Riaprire per non affossare la montagna
A Tarvisio siamo pronti a ripartire in tutta sicurezza. Non consentircelo significherebbe affossare ancora di più imprese già con l’acqua alla gola, mettendo k.o. un’area della regione strategica per il turismo». Causa coronavirus, l’economia della montagna ha visto finire in netto anticipo la stagione invernale e teme di dover fare i conti con un’estate in tono decisamente minore. Per questo Confcommercio mandamentale, con il presidente Mauro Cestaro, la vice Anna Ferrauti e il consigliere Diego Bellotto, come tante altre categorie del commercio, del turismo e dei servizi, chiede a gran voce di poter ricominciare a lavorare. «Ci siamo confrontati con i colleghi ripetutamente in questi giorni di pausa forzata – spiegano – e abbiamo raccolto un vero e proprio grido d’allarme di decine di attività che temono realmente di non poter riaprire se il “lockdown” si dovesse prolungare. Ma al tempo stesso c’è una gran voglia di uscire da questa situazione».
Per questo il sistema imprenditoriale tarvisiano, assicura il mandamento di Confcommercio, è pronto a prevedere ogni forma di precauzione per quando sarà possibile riospitare la clientela in negozi e locali pubblici. «Quello che manca – proseguono Cestaro, Ferrauti e Bellotto – è qualche certezza in più sulla Fase 2 per quanto riguarda i protocolli. Mascherine, guanti, gel igienizzanti, distanza di sicurezza, sanificazione: tutte cose che vanno a cozzare, specialmente negli spazi più piccoli, con gli elementi chiave nel rapporto con il consumatore: accoglienza e contatto umano. Ma è evidente che, in una situazione del genere, faremo di tutto per adeguarci. Gestiremo meno volumi, avremo meno gente nei ristoranti, ma qualità e servizio non verranno meno. Anzi, saranno ancora più garantiti».
Difficile pensare di poter lavorare con il turismo straniero per qualche mese. «Dovremo puntare sulla clientela italiana, con iniziative mirate e coinvolgenti. Per quanto possa andar bene, tuttavia, gli incassi a fine anno diminuiranno comunque di non meno del 60%. Questo deve darci l’energia per aprire un dialogo costruttivo con i nostri fornitori, con i quali raggiungere un accordo economico conveniente per entrambe le parti, per riuscire almeno a recuperare i costi di gestione. Ma da soli non possiamo farcela: servono liquidità immediata, anche a fondo perduto, perché non si può chiedere a tutti di indebitarsi, e poi una burocrazia più snella e la sospensione di tasse e tributi comunali. Va dato atto al Comune di Tarvisio, su questo fronte, di avere dato la sua disponibilità a venirci incontro».