Società benefit: “l’impresa crea valore condiviso”
Oggi, a palazzo Torriani, un convegno di Confindustria Udine e AnimaImpresa
“Basta operare dietro le quinte, basta offrire il fianco al radicamento della cultura anti-Impresa. La nostra risposta, come Confindustria Udine, è quella di accompagnare le aziende associate a far parte del sistema in maniera più aperta, più comunicativa per dimostrare all’opinione pubblica che sì l’impresa crea valore, ma che questo valore è più che mai condiviso”.
È quanto ha dichiarato Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine, aprendo oggi a palazzo Torriani, il convegno dal titolo “Società benefit: nuova paradigma e vantaggi”, promosso dagli Industriali friulani, in collaborazione con AnimaImpresa.
Le aziende che hanno adottato questo modello di business, introdotto da una normativa del 2016, integrano infatti nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, anche quello di avere un impatto positivo sulla comunità, impegnando i propri azionisti, il management e tutto il processo produttivo a standard più elevati di scopo, responsabilità e trasparenza, al fine di generare, appunto, un impatto positivo sulla società, sull’ambiente e sul contesto territoriale in cui operano.
“Nel 2020, anno della pandemia – ha sottolineato la presidente Mareschi Danieli -, in Italia il numero delle Società benefit è raddoppiato. Questo trend continua. E, ad oggi, si stima che siano circa un migliaio le imprese italiane, di tutti i settori e di ogni dimensione, che hanno deciso di fare questo passo. È ormai evidente che la sensibilità collettiva e l’opinione pubblica siano sempre più concentrate sul tema della sostenibilità, letta nel senso più ampio del termine, ovvero sì ambiente, ma anche comunità, persone, famiglia. Le società Benefit stanno cavalcando l’evoluzione senza subirla, è così che si fa, prima di tutto perché è giusto, poi perché a breve diventerà necessario per rimanere sul mercato”.
“Noi, imprese, non ci vantiamo, non c’è tempo, non porta a nulla e certo non siamo programmati per attività inutili – ha aggiunto la presidente di Confindustria Udine -. Questo strumento diventa quindi fondamentale per il cambiamento della percezione delle imprese. Continuo a pensare che non sia nel nostro DNA raccontare cosa, a latere dell’attività di impresa, un imprenditore fa per la propria comunità e per il proprio territorio, ma ora il metodo va ripensato. Ne abbiamo bisogno noi imprese, ne hanno bisogno i cittadini del nostro paese, che giornalmente vengono bombardati da informazioni quantomeno fuorvianti sulle nostre attività e questo crea una distorsione della realtà, che si riflette nel permettere a chi troppo spesso utilizza noi come capri espiatori, di distogliere l’attenzione da sé e dal suo non fare. È ora di tirarci fuori da questo circolo vizioso e il sistema delle Società Benefit ci viene in soccorso. Perché si tratta di un sistema che definisce in maniera oggettiva il contributo di un’impresa a ambiente, territorio e comunità”.
“Nel contesto europeo, questo modello ad oggi è presente solo in Italia ma non ho dubbi che a breve tutti ci verranno dietro perché quando un sistema funziona e dà effettivamente un valore aggiunto nessuno vorrà perdere l’opportunità. Oggi qui in FVG di Società riconosciute come Benefit ne abbiamo, ma abbiamo anche molte società Benefit che già si comportano come tali, perché si sono rese conto da tempo che questa strada giusta migliora la qualità di vita dei ns collaborati e di conseguenza migliora anche le performance dell’impresa, aumentando la capacità di attrazione di risorse umane qualificate, anche se purtroppo oggi si raschia il fondo del barile, aumenta la produttività, impatta fortemente sulla reputazione dell’azienda, eccetera”.
Dal canto suo, Fabrizio Cattelan, vicepresidente di Confindustria Udine, ha acceso i riflettori sul fatto che “ci sono molte realtà che fanno azioni in termini di responsabilità sociale d’impresa o sostenibilità, ma che, da umili imprenditori, non le comunicano, tendenzialmente più intenti al fare che al far sapere. Non comunicare, però, significa non accorgersi che le azioni sostenibili generano valore non solo per l’azienda, ma anche per gli stakeholder. Occorre dunque acquisire la consapevolezza che le best practice delle aziende orientate alla Corporate Social Responsability influenzano positivamente altri imprenditori del territorio, diventando generatrici di benessere”. A tale riguardo Cattelan ha evidenziato come in FVG si stia già concretizzando l’idea di responsabilità sociale di territorio, come dimostra la consultazione pubblica promossa per progettare la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSS). “C’è bisogno però della collaborazione di tutti, facendo leva su una responsabilità individuale che poggi le proprie basi su apertura, solidarietà e condivisione”.
Diego Zonta, vicepresidente di AnimaImpresa, ha invece posto l’accento sulla “partnership di Valore” avviata da AnimaImpresa con Confindustria Udine che, in questa occasione, “ha permesso di dare spazio a tante realtà d’eccellenza del nostro territorio. Il modello Benefit si sta diffondendo in tutta Italia e non è un caso se nella nostra regione si possono contare tante aziende che già vi si sono approcciate: da sempre il nostro tessuto imprenditoriale è sensibile alla sostenibilità, ancorato al territorio ed alla comunità. L’integrazione di queste attenzioni all’interno dello statuto – tramite il passaggio a Società Benefit – è un’ulteriore presa di Responsabilità Sociale da parte delle aziende. Da più di 10 anni Animaimpresa è referente sul territorio in questi ambiti e non possiamo che essere orgogliosi di constatare quanto si stia diffondendo una coscienza collettiva legata alla sostenibilità in chiave strategica”.
Per Lydia Alessio-Vernì, direttore generale dell’Agenzia Lavoro&SviluppoImpresa, “essere Società Benefit aiuta a motivare e a trattenere le persone che lavorano nelle aziende, ma anche e soprattutto permette di affrontare il mercato delle nuove generazioni. È implicito che la scelta non deve essere determinata da ragioni di profitto, anche se in molti casi i benefici economici vengono a ricaduta”. Alessio-Vernì ha poi assicurato l’attenzione della Regione nei confronti di questo nuovo istituto giuridico. “La Regione – ha affermato – è sempre pronta a sostenere i programmi e i progetti che sono riconducibili a condivisione, sostenibilità e impatto sul sociale. Da qui la nostra intenzione di spingere le aziende a diventare Società Benefit”.
Sono seguite poi, suddivise in due tavole rotonde moderate da Fabrizio Cattelan, le testimonianze dei vertici o dei Csr manager di sette Società benefit del Nordest: nella prima sono intervenuti Maurizio Zordan (presidente Zordan Srl SB), Piero Petrucco (ad I.CO.P. SpA SB) e Lorenzo Braida (general manager Braida Srl SB); nella seconda, Eleonora D’Alessandri (Csr manager C.D.A. di Cattelan Srl SB), Manuele Ceschia (ceo MyNet Srl SB), Ivo Nardi e Davide Scroccaro (rispettivamente, presidente e Csr Manager Perlage Winery Srl SB), e David Brussa (total quality e sustainability director Illycaffè).