Safilo: Bini, azione unitaria con Governo e Veneto a tutela lavoratori
Martignacco (Udine), 13 dic – Un’azione congiunta con il Governo, a cui è già stato chiesto un tavolo urgente, e con la Regione Veneto dove altri posti di lavoro sono a rischio. Sono questi gli assi su cui si sta muovendo l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, presente stamattina alla manifestazione dei 250 lavoratori della Safilo di Martignacco, che davanti allo stabilimento hanno organizzato un presidio con il parziale blocco del traffico lungo la SR464. “Questo è un fronte drammatico che vede coinvolte 250 famiglie per le quali stiamo lavorando in maniera intensa”, è stato il primo commento dell’assessore. “La Regione si è immediatamente attivata tramite il governatore Fedriga che ha sentito il ministro Patuanelli. Al Mise abbiamo chiesto un tavolo urgentissimo già la prossima settimana per comprendere quali azioni possiamo mettere in atto assieme affinché queste famiglie possano guardare ai prossimi mesi con maggior serenità”. L’assessore ha annunciato anche un dialogo con l’amministrazione regionale veneta: “parleremo anche con il Veneto perché è necessario fare un ragionamento congiunto a tutela dei lavoratori”. La crisi dello stabilimento di Martignacco, per il quale i vertici aziendali hanno prospettato la chiusura già il prossimo 7 gennaio, è infatti parallela ai tagli annunciati dall’amministratore delegato Angelo Trocchia anche nello stabilimento di Longarone in provincia di Belluno (400 esuberi). Ai lavoratori e ai sindaci presenti in rappresentanza del territorio (Martignacco, Fagagna, San Daniele, Rive d’Arcano, Mereto di Tomba, Moruzzo, Pagnacco) l’assessore ha manifestato l’intenzione di voler agire innanzitutto sui tempi. “L’azienda – ha detto – vuole stringere sulle scadenze, ma ha delle responsabilità sociali importanti e credo che il buon senso debba prevalere. Pertanto in prima istanza chiederemo che vengano procrastinati i termini che l’azienda si era data”. Le Rsu dello stabilimento di Martignacco parlano di “doccia fredda” e intendono proseguire la protesta con l’obiettivo di ottenere la cassa integrazione e sensibilizzare il settore economico affinché si faccia avanti la prospettiva di un’acquisizione da parte di qualche altro gruppo o impresa.