Lingua friulana in Rai
Presentata la convenzione integrata. Moretuzzo: «Solo un acconto rispetto a quanto spetta ai friulani» Non usa mezzi termini il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, dopo la presentazione (24 settembre, ndr) della convenzione integrata tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Rai per la trasmissione di programmi radiotelevisivi in lingua friulana, con validità dal 1 ottobre 2020 al 29 aprile 2021.
«Aumentano ore e fondi per la programmazione Rai in lingua friulana, e questa è una buona notizia – commenta Moretuzzo –. Ma non ci si può accontentare di 34 ore di programmi in più, di cui non si esplicita il carattere informativo né la produzione ex novo, rispetto a quelli già calendarizzati. Dopo anni di battaglie e rivendicazioni, ci aspettavamo ben altri accordi. È certamente un passo avanti, ma è davvero troppo poco rispetto a quanto ci spetta per legge. Non un punto di arrivo, bensì di partenza per arrivare quanto prima ad avere una struttura autonoma per la lingua friulana a Udine – rafforzando la sede del capoluogo friulano nel suo ruolo di presidio territoriale –, con l’assegnazione di una redazione deputata alla ideazione e produzione di trasmissioni informative e programmi di approfondimento, e di dotazione tecnologica adeguata», afferma Moretuzzo, che assieme al collega del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia, Giampaolo Bidoli, ormai oltre due anni fa, aveva chiesto un aggiornamento contenutistico della convenzione Stato-Rai relativa alla Regione Friuli-Venezia Giulia con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.
Moretuzzo e Bidoli già allora chiedevano ulteriori impegni tra cui il riconoscimento dell’autonomia finanziaria e gestionale della sede Rai del Friuli-Venezia Giulia, funzionale al raggiungimento di una maggiore programmazione in lingua friulana conseguente anche a investimenti strutturali adeguati nella sede di Udine. Da allora, nessun cambio di passo sostanziale. «Dell’accordo illustrato oggi, guardiamo con favore all’istituzione di un Comitato di indirizzo e di monitoraggio chiamato a verificare lo stato di attuazione della Convenzione, monitorare l’attività di programmazione dei palinsesti ed esprimere valutazioni in merito a eventuali modifiche degli stessi. Peccato che su 7 componenti, uno soltanto rappresenti la Regione – osserva il capogruppo del Patto per l’Autonomia –. Si provveda a integrare questo organismo con componenti rappresentativi della minoranza linguistica friulana e dei suoi interessi. Il governo regionale si faccia finalmente portavoce di richieste precise e puntuali sulle quali tutto il Consiglio regionale era concorde. A parole tutti riconoscono l’importanza di questa battaglia, nei fatti no. Si lavori, tutti uniti, in vista della prossima convenzione, al rinnovo ad aprile 2021, per riconoscere alla minoranza friulana quanto le spetta, nel pieno rispetto della normativa di tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza. Inaccettabile è anche la disparità di trattamento. In questo senso, nella programmazione radiotelevisiva del servizio pubblico, si garantisca al friulano almeno la stessa presenza prevista per la lingua ladina – sollecita infine Moretuzzo –. A fronte di 30 mila parlanti il ladino nella provincia di Bolzano, la Rai prevede 352 ore annue di trasmissioni radiofoniche e 100 ore televisive, prodotte da una redazione di una decina di giornalisti alla quale si aggiungono collaboratori esterni. La comunità di lingua friulana (parlata da oltre 600 mila persone), fino a oggi, si è dovuta accontentare di 90 ore annue di radiofonia. Con l’atto integrato, registriamo un piccolo passo avanti, ma non ci accontentiamo più delle briciole».