Spilimbergo: il Craf sempre più casa della fotografia regionale e nazionale
Nuovo spazio a Palazzo Tadea destinato alla conservazione a lungo termine delle oltre 500mila fotografie del Centro
Il CRAF inaugura il deposito climatizzato e il Fotografario, primo nucleo della collezione permanente della Fotografia Regionale
Il Centro di Spilimbergo sempre più casa della fotografia regionale e nazionale, memoria e futuro di un’arte in continua evoluzione. A gennaio 2020 in programma anche un convegno nazionale sulle strategie di intervento per la conservazione dei materiali foto-cinematografici delle collezioni di musei, archivi e biblioteche.
Spilimbergo, 2 dicembre 2019 – Un sofisticato deposito climatizzato per salvare dall’erosione del tempo oltre 500mila immagini – dagherrotipi, albumine, cartes de visite, diapositive e negativi su lastra e pellicola, positivi – ma anche preziosi epistolari e documenti e consegnare così alle generazioni future un patrimonio storico, culturale e artistico di inestimabile valore. E ancora, la costituzione del Fotografario 2019, primo nucleo di una collezione permanente dedicata alla fotografia del Friuli Venezia Giulia.
Sono queste le due importanti novità che il CRAF, Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo, presenta oggi 2 dicembre 2019 a Pordenone nel corso di una conferenza stampa cui intervengono l’Assessore Regionale alla Cultura e Sport Tiziana Gibelli e, per il CRAF, il Presidente Enrico Sarcinelli e il Responsabile Direzione Luca Giuliani.
L’inaugurazione del nuovo deposito climatizzato ideato, progettato e realizzato dal CRAF e dell’esposizione delle oltre 70 immagini che compongono il Fotografario del Friuli Venezia Giulia si svolgerà sabato 14 dicembre 2019 alle ore 11.00 nella Sala Consiliare del Comune di Spilimbergo. Seguirà visita a Palazzo Tadea.
“Abbiamo completato un nuovo importante passo verso l’ammodernamento della nostra struttura che ci permetterà di tramandare alle nuove generazioni un archivio fotografico e documentaristico immenso nelle migliori condizioni possibili – sottolinea Enrico Sarcinelli, Presidente del CRAF -. Questo grazie al fondamentale contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, dei Comuni soci ma anche di tutto lo staff che ha lavorato egregiamente affinché ciò fosse possibile in breve tempo”.
“Il problema uello della conservazione del nostro patrimonio culturale è di assoluta attualità – spiega Luca Giuliani, Responsabile Direzione del CRAF –. Pensiamo a quanto siano minacciati gli archivi italiani in particolare per la strabordante mole di patrimoni di cui prendersi cura e per la fragilità degli stessi: bastano anche soltanto un’eccessiva umidità, sbalzi termici o una temperatura media elevata per compromettere in modo definitivo documenti e immagini di valore inestimabile. Accanto alla costituzione di un deposito climatizzato si collocano poi il processo di digitalizzazione della fototeca del CRAF e la creazione di un catalogo online che permetteranno a un numero ancora più ampio di utenti di poter consultare il nostro archivio”.
Sempre sul tema, il Centro organizzerà il prossimo 30 gennaio 2020, nella sala Consiliare del Comune di Spilimbergo, un convegno nazionale dal titolo “Strategie di intervento per la conservazione a lungo termine dei materiali foto-cinematografici delle collezioni di musei, archivi e biblioteche” che vedrà la partecipazione, accanto a Stefano Perulli, Eugenia Di Rocco e Luca Giuliani per il CRAF, di Barbara Cattaneo (Opificio delle Pietre Dure, Firenze), Manuela Sesti (Fondazione Fratelli Alinari, Firenze), Barbara Bergaglio (Camera, Torino), Barbara Zonetti (Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, Roma), Elena Beltrami (Cineteca del Friuli, Gemona).
Il nuovo deposito climatizzato
Struttura all’avanguardia in Regione, è dotata di un condizionatore di precisione di ultima generazione e ad alta efficienza energetica che mantiene al suo interno una temperatura costante di 18 gradi mentre l’umidità relativa non supera il 45 per cento. Il progetto ha previsto un adeguamento degli ambienti attraverso lavori strutturali di controsoffittatura e la realizzazione di un’anticamera necessaria all’acclimatazione del materiale che viene portato all’esterno dei locali di conservazione. Sono stati inoltre collocati due depuratori d’aria con filtri ai carboni attivi, necessari per evitare che si creino ristagni di gas dannosi prodotti dal naturale degrado di alcuni fototipi o di spore fungine. La costante misurazione dei parametri termoigrometrici avviene con rilevatori mobili con datalogger, controllati periodicamente dal personale responsabile per la conservazione. La stanza di acclimatamento è munita di scaffalatura e ripiano, necessari per lo stazionamento di materiale selezionato per la consultazione fuori deposito. La finestra è dotata di doppi vetri e filtro UV. L’illuminazione è a LED, ad intensità regolabile e a bassa emissione di UV.
Il Fotografario
Il Fotografario è un termine che circola da tempo negli ambienti fotografici regionali a significare i profondi e sinceri legami, anche di amicizia, fra coloro che hanno fatto di questa forma espressiva una passione e un lavoro: è, insomma, come qualcuno ha voluto ricordare, “una collezione varia di sguardi di amici, sul mondo reale o su alcune sue immaginarie declinazioni”. A partire da questa suggestione, il CRAF ha invitato i più importanti e apprezzati autori regionali ad affidare una propria opera al Centro. Nella “casa” del CRAF sono entrati così 73 scatti di altrettanti fotografi; fra questi, citiamo gli amici “speciali” che purtroppo ci hanno lasciato nel corso del 2019: Sergio Scabar, Giuliano Borghesan, Adriano Perini, Guido Cecere, quest’ultimo fra i promotori più attenti del Fotografario e membro del comitato scientifico assieme a Cesare Genuzio, Walter Criscuoli, Pierpaolo Mittica, Stefano Perulli e Luca Giuliani. Quello che vedremo nel piano nobile di Palazzo Tadea è dunque il primo nucleo di una collezione permanente della Fotografia del Friuli Venezia Giulia, l’indice concreto della comunità dei fotografi della nostra regione. Le immagini del Fotografario 2019, raccolte anche in uno speciale catalogo celebrativo realizzato con il prezioso contributo di Friulovest Banca, saranno visibili al pubblico dal 14 dicembre 2019 al 30 gennaio 2020 con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì 15.30-19.30 (compresi il 24, 26 e 31 dicembre); sabato e domenica 10.30-12.30/15.30-19.30 (compreso il 6 gennaio). Ingresso gratuito (per ulteriori informazioni: info@craf-fvg.it; tel. 0427-91453).
L’archivio fotografico del CRAF: un patrimonio di inestimabile valore
La fototeca del CRAF custodisce circa 500mila fotografie. Al suo interno sono presenti materiali storici tra cui preziosi dagherrotipi, albumine, cartes de visite, positivi su lastra e album ottocenteschi. L’archivio ha preso forma nel 1987, anno di nascita del Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia a Spilimbergo, dove è stato fondato nel 1955 il Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia. La poetica neorealista ha messo qui profonde radici: la pionieristica esperienza del Gruppo ha promosso Spilimbergo piccola capitale della fotografia italiana, crocevia di artisti e sede della rassegna “Friuli Venezia Giulia Fotografia”. Oggi il Centro è per la Regione Friuli Venezia Giulia (L.R. 16 del 2014) polo di riferimento per le attività di ricerca, studio, raccolta, censimento, archiviazione, conservazione, digitalizzazione e valorizzazione della fotografia.
L’archivio del CRAF per oltre 30 anni si è posto l’obiettivo di preservare il patrimonio fotografico di interesse regionale attraverso gli autori più prestigiosi del Friuli Venezia Giulia e attraverso testimonianze visive dell’epopea dell’emigrazione friulana nelle direttrici europee e transoceaniche. In questo senso, si annoverano vintages della collezione fotografica di Giovanni Ciani (seconda metà dell’Ottocento), le riproduzioni degli album del Conte Ceconi con fotografie di Alois Beer, immagini del lungo viaggio di Giovanni Simoni lungo la Transiberiana e nella Cina degli anni Trenta. Di interesse regionale anche gli archivi di Aldo Beltrame (3.000 stampe d’epoca e 5.000 negativi), Carlo Bevilacqua, Tullio Stravisi, Katia Drigo, Orio del Mistro, Gianenrico Vedramin, Piero Vanni, Carlo Innocenti e Francesco Krivec. Di quest’ultimo, considerato il più importante fotografo ritrattista udinese del Novecento e primo fotografo friulano a cimentarsi in stampe a colori con il sistema “dia-transfert” da diapositiva, il CRAF possiede 60000 negativi su lastre e pellicole di diversi formati e circa 150 stampe positive.
L’archivio del CRAF travalica i confini regionali guardando con vivacità al contesto fotografico italiano. Tra gli archivi storici di rilevanza nazionale al CRAF è conservato anche il Fondo di Toni Nicolini, tra i più importanti esponenti della fotografia italiana, con 35000 stampe positive e oltre 75000 diapositive a colori. Il Centro ha inoltre acquisito nel 1995 l’archivio fotografico, la biblioteca e l’epistolario di Luigi Crocenzi (1923 – 1984) fotografo e operatore culturale, già collaboratore di Elio Vittorini nella rivista “Il Politecnico”. La consistenza è di circa 5000 negativi e 3000 positivi originali. Oltre alle fotografie dello stesso Crocenzi, nel suo archivio si trovano opere di Mario Giacomelli, Ugo Mulas, Ferdinando Scianna, Mario Cresci, Pepi Merisio, Piergiorgio Branzi.