Scienziati da tutta Italia e dall’estero a Trieste per il convegno Unicef sull’allattamento
E l’alimentazione nei bambini
Si è concluso ieri sera a Trieste l’inconto della Rete Insieme per l’allattamento, coordinato dall’Irccs “Burlo Garofolo” e che ha visto la partecipazione di numerosi scienziati italiani ed europei.
Il “XV incontro nazionale della Rete Insieme per l’allattamento” dal titolo “Allattamento fra care e scienza” ha permesso la condivisione dei nuovi standard Unicef, degli ultimi studi scientifici e delle buone pratiche nel campo dell’assistenza alle famiglie nei primi 1000 giorni di vita dei bambini.
Individuare standard di qualità nell’assistenza materno-infantile e nella promozione e protezione dell’allattamento è l’obbiettivo che ormai da molti anni sta portando avanti l’Unicef a livello mondiale. In Italia a tal fine ogni anno si svolge un convegno organizzato dalla Rete Insieme per l’Allattamento di Unicef, che per la sua quindicesima edizione è stato ospitato oggi a Trieste. Nel capoluogo giuliano sono arrivati numerosi scienziati e professionisti europei che si sono confrontati sul tema: “Allattamento fra care e scienza” all’interno di quattro sessioni dedicate rispettivamente a: “Il codice internazionale” moderata da Sergio Conti Nibali e Mariarosa Milinco; “Allattamento e scienza” moderata da Francesco Maria Risso e Stefano Sani; “Nurturing care: la ricerca e la pratica” moderata da Manuela D’Alessandro e Carla Pittini; “Mantenere nel tempo le buone pratiche” moderata da Danka Dragovic, Veronique Santarossa e Antonella Trappan.
L’evento triestino ha, dunque, proseguito il percorso di Unicef teso a proporre argomenti riguardanti la promozione e protezione dell’allattamento e l’alimentazione dei bambini nei primi mille giorni di vita, in un’ottica di promozione della salute di mamma e bambino in quello che si definisce “Percorso Nascita”.
Ha aperto l’incontro il direttore generale dell’Irccs “Burlo Garofolo”, Stefano Dorbolò che ha rimarcato l’importanza dell’allattamento «come provvedimento di salute pubblica per mamma e bambino» sottolineando come secondo alcuni studi «se tutte le mamme del mondo allattassero vi sarebbero 20.000 decessi in meno all’anno per tumori della mammella e ovaio». Dorbolò ha, poi, ricordato come: «L’importante incontro di oggi, per il quale ringrazio gli organizzatori e tutti i partecipanti, si inserisce perfettamente con le linee di lavoro che caratterizzano una delle mission dell’Istituto, ovvero quella legata alla ricerca traslazionale, grazie alla quale i professionisti dell’Istituto lavorano quotidianamente per le scoperte scientifiche della ricerca in applicazioni cliniche, integrando quotidianamente i confronti tra equipe multi e interdisciplinari tutte orientate a rispondere al meglio ai bisogni di salute dei nostri piccoli pazienti e delle loro mamme. Proprio per questo – ha proseguito – abbiamo fortemente voluto avviare il percorso di accreditamento come “ospedale amico delle Bambine e dei Bambini” per qualificare ulteriormente il nostro ospedale e mettere al centro la famiglia. Come istituto – ha concluso il direttore generale – riteniamo essenziale che nel processo di cura oltre all’elevato livello tecnico professionale sia sempre ben presente e integrata/ la componente relazionale e umana del rapporto con il paziente».
«Unicef Italia – ha spiegato Vittoria Sola referente Asugi della Comunità Amica dei bambini promossa da Oms e Unicef, e direttore della Struttura Complessa di Tutela di bambini, adolescenti, donne e famiglie – promuove standard di qualità nell’assistenza materno-infantile e nella promozione e protezione dell’allattamento (denominato rispettivamente 10 passi per l’Ospedale e 7 passi per la Comunità- Servizi Territoriali). Si tratta di un percorso di accreditamento che è già stato completato dall’azienda territoriale di Asugi nel 2015 e tale riconoscimento è stato riconfermato a fine 2019, data in cui anche l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” ha iniziato lo stesso importante percorso, con particolare attenzione all’applicazione delle più recenti evidenze scientifiche e con l’obiettivo di conseguire il cosiddetto “empowerment della famiglia”. Tale integrazione Ospedale/ Territorio è vista come modello peculiare da parte di Unicef Italia come un esempio di “area territoriale amica dei bambini e delle bambine per l’allattamento”, di ulteriore interesse in considerazione dell’estensione di Asugi».
In particolare, il congresso ha avuto inizio con la sessione dedicata al Codice Internazionale «Uno strumento nato per proteggere l’allattamento dalle interferenze commerciali in tutto il mondo – ha chiarito Mariarosa Milinco della Struttura Complessa di Epidemiologia Clinica e Ricerca sui Servizi Sanitari del Burlo Garofolo – e che numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato essere il più importante degli interventi quando si discute di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento. Questo incontro – aggiunge – è stata un’occasione preziosa di scambio, di crescita e di condivisione dei nuovi standard proposti dall’Unicef, di discussione delle recenti evidenze della letteratura e degli studi scientifici oltre che delle esperienze sul campo. Questo tipo di convegni contribuiscono, infatti, a cambiare l’approccio professionale e la motivazione degli operatori: quegli operatori che sono al fianco delle famiglie nei primi 1000 giorni, periodo così delicato e fondamentale per il futuro di tutti i bambini».
Il convegno ha visto, inoltre, contributi nazionali ed internazionali su tematiche innovative e di grande attualità, in riferimento anche alle indicazioni del punto 10 della dichiarazione conclusiva dei Ministri della Salute del G20. «Si è parlato – ha ricordato Laura Travan, direttore facente funzione della Struttura Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (Tin) del Burlo –di epigenetica dell’allattamento, del nuovo approccio alla diade madre-neonato proposto dall’ostetrica inglese Suzanne Colson definito Biological Nurturing e dei suoi effetti sull’empowerment della donna, della centralità del ruolo assunto dalla famiglia e ancora dell’impatto ecologico del “non allattamento”, dei progetti nazionali di valorizzazione della famiglia, dei programmi di formazione ma è anche di allattamento nell’arte. Uno spettro molto ampio di temi, dunque, che ci hanno permesso di fare il punto sulle migliori pratiche nel nostro settore».
Sottolineando l’importanza dell’incontro triestino, Carmela Pace, presidente Unicef Italia, ha sottolineato come «questa giornata, di cui ringraziamo l’Istituto “Burlo Garofolo” di Trieste e l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, è stata un’importante occasione di confronto tra professioniste e professionisti del percorso nascita e di valorizzazione delle buone pratiche Oms/Unicef nella promozione, protezione e sostegno dell’allattamento. Il Programma “Insieme per l’Allattamento” dell’Unicef Italia rappresenta un’azione integrata che coinvolge tutto il percorso nascita, in modo che i genitori e i loro bambini abbiano accesso tempestivo a una rete di sostegno continuativa tra gli operatori del punto nascita e dei servizi territoriali, i gruppi di sostegno e la comunità locale».