A dieci anni dalla sua scomparsa, il Friuli ricorda la poetessa Novella Cantarutti, nel suo rapporto con “il ragazzo di Casarsa” Pier Paolo Pasolini
Venerdì 18 ottobre al centro studi Pasoliniani un incontro organizzato dalla biblioteca di Spilimbergo, custode degli archivi dell’autrice, metterà in luce il dialogo tra queste due “personalità forti”: in cattedra lo studioso e docente universitario Rienzo Pellegrini
UN FOCUS SULLE TESTIMONIANZE DELLA COMPLESSA TRAMA DI RELAZIONI UMANE ED ARTISTICHE ATTRAVERSO IL QUALE PASOLINI, ANCHE SE GIÀ LONTANO, CONTINUÒ COMUNQUE A CONVERSARE CON IL “SUO” FRIULI
ACCANTO ALLA CANTARUTTI, IL RICORDO DELLE MOLTE ALTRE DONNE “DI PERSONALITÀ” CHE COSTELLARONO LA VITA DI PASOLINI, INTRECCIANDO RELAZIONI ESISTENZIALI, AFFETTIVE, LETTERARIE
A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Udine nel 2009, il Friuli ricorda Novella Cantarutti, la poetessa di Navarons, appassionata studiosa della lingua e delle tradizioni della propria terra, del cui fondo documentario è oggi attenta custode la Biblioteca Civica di Spilimbergo. Tra le varie iniziative culturali che segnano questo anniversario, un interessante incontro offrirà lo spunto per un’approfondita riflessione sui rapporti dell’autrice con un’altra autorevole voce del Friuli, quella del poeta, o meglio del “ragazzo di Casarsa” che con lei continuò a dialogare, anche da lontano, a proposito dell’amata patria comune, mai dimenticata. “Novella Cantarutti e il ‘ragazzo’ di Casarsa – Avvio di una ricerca su un dialogo tra due personalità forti” è il titolo dell’evento in programma venerdì 18 ottobre alle 17.00 al Centro Studi Pasolini di Casarsa, a cura dello studioso e docente universitario Rienzo Pellegrini su iniziativa dalla Biblioteca di Spilimbergo in collaborazione con il Centro e con il Comune ospite, grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e di Banca Friulovest.
La vicinanza, non solo artistica ma personale, di Novella Cantarutti e Pier Paolo Pasolini rimonta ai primi anni del secondo Dopoguerra: i primi testi della poetessa escono nel 1952 e sono frutto dell’esperienza di un’autrice che condivide le esigenze innovatrici espresse sia da Pasolini nell’Academiuta di Lenga Furlana sia da Giuseppe Marchetti. Ma nel loro rapporto c’è molto di più, come ricorda lei stessa: L’incontro con Pasolini […] è del primissimo dopoguerra e segnò, nella stagione d’avvio, una dimensione nuova, un’apertura a problematiche e realtà poetiche, di largo respiro, dense di spinte e sollecitazioni. L’amicizia con Pasolini ‘il ragazzo di Casarsa’ dei miei diari 1945, gli incontri, gli scontri, le lunghe discussioni non s’interruppero nel 1949 quand’egli lasciò il Friuli ma continuarono a Roma dove io finivo l’Università e si trasferirono poi sulla carta diradandosi […].”
A Rienzo Pellegrini, già docente di Lingua e letteratura friulana e Direttore del Dipartimento di Italianistica presso l’Università di Trieste, il compito di ricostruire questo fitto intreccio di consonanze e sensibilità affini, che sarà preziosa testimonianza del ruolo primario di alcune donne di grande personalità e autorevolezza culturale che incrociarono il proprio percorso di vita e d’arte con l’amico Pier Paolo. Dagli anni bolognesi e friulani (con le figure di Pina Kalz, Enrica Cragnolini, Silvana Mauri, Giovanna Bemporad) al successivo periodo romano, dove spiccano i nomi di Elsa Morante, Dacia Maraini, Laura Betti, Adriana Asti, Anna Magnani, Maria Callas, Laura Betti, Silvana Mangano, è fitta la rete di relazioni – esistenziali, affettive e letterarie – che Pasolini intrattenne con il mondo femminile, in un dialogo di confidenza, rispetto e sintonia interiore.