Foraggiano illegalmente i cinghiali, segnalati alla Procura di Udine
Operazione condotta dal Noava del Corpo forestale Fvg
I forestali del Nucleo operativo per l’attività di vigilanza ambientale (Noava) del Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia hanno portato a termine nei giorni scorsi, nell’area di una riserva di caccia della pedemontana udinese, un’attività d’indagine sulla diffusa pratica del foraggiamento illegale del cinghiale. L’operazione ha consentito di individuare alcune persone segnalate successivamente alla Procura della Repubblica di Udine. Gli stessi forestali hanno provveduto a sequestrare tutte le attrezzature utilizzate dagli autori di tale pratica illecita.
L’attività di controllo è volta a verificare il rispetto della Legge 221 del 2015, finalizzata al “contenimento della diffusione del cinghiale”, e stabilisce che il foraggiamento di tale specie è vietato e può essere attuato solo nel periodo di apertura della caccia e con specifiche modalità, tra le quali l’utilizzo esclusivo di granella di mais nella quantità massima di 1 kg al giorno, mentre sono espressamente vietati altri alimenti quali pane, frutta, scarti alimentari e di macellazione prevedendo inoltre il distanziamento dei siti di foraggiamento.
L’importanza di tale divieto, volto al contenimento della proliferazione della specie cinghiale, è evidenziato dalla sanzione penale prevista per la sua violazione che prevede l’arresto da 2 a 6 mesi o un’ammenda che può arrivare fino a 2.000 euro.
Il contenimento della specie del cinghiale viene attuato riducendo la disponibilità alimentare al fine di limitarne la diffusione sul territorio ed evitare di rendere stanziali esemplari “nomadi” in zone dove la loro presenza può creare problemi quali l’interazione con la popolazione, danni all’agricoltura e, non ultimo, incidenti stradali, come verificatosi nei giorni scorsi sull’autostrada A4.
Il divieto di foraggiamento non vige nel periodo di apertura della caccia, quando invece è consentito, anche se in limitate quantità di alimento, così da attrarre gli animali per l’abbattimento.
Nella fattispecie, durante il mese di giugno, dalle attività di controllo del territorio operato dai forestali, è stato accertato che in una riserva di caccia della pedemontana udinese veniva praticata l’attività di foraggiamento in siti diversi, nonostante la caccia fosse chiusa sino alla metà di settembre.
Le indagini, condotte e portate a termine dal Noava, hanno permesso di accertare che in tali siti di foraggiamento vi fosse una massiccia presenza di cinghiali. La condotta illegale avveniva utilizzando distributori automatici di granella di mais con integrazione di frutta sparsa sul terreno e liquidi attrattivi per la selvaggina.
Foto archivio