“Basta regole anti-contagio per l’età pediatrica”
“Sembra che per l’apertura dei centri estivi la Regione Fvg non intenda rivedere le regole anti contagio che giudico molto negativamente e per le quali ho apprezzato i contenuti della diffida inviata dall’avvocato Alessandra Devetag al governatore Massimiliano Fedriga contro le imposizioni che saranno imposte ai giovanissimi”.
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Walter Zalukar (Misto), elencando “le misure previste: obbligo di mascherina per tutto il tempo di frequenza, divieto di qualunque uscita, triage sanitario all’ingresso (misurazione temperatura, igienizzazione e domande sulla salute) con obbligo di accompagnamento di un solo genitore che non potrà accedere alla struttura, divisione in gruppi (un educatore per sette bambini) con divieto per i gruppi di avere contatti tra loro, divisione in aree o aule separate, divieto di portare oggetti da casa e di portare a casa lavoretti o disegni fatti al ricreatorio”.
“Queste regole – sottolinea Zalukar – vengono imposte nonostante i contagi siano praticamente azzerati, nonostante l’obbligo di mascherina sia stato abolito all’aperto, nonostante i rischi legati all’uso della mascherina sulla popolazione pediatrica siano ben noti e nonostante i bambini, nella vita quotidiana, possano giocare normalmente, frequentare parenti e amici. Ma anche benché la popolazione adulta stia di fatto conducendo una vita quasi normale con la possibilità di frequentare bar e ristoranti, fare attività sportiva e così via”.
“Le regole imposte alla popolazione pediatrica – prosegue la nota – non solo non trovano alcuna giustificazione, ma avranno conseguenze deleterie per i bambini. La loro spontaneità, bene prezioso che andrebbe preservato soprattutto nei momenti di difficoltà, viene di fatto soffocata e criminalizzata per realizzare una società ossessionata dalla sicurezza”.
“Se le regole imposte ai ricreatori sono finalizzate a evitare qualunque pericolo di contagio – conclude Zalukar – sono da un lato inutili, perché all’esterno i bambini continueranno una vita normale, e dall’altro dannose, perché le ferite psicologiche ed emotive provocheranno senza dubbio danni permanenti. Bambini e adolescenti hanno sofferto molto gli effetti della crisi epidemica: senza servizi educativi, senza scuola, senza sport e con una didattica a distanza che ha mostrato tutta la sua aridità. Ora si vuole offrire loro un servizio che, più che ricreativo, sembra un punitivo”.