Un inno alla fratellanza dal campanile più alto d’Italia
Dall’artista 92enne Giorgio Celiberti una vita dedicata alla memoria
A Mortegliano, dal campanile più alto d’Italia, in occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio 2022, è stata calata l’installazione pittorica di eccezionale misura 3 metri x 50 metri realizzata dall’artista friulano GIORGIO CELIBERTI, 92enne da sempre impegnato a custodire, tramandare e dare voce alla memoria attraverso le sue opere.
La commemorazione si è tenuta alla presenza dei rappresentanti delle diverse confessioni religiose (cristiani, ortodossi, ebrei, islamici) e delle istituzioni e sarà impreziosita dall’omaggio canoro della soprano SELMA PASTERNAK, pronipote del celeberrimo Premio Nobel Boris Pasternak e autore del romanzo “Il dottor Zivago” e residente con la sua famiglia a Moruzzo.
Alla cerimonia sono intervenuti anche il cantautore friulano Dario Zampa, il Club Diamante, con coreografia di Giulia Settomini, ed il Quartetto Domus Musicae della Scuola di Musica di Mortegliano.
«La visita al carcere di Terezin ha significato per Celiberti un appuntamento col destino, col suo destino di artista, rivelandogli appieno la sua vera natura con un’improvvisa illuminazione della coscienza […]», scrive lo storico dell’arte Giorgio Di Genova, nel 1995. «Dalla metà degli anni Sessanta, insomma, Celiberti si è conosciuto, o meglio si è riconosciuto».
Degli oltre 15 mila bambini internati a Terezin (all’epoca, campo utilizzato anche quale set per un film di propaganda nazista), solamente in pochi si sono salvati dallo sterminio. Le opere di Giorgio Celiberti, uno degli ultimi artisti viventi ad aver partecipato alla prima Biennale di Venezia, hanno testimoniato in modo struggente con graffi, lettere e cuori, nelle grandi tele affrescate, così come nella textur, dal 1965 a oggi.
Anche per Selma Pasternak lo stesso campo di Terenzin è inciso nella storia della famiglia. «Mio nonno Antonin, fratello di Boris, era dottore. Durante la Rivoluzione bolscevica si è rifugiato a Praga. E nel 1944 è stato condotto nel campo di Theresienstadt/Terezín, dove poteva fare il medico», racconta in un’intervista. «Compilò una lista di persone fingendo che fossero affette da una malattia rara, così salvò se stesso, sua moglie, il figlio e una certa quantità di persone. Gli hanno dedicato una targa postuma su un albero al Giardino dei Giusti, lo Yad Vashem di Gerusalemme».