Casarsa: il borgo di Pasolini nelle foto di Castellarini, inaugurazione
Pubblicato il 11 Settembre 2019
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Prosegue “Lùsignis – A Casarsa nei borghi di Pasolini”, rassegna dell’Assessorato alla Cultura che punta a far conoscere e apprezzare, attraverso le sue prime opere sia in prosa che in versi, i luoghi in cui visse e scrisse il grande poeta, intellettuale e regista, unendo così cultura e turismo.
Sabato 14 settembre, alle 17.30 nella sede del Centro studi Pier Paolo Pasolini, sarà inaugurata la mostra “La forma del borgo. Memorie letterarie e identità rustiche nelle fotografie di Giovanni Castellarin”. Un tributo alla Casarsa di un tempo attraverso le toccanti immagini che sono una dichiarazione di amore per un borgo che ora non c’è quasi più ma che all’epoca degli intensi scatti in bianco e nero di Castellarin, in un periodo che va dagli anni Settanta alla metà degli anni Novanta del secolo scorso, era praticamente lo stesso raccontato da Pasolini nelle sue poesie, racconti e romanzi (come “Il sogno di una cosa”, tema ispiratore di questa edizione di Lùsignis a 70 anni dalla sua stesura). La mostra, che si compone di 52 fotografie, rimarrà aperta fino al 13 ottobre dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 e il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.
Giovanni Castellarin, casarsese, è un appassionato di fotografia da sempre, nonché ricercatore e documentarista di storia locale. Le sue fotografie sono state pubblicate in diversi libri e le ricerche in modo particolare nei Quaderni casarsesi del Cidic. Nel 2010 è stato insignito del premio Cittadino dell’Anno della Pro Casarsa della Delizia e di Forum democratico per il suo impegno nel tramandare la memoria della comunità.
L’esposizione trae spunto dal cortometraggio Rai del 1974, per la rubrica televisiva “Io e.…”. Pasolini vi parlò della forma della città di Orte, del suo profilo. Lo sguardo che Pasolini puntò sulla città di Orte – deformata dalle case popolari – rappresenta una chiave di accesso privilegiata per la poetica dello scrittore casarsese. Gli anni Cinquanta e Sessanta furono i cosiddetti anni del “boom”. L’Italia si stava risollevando dalla distruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma questo straordinario sviluppo non fu accompagnato da un’adeguata evoluzione civile e culturale.
“Il percorso espositivo “La forma del borgo” – hanno spiegato la sindaca Lavinia Clarotto e l’assessore alla cultura Fabio Cristante -, nasce in seno e secondo gli intenti della rassegna Lùsignis, per ritrovare l’anima di quel Friuli perduto. Una passeggiata tra gli scatti in bianco e nero di Giovanni Castellarin, realizzati in lunghi anni di studio appassionato del territorio casarsese oltre che con il cuore di chi è nato e vissuto in questo luogo; con l’acuta percezione di chi sa cogliere oltre l’apparenza, il valore di una sapienza costruttiva. Ragioni per le quali il suo patrimonio fotografico costituisce memoria storica collettiva di grande importanza. Pasolini aveva fatto esperienza negli anni friulani di una diversa architettura, dall’alto valore antropologico con i suoi casolari fatti di sassi, con i ballatoi in legno e i grandi sottoportici. Edifici all’apparenza poveri, ma frutto di un’architettura fatta di storie individuali e collettive perdute nei secoli. Cosa sopravvive di quel caro materiale rustico? Lo scopriremo proprio grazie a questo percorso fotografico tra gli scatti di Giovanni Castellarin realizzati in un emozionante bianco e nero”.
Il fine settimana dell’inaugurazione vedrà svolgersi anche altri eventi di tematica pasoliniana a Casarsa, che Lùsignis accoglie volentieri nel suo programma. La Summer school del Centro studi Pasolini propone due incontri aperti al pubblico nella sua sede. Giovedì 12 settembre alle 21 Franco Zabagli, dal Gabinetto Vieusseux di Firenze, presenterà la nuova edizione di “Poesie a Casarsa”, il primo libro di Pasolini. Venerdì 13 settembre alle 18 si svolgerà la presentazione della rivista “Il parlar franco” dedicato a Il félibrige (nome del movimento linguistico occitano a cui Pier Paolo s’ispirò) friulano di Pasolini con il curatore Gualtiero De Santi e l’autore Rienzo Pellegrini. Sabato 14 settembre si terrà invece la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce nell’ambito della chiesa omonima, tanto cara a Pasolini e ai casarsesi che la chiamano affettuosamente Glisiùt e la quale conserva la lapide sull’invasione turca del 1499 che ispirò allo scrittore il dramma teatrale I Turcs tal Friûl. Infine domenica 15 settembre arriverà in stazione a Casarsa alle 10 il treno storico di Pasolini per una visita ai luoghi della sua ispirazione letteraria (a cura di Trenitalia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e vari Comuni aderenti all’iniziativa). I visitatori ammireranno anche la mostra di Castellarin oltre al resto del Centro studi.
Le lucciole, in friulano Lùsignis, erano per Pier Paolo Pasolini, in un famoso articolo pubblicato sul Corriere della Sera in cui lamentava la loro scomparsa, la rappresentazione delle sorgenti della cultura popolare inaridite dal progresso. La rassegna è sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Assessorato al Turismo e si svolgerà, in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e la Pro Loco di Casarsa della Delizia.