In salvo lo speleologo ferito nella grotta a quota 2000 nelle Dolomiti Friulane
Pubblicato il 5 Luglio 2021
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Cimolais (PN) 05.07.2021 – E’ salvo lo speleologo di Roveredo in Piano rimasto in grotta ferito tutta la notte. Lo han tenuto al riparo dalla pioggia fino a poco dopo le sei del mattino a cinque metri dall’uscita, mentre il padre è stato fatto uscire e ha atteso a Casera Lodina quando è arrivato il cambio degli speleologi.
Lo speleologo, un ventiduenne, è rimasto ferito ieri, domenica 4 luglio, nella grotta Buca Mongana a 2000 metri di quota e a meno venti di profondità poco lontano da Forcella Lodina, nel gruppo del Duranno Cima dei Preti. Dal campo base a quota 700 è riuscito a decollare, nella tarda serata, l’elicottero della Protezione Civile che, nonostante le proibitive condizioni meteo, ha potuto con due rotazioni , grazie alla bravura del pilota, portare in quota a 2000 metri sia i materiali di soccorso, sia tre tecnici speleologi del Friuli Venezia Giulia, tra i quali un tecnico distruttore che ha iniziato ad allargare la strettoia per consentire alla barella di passare con il ferito a bordo in quanto la grotta, ancora poco conosciuta perché è in esplorazione, presenta una strozzatura.
La grotta si è rivelata più complessa del previsto perché costituita da serie di pozzi dei quali l’ultimo in alto molto franoso, quello in cui doveva avvenire la distruzione. Il ferito era sette metri sotto la strettoia e non poteva essere spostato perché non c’era spazio sufficiente all’interno dunque il lavoro dei disostruttori è stato fatto valutando attentamente l’allargamento per evitare che cadessero pezzi all’interno addosso al ferito. Si è poi deciso, con la valutazione dei medici, di portarlo fuori senza barella, appeso al pannolone – alle 1.40 era fuori dalla strettoia – dal momento che presentava solamente un braccio rotto e ferite al volto, senza danni o lesioni a schiera e arti inferiori che richiedessero necessariamente la barella spinale.
L’elisoccorso regionale, che si è alzato in volo alle 6, lo sta prelevando per portarlo a valle. Gli altri materiali e tutto il personale del Soccorso speleologico arrivato in quota a 2000 metri verrà evacuato con l’elicottero della Protezione Civile. In tutto hanno preso parte una quarantina di tecnici del Soccorso Alpino tra cui diversi provenienti da altre regioni Lombardia, Trentino, Umbria e Lazio non tutti però impiegati nelle operazioni che hanno avuto l’esito positivo prima del previsto.