La gatta che cacciava i fantasmi
Si chiama La gatta che cacciava i fantasmi, ed è l’ultimo titolo uscito dalla penna di Stefania Conte, autrice di numerosi libri e romanzi per i tipi di Morganti Editori, casa editrice friulana con sede di redazione a Socchieve. Appassionata di storia, di folklore, e, più in generale, di mistero, Stefania alterna il proprio lavoro di scrittrice a quello di editor, anche se è soprattutto il primo ambito che le consente di esplorare e di rivelare il proprio mondo interiore, ove si intrecciano le sue principali passioni: dalle favole tradizionali, custodi di antica saggezza, alla buona cucina e alla storia, senza dimenticare i gatti, che hanno accompagnato l’autrice sin dall’infanzia, tra le calli di Venezia. Così, tra vicende soprannaturali e vita quotidiana, si snoda il racconto di Stefania Conte, venato sempre da una sottile ironia che permette di affrontare tematiche profonde e interrogativi esistenziali, con una leggerezza che mai si traduce in superficialità. E ad accompagnare i protagonisti-umani, la coppia Paolo e Stefania Savorgnan, ci sono i gatti, animali da sempre amati dagli scrittori e qui parte integrante della narrazione. I coniugi Savorgnan, infatti, vivono in un paesino della Carnia, Pesariis, anche noto come il paese degli orologi; a un certo punto, Stefania decide di voler aprire un’osteria, dove cucinerà le migliori leccornie offerte dalla tradizione friulana, costringendo il marito a mettersi ai fornelli. Prende così avvio la storia, tra pentole, ricette e strani eventi e personaggi, come le due aiutanti Radegonda e Gemma, che nascondono un curioso segreto. Ne abbiamo parlato direttamente con l’autrice, Stefania Conte.
Quando e come è nata la sua passione per la scrittura?
“Per lavoro, mi occupo di scrittura da sempre, visto che all’interno della casa editrice svolgo il ruolo di editor. Ho invece cominciato come scrittrice alla fine del 2013, quando dall’editore mi era stato richiesto un romanzo in cui ci fossero dei gatti, tra i miei animali preferiti. La mia passione per questi animali ha anche un motivo autobiografico: sono nata a Venezia, città nella quale i gatti fanno parte dell’ambiente. L’esordio come scrittrice è stato felicissimo, con un successo inaspettato. Oltre alla collana dedicata ai gatti, mi sono occupata anche di differenti tematiche per altre antologie, tra cui le tradizioni folkloriche del Friuli, come le leggende legate ai benandanti e alle Aganis (ninfe acquatiche tipiche del Friuli). Invece, il romanzo L’ultimo canto del codirosso, trasposto radiofonicamente per la RAI del Friuli Venezia Giulia in varie puntate, è ambientato nella Carnia del secondo conflitto mondiale. Ho ricostruito i fatti accaduti in questo Paese della Carnia durante l’occupazione nazi-fascista nel 1945, oggetto di lunghe ricerche storiche”.
Anche nel suo ultimo libro, La gatta che cacciava i fantasmi, i gatti sono tra i protagonisti della storia. Qual è il ruolo dei gatti a livello narrativo, culturale e personale?
“Personalmente amo molto i gatti: sono degli animali straordinari, morbidi e caldi. Per quanto riguarda la dimensione narrativa, innanzitutto i gatti dei miei romanzi sono normali, non parlano e assumono comportamenti strani soltanto perché vivono a stretto contatto con personaggi altrettanto singolari (si sa, chi si somiglia si piglia). Narratologicamente, i gatti nei libri svolgono la funzione di collante, di viatico per poter raccontare le storie degli uomini, nelle quali si parla di grandi sentimenti, come l’importanza di scegliere tra bene e male, da cui consegue anche la capacità di accettare la diversità delle persona e di sapersi avvicinare a chi è diverso culturalmente”.
Passiamo ai personaggi “umani”: come sono stati scelti e che rapporto hanno con l’autore?
“Molti lettori mi chiedono se dietro Stefania Savorgnan, la protagonista, ci sono io; risponderei che Stefania Savorgnan potrebbe essere il mio avatar, e certamente mi assomiglia per numerosi tratti della personalità e per gli interessi. Un personaggio dei miei libri che amo è però Radegonda di Poitiers, personalità realmente esistita nel Medioevo, ma che nel mio libro è la domestica tuttofare di casa Savorgnan. Radegonda sostiene di avere 1700 anni e, di fronte all’incredulità dei due protagonisti in merito a un fatto così inverosimile, risponde che se credere di essere Rategonda e di avere 1700 anni la fa stare bene, perché dovrebbe svilire una fantasia che la rende felice nella vita? Secondo me ognuno di noi sente l’esigenza di crearsi una identità parziale e fittizia per poter vivere più serenamente nella vita reale”.
Quali sono le tematiche che affronta maggiormente nei suoi libri?
“Nei miei romanzi riservo una grande attenzione al fatto che l’essere umano non soltanto ha il diritto, ma ha anche l’obbligo verso la società di saper discriminare tra il bene e il male. Da questo consegue il saper accettare gli altri, con tutte le diversità, da quella culturale ed etnica a quella ideologica e politica, poiché è nell’accettazione della differenza che risiede la ricchezza di una società”.
Leggendo i suoi romanzi, la realtà si intreccia strettamente al fantastico e al soprannaturale. Qual è secondo lei il rapporto tra fantasia e razionalità?
“Il rapporto tra questi due poli è una dinamica che ripercorre tutti i miei libri. Sono convinta che la ragione, per avere un significato, debba stare a braccetto con la fantasia, quest’ultima necessaria per arricchire l’anima. Nei libri formalizzo questa necessaria commistione tra reale e fantastico mettendo accanto personaggi reali e personaggi straordinari, che provengono sia dalla tradizione friulana e carnica, sia dal folklore europeo. Nel mio ultimo libro, per esempio, c’è Gemma, la quale, oltre ad essere straordinaria in cucina, è straordinaria anche perché sa mutare forma, e la sua presenza è connessa ad una gatta. La ragione e la fantasia, dunque, sono complementari: se la fantasia fosse sola, diventerebbe follia, mentre se ci fosse soltanto la razionalità, avverrebbe un impoverimento dell’essere umano”.
Scritto da Sara Venchiarutti
da IL PAîS gente della nostra terra – edizione cartacea – Agosto 2019