Glesie Furlane ricorda pre Checo Placerean a 101 anni dalla nascita
In programma un doppio omaggio per il prete e intellettuale di Montenars: la pubblicazione del video “E te ultime dì lu viodarai in muse” e la proiezione di “Predis, la nazione negata”
Il 30 novembre 1920 nasceva pre Checo Placerean, fra le più importanti figure dell’autonomismo friulano. Il 30 novembre 2021, Glesie Furlane lo ricorda – a 101 anni dalla nascita e 35 dalla morte – con una doppia iniziativa. Sui canali social (YouTube, Vimeo, Facebook) sarà pubblicato un video intitolato “E te ultime dì lu viodarai in muse” e girato a Montenars, paese natale dell’intellettuale e sacerdote. In serata, alle 20.30 al Cinema Sociale di Gemona del Friuli, sarà invece proiettato il docufilm “Predis, la nazione negata”, che narra l’impegno di pre Checo per la tutela della lingua e della cultura friulana.
IL VIDEO ONLINE IL 30 NOVEMBRE – “E te ultime dì lu viodarai in muse” è una clip fortemente poetica realizzata da Belka Media con la regia di Massimo Garlatti-Costa. Ci propone una visione intimistica di pre Checo: «Ci ricorda che ogni uomo rende conto, a Dio e a sé stesso, di quanto ha fatto nella sua vita mortale, guardandolo e guardandosi in faccia nell’ultimo giorno della sua vita terrena. Pre Checo sicuramente ha dato tutto sé stesso al Friuli e ai friulani affinché questi prendessero coscienza della propria fede, storia, cultura e lingua, ha smosso coscienze, è stato ed è ancora, un pilastro della loro vita», ha spiegato il regista.
PREDIS A GEMONA – Martedì 30 novembre, sempre in occasione del doppio anniversario, Glesie Furlane insieme alla Cineteca del Friuli, all’amministrazione comunale di Montenars e all’Istitût ladin furlan pre Checo Placerean presenterà, alle 20.30 al Cinema Sociale di Gemona del Friuli, “Predis, la nazione negata” – una produzione di Raja Films e Belka Media (2020), realizzata con il supporto di ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, Fondo Regionale dell’Audiovisivo Fvg, FilmFund – Film Commission Fvg, Glesie Furlane. Il film propone una fotografia in bianco e nero che richiama un Friuli dimenticato ma eterno, abitato da persone che vivono e lavorano ancora a contatto con la terra. Un Friuli essenziale, crudo, quasi atavico. Le uniche riprese a colori sono quelle d’archivio in 8mm, che ci fanno vedere il Friuli al tempo dei tre protagonisti della pellicola: don Giuseppe Marchetti, don Francesco Placereani e don Antonio Bellina. «Uomini illuminati – dice il regista Massimo Garlatti-Costa – che avevano anticipato i tempi e i pericoli che il futuro avrebbe portato. Proprio con questa visione i tre preti hanno cercato di far capire allo loro gente quanto importante fosse lottare per i propri diritti, la propria libertà di espressione, di lingua e cultura».