Agroalimentare: Cipolla rossa vera opportunità per Cavasso Nuovo
“La Cipolla rossa di Cavasso Nuovo è uno dei 13 presidi Slow Food della regione e può ben rappresentare una delle tante nicchie enogastronomiche che i turisti ricercano. Il nostro territorio ha sapori ineguagliabili che vanno conservati e promossi. Anche grazie ai presidi, possiamo mantenere vive le storie e le tradizioni che hanno caratterizzato la vita del Friuli Venezia Giulia”. Lo ha affermato oggi a Cavasso Nuovo (Pordenone) l’assessore regionale ad Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, durante il convegno a cui ha fatto seguito il documentario sulla cipolla rossa locale, fra storia, tradizione e gusto, nella sala operaia della località pordenonese. Bini ha rimarcato l’importanza dell’enogastronomia, “un driver rilevante per la nostra economia che va sostenuto e rappresenta a tutti gli effetti una forma di turismo culturale, capace di mettere in vetrina non soltanto i prodotti ma anche i processi e, con essi, il territorio su cui si sviluppano”. Sulla cipolla rossa l’esponente della Giunta Fedriga ha ricordato come queste produzioni “vanno valorizzate sia per conservarne e tramandarne la storia sia perché possono offrire interessanti sviluppi economici anche per i giovani”. Duranti i lavori, Michela Spigolon, presidente dell’associazione produttori della Cipolla rossa di Cavasso Nuovo, ha spiegato le motivazioni alla base del documentario presentato oggi e nato per raccogliere e conservare la storia di un prodotto tradizionale che, fino agli Anni Sessanta, è stata una preziosa risorsa per il territorio. “Con il terremoto del ’76 la microeconomia orticola stava scomparendo a favore di attività più legate all’edilizia; per non perdere questa produzione – ha fatto eco il vicepresidente Claudio Zambon – i produttori della Cipolla rossa di Cavasso Nuovo si sono costituiti 10 anni fa nell’omonima associazione, aderendo alle regole di un disciplinare di produzione a tutela del prodotto e dei consumatori”. Oggi il prodotto è un’opportunità da valorizzare in chiave economica, turistica e sociale, come è stato evidenziato, e, secondo Costantino Cattivello, agronomo dell’Ersa, in futuro produzioni di questo tipo potrebbero essere sempre più ambite per gli aspetti nutraceutici, ovvero i composti naturali che incidono sulla salute e che si trovano in misura maggiore nei prodotti locali. La Cipolla rossa di Cavasso Nuovo verrà presto presentata anche nel contesto dell’Unione Europea.