Foreste: Zannier, una bioeconomia da patrimonio boschivo post Vaia
Un simposio allestito nella radura di un bosco con tronchi d’albero e panche in legno di design ad accogliere ospiti e relatori, attorniati dall’anfiteatro delle cime del Volaja e del Coglians. Si è aperto così, a Collina di Forni Avoltri, l’evento in quota promosso da Regione, Consorzio Boschi Carnici, Innova Fvg, Università di Udine, Uti della Carnia, Carnia Industrial Park, Comune di Forni Avoltri, Associazione Vivere l’Accademia e ordine degli Architetti paesaggisti e conservatori della provincia di Udine. Il simposio era volto a interrogarsi sulla risorsa bosco e sulla diversificata gestione in ambito alpino del legno schiantato dopo la tempesta Vaia dell’ottobre 2018. “La collaborazione tra enti e la capacità di ricostruire una filiera ampia del legno – ha affermato l’assessore a Risorse forestali e Montagna del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, in apertura di lavori – sono state le leve positive con cui si è potuto affrontare l’impatto devastante della tempesta Vaja. Oggi sappiamo che possiamo creare una nuova bioeconomia circolare derivante dal nostro patrimonio boschivo che va ben oltre la visione ristretta con cui abbiamo guardato finora alla risorsa forestale”. Per l’assessore “in passato abbiamo considerato prevalente l’aspetto naturalistico e paesaggistico del bosco, senza considerare che, per mantenere alta la qualità delle risorse forestali, è necessario l’intervento dell’uomo gestito con razionalità e sostenibilità. È quanto la Regione sta cercando di promuovere e sostenere, in stretta collaborazione con tutti gli operatori della filiera legno”. Un tema che è stato raccolto dal neo presidente del consorzio InnovaFvg, Ruggiero Baggio, secondo cui il consorzio dovrà occuparsi sempre più della creazione di reti d’impresa e della valorizzazione del legno anche in settori come l’architettura e il design. Sulla stessa linea il presidente del Consorzio boschi carnici, Luigi Cacitti. Artigianato e cultura del design possono rivelarsi un importante pilastro dell’imprenditoria friulana: da qui hanno preso spunto le riflessioni sulla riqualificazione del territorio montano colpito dal maltempo. Puntando alla nascita di nuove figure professionali e a un nuovo riutilizzo del legno in ambito bioeconomico, economico, etico e progettuale, è stata richiamata la figura di Carlo Mollino, architetto torinese, designer e arredatore. A tratteggiarne il profilo e l’eclettismo leonardesco è stato chiamato Luciano Bolzoni, architetto e scrittore, studioso di cultura e architettura alpina, che a Mollino ha dedicato un libro appena pubblicato. A dialogare con lui, gli architetti Enrico Scaramellini e Matteo Scagnol. La giornata è proseguita con una passeggiata didattica e un laboratorio sul legno rivolto ai bambini e con l’assaggio del pane realizzato con una particolare farina di corteccia d’abete bianco e rosso, preparato direttamente dal suo inventore, lo chef panificatore Stefano Basello.