Anche il Fvg studia la bioeconomia
A Helsinki in Finlandia presenti rappresentanti regionali per la conferenza europea annuale
Nel 2050 della decarbonizzazione dell’Europa potrà trasformarsi da una speranza a realtà. È con questo obiettivo che si sta svolgendo a Helsinki la conferenza annuale sulla bioeconomia. Nella capitale della Finlandia, Paese che è apripista di questo nuovo approccio alle filiere produttivo, è presente anche una delegazione del Friuli-Venezia Giulia composta da Roberto Venturini della Direzione regionale dell’Agricoltura e Pierpaolo Rovere, direttore dell’agenzia di cluster Agrifood Fvg.
I lavori hanno preso le mosse dai problemi dei cambiamenti climatici, migrazioni, progressiva perdita di terra coltivabile e presenza di plastica negli oceani e nelle catene alimentari. La Finlandia da oltre dieci anni ha avviato una transizione che coinvolge sia le piccole comunità rurali e costiere sia le città, ripensandole in chiave sostenibile. Questo ha consentito la tenuta dell’occupazione, attraverso nuove mansioni e anche la riscoperta di mestiere abbandonati.
“Un processo che può essere replicato negli altri Paesi europei – spiega Rovere – adattato nelle singole regioni e portato a essere ‘bottom up’ nelle realtà rurali e cittadine con nuove catene del valore, sfruttando i sistemi di finanziamento europeo esistenti e futuri. Il Friuli-Venezia Giulia ha molte similarità con la Finlandia per le caratteristiche territoriali di bassa antropizzazione e le capacità tecniche dei suoi residenti. Forse la nostra regione ha una massa critica di risorse materiali e umane minori, ma potrebbe accettare la sfida se raggiunge un’unità di intenti e di strategia”.
Sono diverse le esperienze e le testimonianze portate alla conferenza. Se l’Austria ha avviato un piano legato alla gestione delle foreste e dei rifiuti, anche in chiave di economia circolare, i Paesi dell’Europa centrorientale che hanno sottoscritto l’accordo Bioeast si sono imposti di interrompere le esportazioni di biomasse e vendere invece solo prodotti lavorati, quindi a maggiore valore aggiunto. Per tutti rimane un nodo molto importante: come informare ed educare i cittadini sugli aspetti della bioeconomia e sull’importanza di una strategia che sarà determinante per il loro stesso futuro.
foto Rovere e Venturini congresso bioeconomia Finlandia