“L’auto a guida autonoma sarà una realtà entro il 2025”
L’ automotive spinge verso nuovi modelli di business : più servizi e meno prodotti di proprietà
«Entro il 2025 l’auto a guida autonoma sarà una realtà. È ormai un traguardo contato», afferma Roberto Siagri, imprenditore e autore del libro «Servitizzazione. Dal prodotto al servizio».
Entro il 2025, ma molto probabilmente anche prima, «l’auto a guida autonoma sarà una realtà» e non è una previsione di qualche ottimista, il traguardo «è ormai certo». E segnerà un punto di svolta nella maturazione della servitizzazione dell’economia, indispensabile per continuare uno sviluppo sostenibile.
Nei giorni in cui in un appuntamento fieristico a Los Angeles il brand mondiale Jhon Deere ha presentato il suo trattore a completa guida autonoma, Roberto Siagri, già fondatore di Eurotech, autore del libro «La servitizzazione. Dal prodotto al servizio», e ora impegnato nello studio dei nuovi modelli di business che rendono possibili un uso evoluto della tecnologia e del digitale, evidenzia il ruolo di apripista che proprio il comparto dell’automotive svolgerà nel percorso di servitizzazione dell’economia. Ovvero un’economia destinata a trarre valore da servizi piuttosto che dai beni da possedere.
Proprio la completa automazione della guida dell’auto renderà evidente la non necessità del possesso del bene, a fronte di un servizio che si può acquistare con maggiori vantaggi. «Perché dovrei possedere un’auto – esemplifica infatti Siagri -, quando potrò avere la tipologia di mezzo che mi sarà necessario a seconda dei servizi che dovrà svolgere in quel momento? E perché dovrei sobbarcarmi i costi di bollo, tagliandi, revisione, il pensiero di cambiare le gomme al cambio di stagione …. e via elencando, quando potrò invece utilizzare il mezzo solo per il tempo e nel modo che mi è necessario? A ben fare i calcoli, generalmente oggi l’auto è il mezzo che ha il più alto grado di inefficienza, rimanendo inutilizzato per circa il 95% del tempo che la possediamo».
Se la guida autonoma ha già raggiunto un certo livello nella scala da 0 a 5 che ne misura l’indipendenza («la maggior parte delle nuove auto oggi è tra i 2 e i 3 gradi di autonomia», afferma l’imprenditore), quando il processo si sarà esplicato completamente, cioè al grado 5, le auto viaggeranno su qualsiasi strada, non solo nei grandi centro urbani, anche sulle strade di montagna. «Ciò significa che – prosegue – cambierà lo stesso significato di “isolato”, perché tutto potrà essere raggiunto o fruibile con maggiore facilità».
Meno auto prodotte vorrà dire meno lavoro? Siagri demolisce con argomentazioni puntuali e stringenti uno degli argomenti che potrebbero sembrare forti nell’analisi critica della servitizzazione. «L’obiettivo finale è consumare meno materie prime e ridistribuire la ricchezza: non necessariamente, perciò, si produrranno meno veicoli, perché essi potrebbero avere maggior diffusione nelle aree del pianeta dove non si hanno le risorse per comprare un’auto, ma si avrebbero quelle per comprare un suo utilizzo. Inoltre, ci saranno tutti i servizi da organizzare ed erogare. Può cambiare il lavoro, ma non venir meno l’opportunità di occupazione».
Lavoro assicurato, poi, per il legislatore e per tutte le autorità che devono cominciare a prevedere questi mezzi su suolo pubblico, con la conseguente necessità di normare uno scenario inedito dal punto di vista, per esempio, del codice della strada e assicurativo.