Un mosaico per viale Venezia a Udine
E’ stato inaugurato il mosaico posto al centro della nuova rotatoria all’ingresso di viale Venezia a Udine. Realizzato dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo, voluto dal Comune di Udine e finanziato da Lidl Italia, il mosaico saluta chi arriva in città provenendo da ovest e lo fa con quello scudo bianconero, insegna della famiglia Savorgnan poi assunto a stemma e a simbolo di Udine.
Installato dai maestri della Scuola Mosaicisti del Friuli, il mosaico è stato svelato in una sobria cerimonia, in considerazione del momento, alla presenza del sindaco di Udine, Pietro Fontanini, degli assessori Loris Michelini e Fabrizio Cigolot, del presidente della Scuola Mosaicisti del Friuli, Stefano Lovison e del direttore della stessa Gian Piero Brovedani.
L’opera musiva si compone di due pannelli identici, posti su una struttura metallica al centro della rotonda, rivolti rispettivamente verso chi entra e chi esce dalla città. La modalità compositiva è quella contemporanea: le tessere di smalto veneziano sono state tagliate con forme e spessori diversi; applicate direttamente sul supporto per creare una superficie vibrante alla luce, che non appiattisce il disegno, ma ne dona quasi rilievo.
Con ieri dunque si allunga l’elenco di mosaici presenti a Udine a testimonianza di quanto quest’arte antica sia rimasta attuale, espressione tipica della nostra regione, di un saper fare artigianale conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Solo su viale Venezia tre sono gli esempi: dall’atrio d’ingresso dello Spazio Venezia in via Stuparich, alle lesene d’ingresso del Condomino Mauritius ai civici 109-113 e poi i rivestimenti dorati del Tempio Ossario. Si potrebbe continuare citando altri edifici religiosi, tra cui la chiesa dell’ospedale civile dedicata a Santa Maria della Misericordia e realizzata proprio dalla Scuola Mosaicisti del Friuli alla fine degli anni Cinquanta. Ci sono inoltre le vaste decorazioni parietali in molte scuole e istituti superiori eseguite in ottemperanza alla norma n. 717 del 1949, quella conosciuta come legge del 2% che destina ad opere di abbellimento una parte del costo totale di un edificio pubblico; ancora il Teatro Palamostre e l’Auditorium di San Quirino; i caffè storici come il Contarena o il Bar Delser…
Mosaici che mostrano una varietà di soggetti, materiali, tecniche, forme espressive; opere diversissime tra loro, ma che confermano tutte le due qualità proprie dell’arte musiva: la capacità di resistere al tempo e di rispondere a esigenze funzionali e decorative.