Sono i numeri illustrati dall’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi nella sede del Consiglio regionale in piazza Oberdan a Trieste. “La lettura politica del quadro – ha spiegato Rosolen – è la seguente: l’erogazione di contributi pubblici è finalizzata al sostegno di un’occupazione stabile e di qualità. Con le Politiche attive del lavoro, la Regione ha investito con forza sulla necessità di restituire solidità al lavoro e prospettiva al lavoratore. I numeri stanno premiando le nostre scelte: gli incentivi per le stabilizzazioni sono più che raddoppiati e hanno prodotto numeri gratificanti”. La conversione di un contratto precario in un posto di lavoro a tempo indeterminato, è stato rilevato, “è incoraggiata da incentivi importanti, addirittura rafforzati nei casi di donne con figli giovani o altre categorie particolarmente esposte”. Altri “bonus” sono previsti per l’assunzione di disoccupati da più di 12 mesi. “In questo senso – ha aggiunto l’assessore -, la Regione, prima in Italia, ha recepito le indicazioni di una direttiva dell’Unione Europea per la lotta alla disoccupazione di lunga durata”. Rosolen si è poi soffermata sui provvedimenti principali che fanno riferimento al Lavoro contenuti nella legge omnibus: “Coerentemente con la linea inaugurata negli scorsi mesi, ci sono incentivi per le aziende che assumano lavoratori penalizzati dalla crisi e residenti continuativamente in Friuli Venezia Giulia da almeno 5 anni. Procediamo alla stipula di un patto sociale tra tessuto produttivo e Regione, per cui ogni singolo contributo è vincolato al mantenimento del sito produttivo sul territorio regionale e alla tutela dei livelli occupazionali. Tra le clausole di questo contratto, l’automatica esclusione da ogni contribuzione regionale per le aziende che, negli ultimi tre anni, abbiano effettuato licenziamenti collettivi senza accordi con le parti sociali”. E’ stato osservato dall’assessore che la Regione “investe su una reale assunzione di responsabilità nei confronti del territorio e della comunità regionale e darà il proprio sostegno alle imprese che siano rispettose dei patti, sia per quanto riguarda lo sviluppo che la prospettiva di vita dei lavoratori. Le persone non sono numeri, hanno una vita, hanno bisogno di prospettive, non possono vivere in una condizione di perenne precarietà”. Rosolen ha difeso “la scelta di tutelare in via prioritaria i lavoratori che hanno pagato sulla propria pelle gli effetti della crisi: ci sono incentivi specifici per chi assume lavoratori provenienti da aree di crisi”. L’altro aspetto è che, ha indicato l’assessore, “la Regione sostiene con la formazione e con contributi le aziende che investono su questo territorio, a patto che queste accettino di coniugare l’interesse privato con il bene pubblico. Se un’azienda disconosce un accordo stipulato, licenzia persone senza una reale motivazione o delocalizza per convenienza fiscale o perché cerca maestranze più malleabili sul fronte del compenso – ha concluso -, perderà ogni possibilità di ricevere contributi e subirà la revoca di eventuali incentivi già incassati”.