Sos criminalità ed economia di guerra. L’allarme del sindacato finanzieri
Edilizia, appalti e commercio i settori più esposti
Preoccupazione per gli effetti regressivi sull’economia determinati dalla guerra in Ucraina che innalzano il pericolo di inquinamento criminale, anche internazionale, dell’economia regionale già indebolita dalla pandemia.
L’edilizia su tutti, ma anche gli appalti, pubblici e privati, e il commercio e il turismo, dove gli effetti della pandemia hanno aumentato esponenzialmente il numero di aziende in difficoltà. Questi, anche in Friuli Venezia Giulia, i settori più esposti alle attenzioni della criminalità organizzata, alla ricerca non soltanto di occasioni di business illegale, in primis l’usura, ma anche di aziende dove “investire” i proventi delle sue attività, questo mentre l’applicazione delle sanzioni economiche alla Russia e la conseguente caduta del rublo potrebbe determinare un forte incremento del riciclaggio a livello internazionale e la carenza di materie prime potrebbe indebolire il settore industriale.
«Giustamente in questi giorni – dichiara Armando Gallucci – l’attenzione dell’opinione pubblica e anche del sindacato è calamitata dalla tragica escalation della crisi ucraina, ma questo non deve farci abbassare la guardia rispetto al rischio, mai così concreto, di un’espansione delle aree di illegalità nell’economia e nel mondo del lavoro. Rischi legati ad una possibile emersione di insidiosi fenomeni di riciclaggio internazionale determinato dal blocco dei capitali russi, ma anche a fattori come gli incentivi e i fondi Pnrr, che fanno dell’edilizia il settore trainante dell’economia e conseguentemente il più “attenzionato” anche dalle organizzazioni criminali».
Il Segretario Regionale SILF rimarca «la necessità di mantenere alta la vigilanza su eventuali infiltrazioni di carattere mafioso e su fenomeni criminali, anche d’importazione, come il caporalato, che spesso non è solo una pratica illegale fine a sé stessa, ma anche il cavallo di Troia attraverso il quale la criminalità organizzata riesce a infiltrarsi nel tessuto economico e produttivo». Si assiste sempre più spesso, secondo Gallucci, «a pratiche di questo tipo gestite all’estero e tese a favorire l’immigrazione clandestina, attraverso falsi documenti, e quindi di manodopera sprovvista di adeguate competenze lavorative, questo mentre rimane tutta da verificare la gestione degli immigrati ucraini rifugiati di guerra che a migliaia si stanno riversando anche nella nostra regione e che stanno pesantemente aggravando il lavoro delle Forze dell’Ordine, in particolare a Fernetti».
Altro fattore d’allarme l’elevato numero di imprese nate negli ultimi sei mesi, 11.600 in Italia secondo la rete delle Camere di Commercio: «Se da un lato è un segnale di vitalità che si spera la guerra non spenga sul nascere – commenta Gallucci – il fatto che molte di queste imprese siano del settore edile e senza dipendenti dovrebbe far prendere in considerazione di estendere all’edilizia privata le certificazioni Soa utilizzate negli appalti pubblici, quale ulteriore garanzia per i consumatori e i cittadini, potrebbe infatti non bastare neanche l’estensione della campagna straordinaria di vigilanza recentemente estesa anche per il 2022 dall’Ispettorato del Lavoro ai fini della sicurezza sul lavoro».
Infine, nell’evidenziare la necessità di una vera riforma volta a garantire ai finanzieri una piena rappresentanza sindacale: «La costante crescita delle adesioni al Sindacato Italiano Lavoratori Finanzieri SILF – dichiara il segretario regionale – è un chiaro segno di una richiesta di tutela da parte dei lavoratori che non può essere né ignorata né elusa, non più rinviabile quindi un avvicinamento concreto del mondo militare e dei finanzieri in particolare alla società civile, soprattutto in questo delicatissimo momento storico dagli sviluppi imprevedibili per tutti».
Foto Segretario Regionale SILF Armando Gallucci