La battaglia delle culle
Con un emendamento ad hoc, depositato dall’assessore Riccardi, la Regione ha sancito il trasferimento del Punto nascita della Bassa Friulana a Latisana. E’ lecito chiedersi perché si è arrivati a questa scelta, è lecito nutrire dubbi e sospetti. Perché chiudere a Palmanova, quello che comunque – lo dicono i dati – era un punto che storicamente funzionava, per riattivarne un altro sospeso nel 2012 dalla Giunta Tondo? Perché sprecare degli investimenti importanti fatti negli ultimi anni sul reparto maternità palmarino? Perché non rispettare l’opinione degli operatori medici, delle amministrazioni del territorio rappresentate da 23 sindaci ma soprattutto della gente?
A questa presa di posizione chiaramente la città stellata non poteva che reagire con rabbia. I cittadini, guidati dal sindaco Martines, sono scesi in piazza battaglieri e volenterosi a riconquistare il ruolo perduto. Lo scontro sarà durissimo, non v’è dubbio e non farà altro che acuire un clima già fin troppo teso. Perché Palmanova, giustamente, non mollerà e fino, questo è certo.
E pensare che Fedriga, in quella che è a parole sue è una ripianificazione dell’assetto ospedaliero, è convinto che l’ospedale palmarino trarrà soltanto vantaggio da questa scelta. Anche senza il Punto nascite “quello di Palmanova è destinato a diventare un ospedale di eccellenza, con specializzazioni chiare, che garantiscano servizi di qualità ai cittadini”, parola del Presidente. Sarà così? Solo il tempo ce lo dirà. La realtà dei fatti però ci dice ad essere premiata ad oggi è soltanto Latisana.
Il suo Punto nascita però, se mai aprirà, inizierà ad operare già nel mezzo di tante difficoltà. Senza una struttura adeguata, senza medici ma soprattutto senza numeri. Sì, i numeri saranno determinanti e 350 parti all’anno non basteranno. Se i dati saranno questi, la legge a riguardo è chiara, il rischio di una nuova chiusura sarà concreto. Tutto a quel punto verrà accentrato nella mega struttura di Udine.
Una situazione che, come sempre, va a discapito dei cittadini. A fare le spese di questa scelta saranno ancora una volte le famiglie, le mamma e i neonati.
Il sindaco di Palmanova Martines: “E’ un’ingiustizia. Faremo di tutto per bloccare l’iter”
Quella presa dal presidente Massimiliano Fedriga e dall’assessore alla salute Riccardo Riccardi è una decisione illogica, una scelta che tutto il territorio sta vivendo come un’ingiustizia” parola del sindaco di Palmanova Francesco Martines. Il primo cittadino è pronto a difendere in tutti i modi il punto nascita e il ruolo del nosocomio palmarino.
“Perseguiremo tutte le vie legali possibili per far ragionare chi ha fatto questa scelta avventata ed ingiustificata. Chiudere il punto nascita di Palmanova è qualcosa di incomprensibile. Nessun dato scientifico supporta questa decisione, anzi va contro il parere stesso dei medici e degli operatori in quanto non risponde a principi di sicurezza del posto di lavoro e degli utenti. Ritengo di essere nel giusto, ci troviamo di fronte ad una scelta politica scorretta, fatta soltanto per accontentare l’elettorato leghista di Latisana. Chi ha sbagliato si assumerà le sue responsabilità, ogni Consigliere regionale che voterà questo provvedimento dovrà rispondere ai suoi elettori”.
Secondo Martines è una questione strettamente di numeri. I pochi parti di Latisana non potranno garantire un adeguato standard di sicurezza per i pazienti: “Il punto nascita di Palmanova ha chiuso il 2018, nonostante il calo demografico regionale, con un incremento del 6% sul totale delle nascite annuali, arrivando a toccare quota 780 parti, superando così anche il 2017 quando erano nati 733 bambini. Negli ultimi quindici anni Palmanova ha ospitato mediamente 800 parti all’anno. Il nostro punto nascita è l’unico ad aver registrato una crescita, tutti gli altri sono in calo. Copriamo un bacino di ottanta mila abitanti, siamo sempre stati un punto di riferimento per tutto quel territorio che va dalla Bassa Friulana, fino a gran parte dell’Isontino, dal codroipese al manzanese, dal cividalese alla cintura di Udine Sud e questo dà fastidio a chi ora attualmente governa. Questo perché c’è un sindaco di centrosinistra e non un loro alleato. Al contrario Latisana non raggiungerà mai un numero sufficiente di nascite. Quando sarà a regime farà 150 parti, sarà sotto soglia e quindi non potrà avere la deroga ministeriale. Si tratta di una scelta azzardata proprio perché non ci sono i criteri previsti dalla legge. Fedriga e Riccardi stanno forzando una scelta che va contro quello che la comunità scientifica internazionale e le norme di legge nazionali recepite dalla Regione chiedono di evitare. Nel resto d’Italia si chiudono i punti nascita sotto i 500 parti all’anno, qui si apre uno da 150”.
Il rischio concreto è quindi di veder depotenziata quella che a livello regionale era un’eccellenza: “Con la Regione non c’è stato alcun confronto. Quando l’assessore Riccardi ci ha incontrati, sette giorni prima della decisione, ci aveva garantito che la scelta finale si sarebbe basata soltanto sui dati oggettivi e non politici, in realtà hanno fatto il contrario. All’ospedale di Palmanova non verrà affidato alcun ruolo importante. Il presidente Fedriga va dicendo che Palmanova avrà un ruolo coordinato alla vicinanza dell’hub di Udine, nell’ambito della diversificazione tra il trattamento delle urgenze e della programmazione ma questa è soltanto una bufala. Questa decisione segna soltanto l’inizio di un depauperamento di Palmanova e di tutta la Bassa friulana. Latisana non reggerà il punto nascita, verrà chiuso favorendo Udine, che tra due anni diventerà una piattaforma immensa, e Monfalcone, che potrà così ricevere un premio elettorale. A Palmanova resterà soltanto una funzione ambulatoriale, di Rsa e di riabilitazione. Quello che fino ad oggi è stato un fiore all’occhiello della sanità regionale diventerà così un ospedale minore. Quello che è stato annunciato come Super Ospedale non esiste anzi, peggio ancora, i medici migliori scapperanno da reti ospedaliere impoverite. Se c’è una strategia di medio lungo periodo che punta ad accentrare tutto nel polo ospedaliero di Udine l’assessore regionale alla salute lo dica”.
Chiudere il punto nascita di Palmanova significa anche sprecare risorse ed investimenti: “A fine 2017 abbiamo inaugurato i lavori delle sale parto, delle sale travaglio e degli ambulatori di ginecologia ed ostetricia, 525 mila euro che verranno gettati via. Ritengo che ci siano tutte le condizioni per un’azione da parte della Corte dei Conti. Chiederò ai nostri legali di valutare quindi anche la possibilità di danno erariale”.
Nel frattempo la mobilitazione popolare è partita: “Nei 25 comuni aderenti e su internet sono state raccolte oltre tredici mila firme. Dai sindacati ho ricevuto il pieno appoggio per la raccolta firme e il sostegno alle assemblee pubbliche informative nei diversi comuni. Continueremo la nostra battaglia. Spero che la politica ragioni e ritorni sui suoi passi e blocchi l’iter. Noi di certo impugneremo tutti gli atti. Siamo ancora in tempo per impedire che l’aula approvi questa scelta ingiusta e dannosa per tutto il territorio”.
Il sindaco di Latisana Galizio: “La giunta ha fatto una scelta coraggiosa ma giusta”
“La giunta ha fatto la scelta giusta per salvare i due ospedali – ha detto il primo cittadino di Latisana, Daniele Galizio – una scelta che noi aspettavamo da tempo e per la quale ci siamo sempre battuti. Era infatti indispensabile un presidio sanitario su questo territorio. D’estate il latisanese diventa il territorio è il più popoloso di tutta la regione, sul nostro ospedale gravita Lignano, una città da 350 mila persone, al quale si somma anche tutto il Veneto orientale. Negli ultimi anni quest’area è rimasta sguarnita, pensare di poter continuare senza un ospedale da Palmanova fino a San Donà di Piave sarebbe stato una follia, per questo riteniamo giusta la scelta della Regione”.
Non è quindi soltanto una questione di numeri, come invece denuncia il sindaco di Palmanova: “Sono convinto che, con la giusta strategia, i numeri si possano fare. Latisana può superare tranquillamente quota 500 parti all’anno. Martines non racconta tutta la verità ma soltanto le cose che fanno comodo alla sua battaglia politica, non dice mai che quando il punto nascita di Latisana è stato sospeso, nel 2016, aveva registrato nell’arco dell’anno solare più di 500 parti”.
Le strutture già ci sono, lo garantisce il primo cittadino: “Le nostre strutture sono nuove. Sono state realizzate investendo importanti somme. L’ospedale di Latisana è già attrezzato ed operativo”.
Anche per quanto riguarda i medici non ci saranno problemi: “In seguito alla sospensione ovviamente sono stati concentrati su Palmanova. Ora che Palmanova chiude i medici si sposteranno, non vedo quindi alcun problema. Punteremo sulla qualità dei professionisti. Il punto nascita non viene scelto soltanto in base al criterio della distanza ma anche e soprattutto in base al criterio della qualità del servizio e della professionalità dei medici. Quello che è necessario, in questa fase delicata, è gestire in maniera corretta queste transizioni evitando così possibili disservizi”.
E’ in un’ottica di riordino che la Regione ha voluto ripristinare punto di nascita di Latisana e far diventare Palmanova un ospedale di programmazione, con l’attivazione di nuove e importanti funzioni: “Finalmente, grazie a queste scelte coraggiose, si è potuto riorganizzare l’assetto ospedaliero della Bassa friulana. Pensare di avere dei servizi concentrati soltanto in un’area lasciando scoperta un’altra sarebbe stato un errore gravissimo. Va dato merito quindi all’assessore Riccardi e al presidente Fedriga di aver perseguito questo obiettivo che nulla ha a che vedere con i compensi elettorali di cui tanto parla Martines”.
Inutile quindi, secondo Galizio, la bagarre che si è venuta a creare: “Si è scatenata una bagarre politica che ha poco senso e che va contro quelli che sono gli interessi del territorio. L’operazione portata avanti da Martines è deplorevole. Parlare di sicurezza e di personale e di cattive condizioni del nostro ospedale è qualcosa di vergognoso. Latisana è sempre stato un ospedale virtuoso, come testimoniano i dati di gradimento degli utenti. Bisognerebbe collaborare per costruire qualcosa di funzionale per tutta l’area e non puntare soltanto alla competizione tra l’uno e l’altro ospedale. Voglio ricordare a Martines che Palmanova e Latisana compongono un polo unico. Sono convinto che questi due ospdaali potrebbero avere entrambi un futuro importante, Latisana come punto di emergenza e urgenza, Palmanova come struttura per interventi programmati. La scelta fatta dalla Regione permetterà un rilancio in ottica di sistema. Spero che questa vicenda si concluda al più presto, ciò che conta è far funzionare entrambe le strutture nel migliore dei modi”.
di Stefano Pontoni
IL PAîS gente della nostra terra – luglio 2019 – edizione cartacea