Appalti e welfare: cooperazione sociale per persone e territorio
Occorre rivedere il rapporto tra la politica e le scelte delle istituzioni in materia di welfare per dare corpo al percorso di rivalutazione delle opportunità che il mondo del lavoro può e deve offrire alle persone svantaggiate: un percorso, nel quale la Regione è impegnata anche coinvolgendo il sistema delle autonomie locali tramite la Centrale unica di committenza, tra l’altro, per assicurare la possibilità di accesso alle gare di appalto anche alle cooperative sociali e ai Comuni di piccole dimensioni, ovvero le realtà che possono assicurare lavoro alle persone meno fortunate. È quanto emerso dalla tavola rotonda svoltasi all’Enaip di Pasian di Prato, organizzata dalla Regione, dall’Anci FVG, dall’Alleanza delle cooperative italiane, sul tema “Garantire l’inserimento lavorativo negli appalti pubblici”, presenti il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia e l’assessore regionale al Patrimonio. La riforma sanitaria regionale ma anche l’approccio nuovo verso le autonomie locali e un nuovo metodo di governo del sistema delle istituzioni sul territorio contemplano nuovi spazi e opportunità per il mondo della cooperazione sociale e per consentire ai piccoli Comuni di affidare lavoro alle persone diversamente abili. Progetti, ipotesi di lavoro e impegni che la Regione ha adottato e intende assolvere, ma che rischiano di rimanere il “titolo di una norma”, o di una posta di bilancio, se non verrà compiuto un salto culturale dall’intero sistema della politica che deve essere messo un grado di governare le scelte. È stato infatti auspicato che le istituzioni locali possano essere reinvestite della capacità di governo delle politiche sociali per essere messe in grado di applicare le regole del buonsenso che, coinvolgendo le persone svantaggiate nel mondo del lavoro, riducano nel contempo anche parte dei costi dell’assistenza a carico del sistema della salute. La Regione dunque intende rivendicare a pieno titolo la propria specialità nella conduzione delle politiche sociali che, se governate da lontano e attraverso regole imprescindibili, rimangono mere aspirazioni o titoli di norme inapplicabili rispetto alle intenzioni dello stesso legislatore. Si è parlato anche della Centrale unica di committenza (Cuc) che, da strumento calato dall’alto e coercitivo e ancorato esclusivamente alla ‘spending review’, deve ora divenire un’opportunità per la Regione, per il sistema delle autonomie, per gli enti locali, anche per le piccole imprese, ivi comprese le cooperative sociali. La Cuc, è stato ricordato, ha generato in questi due anni risparmi agli enti locali per 50 milioni di euro. Per rafforzare questi obiettivi, ora, l’adesione dei Comuni alla Centrale è ora volontaria, mentre vengono considerate le diverse condizioni nelle quali gli enti locali del Friuli Venezia Giulia sono chiamati a operare, che si riflettono in esigenze e opportunità di lavoro, spesso molto differenti, tra le realtà rivierasche e quelle di montagna e non solo. La Cuc, è stato detto, è una struttura a servizio dei Comuni, che offre la propria consulenza nella predisposizione e nell’accesso alle gare di appalto. Nel contempo, si sta progettando una piattaforma on line, sulla quale non solo verranno pubblicati i bandi delle gare di appalto degli enti pubblici, ma saranno registrate anche le cooperative che intendano parteciparvi, per assicurare a tutti le medesime opportunità.