Ripensare la violenza: tre giornate formative. Focus sui maltrattanti, tra aspetti giuridici, culturali, sociali e psicologici
In merito alle problematiche di genere (dalle violenze alle molestie, dalla lotta agli stereotipi all’empowerment femminile a una cultura del rispetto e delle pari opportunità) Pordenone si è dimostrata laboratorio all’avanguardia, sia in merito ai contenuti che alle modalità, che hanno trovato espressione in un lavoro di rete a più livelli, che coinvolge sia enti pubblici, che istituzioni che associazioni. Il questo contesto si inserisce “Ripensare la violenza”, 3 giornate formative e di confronto (il 21, il 22 e il 23 febbraio) che si focalizzano sugli uomini maltrattanti e i sex offender – tra aspetti giuridici, culturali, sociali e psicologici – organizzate da Comune di Pordenone e associazione L’Istrice.
“Quando si parla di violenza di genere – commenta Guglielmina Cucci, assessora alle pari opportunità del Comune di Pordenone – ci si focalizza sempre su chi la subisce, raramente su chi la agisce. Si tratta invece di un aspetto molto importante, sia in termini preventivi, che di recupero. Esistono programmi specifici per autori di violenza domestica, che in Italia hanno una storia piuttosto recente. In Friuli Venezia dal 2009 a oggi sono nati tre centri di ascolto (a Trieste, Udine e Pordenone), ai quali si sono aggiunte recentemente a Pordenone le iniziative dell’associazione in Prima Persona, uomini contro la violenza. Fondamentale è infatti la presa di coscienza da parte degli uomini. Da una parte per la presa in carico di un problema finora addossato tutto sulle spalle delle stesse vittime e sul senso di solidarietà ed empatia tra donne, dall’altra per una assunzione di responsabilità da parte degli uomini maltrattanti, preludio a una volontà di cambiamento”.
“I centri di ascolto per uomini maltrattanti – afferma Aurelio Oddo, presidente dell’Istrice – devono lavorare in partenariato e stretto coordinamento con i servizi di assistenza alle vittime e con tutti gli attori della rete coinvolti nella lotta alla violenza di genere. L’obiettivo di queste giornate è dunque di approfondire la tematica, confrontandosi anche con altre esperienze italiane”.
Ripensare la violenza si articola in 3 giornate nella saletta Degan della Biblioteca.
La prima giornata di formazione (venerdì 21 febbraio dalle 9 alle 17) vede la partecipazione di Assessorato alle pari opportunità, Servizi sociali del Comune di Pordenone, operatori del tavolo sulla violenza promosso dalla Prefettura (Prefettura, Azienda Sanitaria, Questura, Voce Donna, In Prima persona, ecc), Ordine degli avvocati, Magistratura, Ufficio scolastico territoriale ed è rivolta a operatori e professionisti, che si occupano di violenza di genere, oltre a rappresentanti della amministrazioni pubbliche Le altre giornate sono rivolte in modo specifico agli operatori che si occupano dei centri per uomini che scelgono di agire violenza.
Ospiti della Tavola Rotonda sono specialisti, psicologi e psicoterapeuti di due realtà impegnate nel trattamento degli uomini maltrattanti – l’A.P.S. Interpares Trieste e Centro Ares di Bassano del Grappa), con due diverse specificità (la prima molto collegata al lavoro dei CAV dai quali sono “nati”, la seconda maggiormente in rete con Azienda Sanitaria e Forze dell’Ordine).
Questo permetterà di conoscere il loro modus operandi e mutuare quelle buone pratiche che si ritengono utili e consone per la realtà pordenonese.
Nella mattinata del 22 febbraio a portare la propria esperienza di lavoro rete con le Forze dell’Ordine e il Comune di Milano nella realizzazione del Progetto Zeus, sarà il CIPM – Centro Italiano per la Promozione della Mediazione – di Milano. Tutta l’attività è gratuita per i partecipanti, previa iscrizione (info: info@listrice.it; 3297752884).
I soggetti maggiormente interessati sono psicologi, assistenti sociali, personale medico sanitario, personale delle forze dell’ordine, avvocati, insegnanti.
L’iniziativa gode del patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, della Commissione regionale Pari Opportunità e della Commissione comunale Pari Opportunità, ed è realizzato in partnership con l’ordine degli avvocati dei Pordenone (sono previsti crediti). E’ stato richiesto l’accreditamento per la formazione continua degli assistenti sociali.