Pensioni, SOS Cgil :«Con gli attuali criteri assegni poveri per il 60% dei giovani»
«Dal Governo prime aperture, ma servono misure concrete». Pezzetta: «Manovra debole sulla previdenza»
«L’avvio dei tavoli tecnici su fisco e pensioni annunciato questa settimana dal Governo è un’apertura importante nei confronti dei sindacati. Ma sono tavoli che dovranno portare risposte concrete alle richieste di Cgil, Cisl e Uil. Ecco perché è importante che la mobilitazione in atto prosegua». Il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, a Udine per un attivo regionale al quale hanno partecipato oltre duecento delegati della Cgil, fa così il punto sul confronto in atto sulla manovra finanziaria nazionale tra l’esecutivo e le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil.
Non bastano le prime aperture del Governo, quindi, a “congelare” una mobilitazione che vede coinvolto unitariamente il sindacato e nell’ambito della quale, in Friuli Venezia Giulia, è stata decisa una manifestazione di piazza indetta per sabato 27 novembre a Palmanova. A ribadirlo anche il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta, che davanti alla platea di delegati, riunitasi nell’auditorium della Regione, ha spiegato i grandi nodi al centro del difficile confronto con il Governo. «Sulla previdenza – queste le sue parole – la previsione di spesa in manovra è di 600 milioni: con queste risorse puoi incidere ben poco, e una misura come quota 102 sarebbe poco più che una presa in giro, con una platea che secondo le nostre stime non supererebbe le 8mila persone a livello nazionale, non più di 200 in regione. Quota 100, lungi dall’essere quella modifica strutturale alla Fornero dipinta da alcune forze politiche, ha consentito invece un’uscita anticipata a una media di circa 100mila lavoratori all’anno». Quanto all’annunciata estensione dell’Ape sociale, Pezzetta la giudica un passo nella giusta direzione, ma «con la consapevolezza che non si tratta di una modifica strutturale alla Fornero né tantomeno di un diritto, visto che la misura sarà garantita solo fino ad esaurimento delle risorse stanziate».
Le richieste sul tavolo, sul fronte pensioni, retano quelle di una flessibilità in uscita a 62 anni di età o con 41 di anzianità, oltre a una revisione dei coefficienti contributivi, a tutela delle pensioni future, a sostegno della quali la Cgil rivendica l’esigenza di un fondo di garanzia, «dal momento che precarietà e salari bassi, sommati ai coefficienti previsti dalla Fornero, produrranno pensioni povere per il 60% dei lavoratori più giovani», spiega ancora il segretario regionale della Cgil. Ma tra le rivendicazioni ci sono anche quelle di un riconoscimento contributivo del lavoro di cura svolto dalle donne in ambito familiare, oltre naturalmente ai grandi temi del fisco, dove si punta a una riduzione delle tesse su lavoro dipendente e pensioni, e della rivalutazione degli assegni pensionistici.