Presentato Pordenonescrive 2020
Ai nastri di partenza l’11^ edizione di Pordenonescrive, la Scuola di Scrittura Creativa di Fondazione Pordenonelegge curata dagli scrittori Alberto Garlini e Gian Mario Villalta: un progetto fortemente legato alla vocazione di una città, Pordenone, diventata motore pulsante della scrittura creativa italiana, grazie allo slancio impresso dalla Festa del Libro con gli Autori e alle iniziative di Fondazione Pordenonelegge che hanno dato concrete occasioni di incontro e confronto ad autori, editori, lettori. «Trentasei ore di lezione, per offrire uno sguardo coinvolto e coinvolgente sulla passione di ascoltare e scrivere storie: questo sarà Pordenonescrive 2020, Scrivere insieme le trame della vita – spiega Alberto Garlini – L’esperienza degli anni passati proseguirà con alcune novità importanti: innanzitutto più spazio ai laboratori, attraverso momenti dedicati sulla scrittura sia narrativa che poetica attraverso quattro focus: sulla struttura del romanzo, sulla poesia, sulla riscrittura e sul romanzo famigliare». «E le lezioni frontali – aggiunge Gian Mario Villalta – spazieranno dal gotico siciliano, all’ucronia, all’amicizia come tema romanzesco, passando attraverso l’incontro/scontro con la tradizione. Per dare come sempre un ampio ventaglio di idee e di possibilità narrative che possano utilmente “provocare” gli studenti in aula». Le lezioni di Pordenonescrive 2020 si svolgeranno a Palazzo Badini (via Mazzini 2, Pordenone) dal primo febbraio al 7 marzo, nel pomeriggio del venerdi e nella giornata di sabato. Iscrizioni da martedì 26 novembre, entro il 18 gennaio 2020 alla mail fondazione@pordenonelegge.it seguendo le indicazioni consultabili sul sito www.pordenonelegge.it tel 04341573100). Il corso è riconosciuto come iniziativa formativa per il personale della scuola con autorizzazione bonus insegnanti.
Ma entriamo nel cuore dell’edizione 2020 di Pordenonescrive, e dei suoi temi: Andrea Tarabbia, vincitore dell’ultimo Premio Campiello, racconterà l’alto artigianato che presiede al lavoro di scrittura, individuando un tema focale, quello della riscrittura: perché continuamente riscriviamo cose che qualcun altro ha già scritto. Cosa sarebbe l’Ulisse senza l’Odissea e l’Amleto; oppure chiediamoci se Eco avrebbe potuto scrivere Il nome della rosa senza aver letto Manzoni, Borges e San Tommaso; o, ancora, come sarebbe Joker senza Taxi Driver. Michela Marzano invece si soffermerà sui rapporti tra fiction e autobiografia, come in un testo di finzione si possa inserire il materiale biografico dell’autore, attraverso strategie che vanno dal nascondimento, alla chiave, alla protezione, per arrivare infine, nelle forme più riuscite, a un arricchimento complessivo del romanzo. Nadia Terranova, finalista del premio Strega, terrà una lezione dedicata al gotico siciliano e un laboratorio sul romanzo famigliare. Partendo dalle sue passioni letterarie, quella per una Sicilia letteraria nascosta – a volte barocca, a volte secca e razionale – e quella per i romanzi che raccontano il vissuto famigliare, Nadia Terranova ci porterà dentro la sua stessa vicenda artistica, nella sua bottega creativa, per capire come lingua e strutture evolvono in una sorta di polifonia di influenze intrecciate. Mentre Marcello Fois si soffermerà sul tema dell’amicizia, e su come possa essere svolto romanzescamente. L’amicizia è uno stato portante dell’essere umano, ma anche un tema perfetto per l’ambiente romanzesco, se si sa come declinarlo con la ricchezza delle sue sfaccettature. È una condizione di philia soggetta a revoca, che può essere corrosa da scelte diverse di vita, amori conflittuali, oppure dall’appartenenza a diverse classi sociali. Tullio Avoledo ci racconterà uno dei temi più cari della sua produzione letteraria, e cioè l’Ucronia, la possibilità di inventare sviluppi diversi della storia, modificandone eventi chiave, per creare quindi universi paralleli, a volte perfettamente credibili, a volte chiaramente inventati. Chi non si è chiesto cosa sarebbe successo se Hitler avessi vinto la seconda guerra mondiale, o se l’impero romano non fosse caduto? Proprio da domande come queste può nascere un universo romanzesco. Per finire, i due curatori di pordenonescrive, Alberto Garlini e Gian Mario Villalta daranno vita ad altrettanti laboratori. Garlini si occuperà della costruzione del romanzo, partendo da un soggetto, e quindi dall’ideazione di una storia, che ha bisogno di una sua armonia e di una chiarezza di intenti, per non perdersi nel mare delle possibilità (o per perdersi meglio), per arrivare infine al primo capitolo, e toccando quindi elementi di stile e di efficacia. Mentre Villalta, premio Viareggio per la poesia, imposterà un fruttuoso corpo a corpo con gli studenti sul tema della poesia, come forma “alta” di utilizzo della lingua che innerva anche la prosa romanzesca, in un gioco di rimandi e di echi.
Press: ufficiostampa@volpesain.com
PORDENONESCRIVE 2020. Scuola di Scrittura di pordenonelegge
CALENDARIO
1 febbraio
10-13 Laboratorio sul romanzo, Alberto Garlini
14-17 L’amicizia come tema romanzesco, Marcello Fois
8 febbraio
10-13 Scrivere è riscrivere. Lezione, Andrea Tarabbia
14-17 Scrivere è riscrivere. Laboratorio, Andrea Tarabbia
15 febbraio
10-13 Laboratorio di poesia, Gian Mario Villalta
14-17 Laboratorio di poesia, Gian Mario Villalta
22 febbraio
10-13 Il gotico siciliano, Nadia Terranova
14-17 Laboratorio sul romanzo famigliare, Nadia Terranova
29 febbraio
10-13 Laboratorio sul romanzo, Alberto Garlini
14-17 L’ucronia, Tullio Avoledo
7 marzo
10-13 Laboratorio sul romanzo, Alberto Garlini
14-17 Biografia e romanzo, Michela Marzano
PORDENONESCRIVE 2020. Scuola di Scrittura di pordenonelegge
GLI INSEGNANTI
Tullio Avoledo, nato in Friuli nel 1957, ha esordito nel 2003 con L’elenco telefonico di Atlantide (Premio Montblanc). Ha poi pubblicato altri undici romanzi, prima per Sironi e poi per Einaudi e Marsilio, tra cui Mare di Bering, Lo stato dell’unione, Tre sono le cose misteriose (Premio Super Grinzane 2006), La ragazza di Vajont, L’anno dei dodici inverni e Un buon posto per morire (scritto con Davide “Boosta” Dileo dei Subsonica). Per Rizzoli è uscita nel 2014 la sua versione de Le Baruffe Chiozzotte di Goldoni. L’ultimo suo romanzo è Chiedi alla luce (Marsilio, 2016). Nel 2018 per Chiarelettere ha pubblicato Furland®. Ha collaborato con tre romanzi al Progetto Metro 2033 del russo Dmitry Glukhovsky. I suoi libri sono stati tradotti in inglese, spagnolo, tedesco, russo, polacco e ungherese.
Marcello Fois (Nuoro 1960) vive e lavora a Bologna. Tra i tanti suoi libri ricordiamo Picta (premio Calvino 1992), Ferro Recente, Meglio morti, Dura madre, Piccole storie nere, Sheol, Memoria del vuoto (premio Super Grinzane Cavour, Volponi e Alassio 2007), Stirpe (premio Città di Vigevano e premio Frontino Montefeltro 2010), Nel tempo di mezzo (finalista al premio Campiello e al premio Strega 2012), L’importanza dei luoghi comuni (2013), Luce perfetta (premio Asti d’Appello 2016), Manuale di lettura creativa (2016), Quasi Grazia (2016), Del dirsi addio (2017 e 2018), il libro in versi L’infinito non finire (2018) e Pietro e Paolo (2019).
Alberto Garlini è nato a Parma nel 1969, abita da molti anni in Friuli. Ha pubblicato i romanzi Una timida santità (Sironi Editore 2002, Premio Vigevano), Fùtbol Bailado (Sironi 2004, Christian Bourgois Editeur 2008), Tutto il mondo ha voglia di ballare (Mondadori 2007), Venise est une fête (Christian Bourgois Editeur 2010), La legge dell’odio (Einaudi 2012, Gallimard 2014), Piani di vita (Marsilio 2015), Il fratello unico (Mondadori 2017), Il canto dell’ippopotamo (Mondadori 2019) e Il fico di Betania (Aboca 2019)
Michela Marzano (Roma, 1970) è professore ordinario di filosofia morale all’Università Paris Descartes, editorialista de «la Repubblica» e autrice di numerosi libri tradotti in molte lingue. In Italia ha pubblicato, tra gli altri, Volevo essere una farfalla (2011), L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore (Premio Bancarella 2014), Papà, mamma e gender (2015). Per Einaudi ha pubblicato L’amore che mi resta (2017 e 2018) e Idda (2019).
Andrea Tarabbia è nato a Saronno nel 1978. Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il demone a Beslan (2011), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) e il saggio narrativo Il peso del legno (2018). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov. Con Madrigale senza suono, primo romanzo per Bollati Boringhieri, ha vinto il Premio Campiello 2019. Vive a Bologna.
Nadia Terranova (Messina, 1978) vive a Roma. Per Einaudi Stile Libero ha scritto i romanzi Gli anni al contrario (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l’americano The Bridge Book Award) e Addio fantasmi (2018, finalista al Premio Strega). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012), Casca il mondo (Mondadori 2016) e Omero è stato qui (Bompiani 2019). È tradotta in Europa e negli Stati Uniti. Collabora con «la Repubblica» e altre testate.
Gian Mario Villalta è nato a Visinale di Pordenone nel 1959. Ha scritto in poesia: Vedere al buio (Sossella 2007), Vanità della mente (Specchio Mondadori 2011) con cui ha vinto il Premio Viareggio 2011, Telepatia (Lietocolle 2016) e Il scappamorte (Amos 2019). Di critica, ha scritto Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli 2005), ha curato l’Oscar Mondadori degli Scritti sulla Letteratura (2001) di Andrea Zanzotto e, con Stefano Dal Bianco, la pubblicazione del Meridiano Mondadori dedicato a Zanzotto. Ha pubblicato i romanzi Tuo figlio (Mondadori 2004), Vita della mia vita (Mondadori 2006, Gallimard 2008), Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori 2013), Satyricon 2.0 (Mondadori 2014), Scuola di felicità (Mondadori 2016), Bestia da latte (SEM 2018) e L’olmo grande (Aboca 2019)