Lizzi: il latte ai piselli danneggia il settore caseario e inganna i consumatori
Bruxelles, 12 maggio – “Dopo il vino annacquato, la farina alle larve e il burger senza carne, il latte ai piselli rappresenta un’ulteriore conferma che l’Unione europea al pensiero unico vuole affiancare una dieta unica basata sul sistema Nutriscore”.
Lo scrive in una nota l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, che ha depositato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea di “promuovere i cibi tradizionalmente protagonisti della dieta mediterranea ed europea, creare accordi con le multinazionali affinché non espongano diciture ingannevoli sui propri prodotti, danneggiando comparti vitali, quali quello caseario e rivedere la propria posizione riguardante il sistema Nutriscore, che ancora non è stato approvato, che promuove con lettera ‘A’ il cibo ottenuto da farina di piselli secchi trasformati con l’aggiunta di additivi per riprodurre il sapore del latte”.
“La multinazionale Nestlè ha annunciato sui mercati europei la bevanda Wunda pubblicizzandola e promuovendola come ‘la nuova alternativa al latte a base di piselli è epica in tutto’. Sul contenitore –spiega l’europarlamentare della Lega- appare la scritta ‘plant based, not milk’, associandola al latte di origine animale e mandando un messaggio ingannevole al consumatore europeo. Il vicepresidente, capo delle relazioni Ue della Nestlé, in un video invita a brindare con una bevanda di piselli gialli frullati provenienti dal Belgio e dalla Francia promossa con ‘A’ da Nutriscore”.
“Il settore caseario –conclude Lizzi- è già stato duramente colpito dalla pandemia causata dal Covid-19 e questo nuovo prodotto alimentare, venduto come più salutare del latte, può provocare ulteriori danni economici al settore”.