Rapporto medico/paziente, il primo decalogo made in Friuli per una “buona alleanza”
Fiducia e ascolto reciproci, condivisione dei percorsi, empatia e riconoscimento della professionalità. Questi i caposaldi all’origine della nuova iniziativa che vede protagonista l’Ordine dei Medici di Udine nell’aver voluto elaborare il primo Decalogo made in Friuli per costruire un sereno e proficuo dialogo fra medici e pazienti. “Abbiamo deciso di mettere a punto questo vademecum per ribadire la necessità dei diritti e dei doveri in capo ai cittadini-pazienti in una società in cui il bombardamento di informazioni, spesso fake news sanitarie, e il tempo sempre più soffocato, a causa del sistema iperburocratizzato, che i medici riescono a dedicare all’ascolto e alla condivisione dei percorsi diagnostici e terapeutici stanno mettendo in discussione i ruoli e i compiti del sanitario e del cittadino”, dichiara il Presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Maurizio Rocco.
Questo Decalogo, frutto di settimane di analisi e osservazioni all’interno della categoria, vuole aspirare a diventare una sorta di speranza di buona salute, laddove anche il tempo di ascolto deve essere considerato tempo di cura, in una logica di relazione che interviene come cofattore del successo dei trattamenti stessi, come scientificamente è stato dimostrato. “La relazione medico/paziente risente in modo determinante del clima che si respira nel sistema sanitario, si alimenta della collaborazione tra i diversi soggetti che concorrono a rendere agevole e funzionale la relazione fra i due e il perseguimento degli obiettivi comuni”, spiega il vicepresidente dell’Ordine Gian Luigi Tiberio, referente dell’area di Medicina generale. Anche il medico sii trova a dover tarare continuamene la sua relazione con il paziente all’interno di una corretta interazione tra domanda di salute e domanda di salvezza. Questa speranza di salute/salvezza interpella il medico circa il significato della sua attività che può essere oggetto di aspettative molto alte da parte dei pazienti. Il medico può diventare agli occhi del paziente un salvatore, e per alcuni versi lo è anche, a patto che non abusi della sua posizione promettendo soluzioni miracolistiche, garantendo guarigioni impossibili, alimentando aspettative o speculando sulle attese del paziente.
Centralità alla persona che, a sua volta, deve rispettare e affidarsi alle competenze del medico. Certamente sono importanti le procedure, i budget, le innovazioni tecnologiche, ma se non si riconosce, tutela e promuove la centralità delle relazioni interpersonali si pregiudica in modo irrimediabile il perseguimento di una buona ed efficace sanità che include proprio la sana relazione fra medico e paziente. Un paziente sempre più informato (sebbene siano da valutare le fonti delle sue informazioni), in grado di ‘tenere testa’ ai medici, sempre più autodeterminato da una parte e dall’altro un medico che deve essere tenuto in considerazione per le sue specifiche competenze e per le capacità oggettive di poter guidare e consigliare il paziente discutendo con lui sulle migliori strategie.
Addio al paternalismo medico, antesignano di quella medicina difensiva che intasa i Tribunali con cause su cause, sì alla medicina umana e umanizzante. Queste le premesse che hanno condotto l’Ordine dei medici di Udine a far nascere questo documento che si avvia ad essere divulgato negli studi medici, nelle struttura sanitarie e in ogni luogo deputato alla cura.
Relazione di cura significa accoglienza, ascolto, condivisione dell’informazione e della comunicazione, infatti all’articolo 20 del Codice Deontologico dei medici il tempo di comunicazione è considerato tempo di cura.