Tiroide, cosa c’è da sapere
La tiroide è una ghiandola endocrina che si trova alla base anteriore del collo, sotto il “pomo d’Adamo”. Ha una forma a farfalla ed è composta da 2 lobi e da un istmo. La tiroide è molto importante in quanto, attraverso la produzione degli ormoni che rilascia nel circolo sanguigno, ricopre un ruolo fisiologico importantissimo: regola il metabolismo corporeo (consumo di ossigeno e metabolismo di proteine, grassi e zuccheri), lo sviluppo scheletrico e cerebrale già dalla vita fetale, il battito cardiaco, le condizioni della pelle e dell’apparato pilifero e la temperatura corporea.
Le alterazioni anatomiche e funzionali della tiroide sono molto diffuse e colpiscono maggiormente il sesso femminile.
Gli studi epidemiologici evidenziano come fino al 50% della popolazione apparentemente sana presenti alterazioni micro-nodulari della tiroide, il 15% presenti un gozzo palpabile e il 10% alterazioni della funzionalità.
Qui di seguito verranno illustrati gli esami utili per la diagnosi ed il monitoraggio delle tireopatie.
- A) Esami di laboratorio:
1) Triiodotironina (T3) e tiroxina (T4).
Sono gli ormoni prodotti dalla tiroide. In realtà se ne dosa la frazione libera (FT3 e FT4), cioè quella attiva. Sono entrambi necessari per la diagnosi ed il monitoraggio dell’ipertiroidismo, mentre il dosaggio del FT4 è sufficiente nell’ipotiroidismo.
2) TSH (ormone tireotropo o tireostimolante). Il TSH è un ormone prodotto dall’ipofisi (una ghiandola che risiede nel cervello) e la sua produzione è regolata con un meccanismo detto di feed-back (retrocontrollo) negativo: se gli ormoni tiroidei vengono prodotti in eccesso (ipertiroidismo) l’ipofisi riduce la produzione di TSH, mentre se gli ormoni vengono prodotti in difetto (ipotiroidismo), il TSH aumenta con l’obiettivo di stimolare la tiroide a produrne di più. E’ l’indice più sensibile della funzionalità tiroidea poichè la correlazione tra TSH e FT4 non è lineare; ad es se FT4 si dimezza (e può essere ancora entro i valori di norma), il TSH aumenta di decine di volte. E’ l’ esame di elezione per definire il livello di funzionalità tiroidea e differenziare le situazioni di eu-, ipo-, e iper-tiroidismo.
3) Anticorpi antitiroide: anti-tireoperossidasi (TPO) e anti-tireoglobulina (TG). Anticorpi prodotti dal sistema immunitario “per errore”. Utili per la diagnosi delle tireopatie autoimmuni (nello specifico della tiroidite di Hashimoto), in particolare quelli anti-TPO. Quelli anti-TG hanno valore, se positivi, solo quando i primi sono negativi. Una volta che siano stati riscontrati positivi, non serve ripeterli in quanti il loro dosaggio non ha correlazione con gravità ed evoluzione della malattia.
4) Anticorpi anti-recettore del TSH (TRAb). Anticorpi che emulano l’azione del TSH aumentando la produzione degli ormoni tiroidei. Utili nella diagnosi differenziale degli ipertiroidismi e nel monitoraggio dell’ipertiroidismo autoimmune.
5) Tireoglobulina. E’ un marcatore per il monitoraggio del carcinoma tiroideo papillifero o follicolare già operato.
6) Calcitonina. E’ un marcatore per la diagnosi e il monitoraggio del carcinoma midollare della tiroide.
- B) Esami di diagnostica per immagini
1) Ecografia tiroidea. E’ l’esame “principe” per la diagnostica tiroidea. E’ un esame semplice che non richiede preparazione, è ripetibile ed eseguibile in qualsiasi ambulatorio in quanto non emette radiazioni. Permette di studiare il tessuto tiroideo e di identificare i noduli e le loro caratteristiche (dimensioni, parete, contenuto, vascolarizzazione, calcificazioni) differenziando quelli benigni dai maligni (circa il 5%).
2) Scintigrafia della tiroide. Esame eseguito solo in Ospedale, in Medicina nucleare. Per buona parte soppiantata dalla ecografia. Trova ancora indicazione nella diagnostica di alcuni noduli tiroidei, di cui valuta la funzionalità: “caldi o tossici” se producono ormoni, “freddi” se al contrario non funzionano. E nella diagnostica differenziale degli ipertiroidismi (captazione diffusa vs nodulare vs no captazione).
- C) Agoaspirato tiroideo. Viene eseguito sotto guida ecografica. E’ un esame sostanzialmente indolore (se non la puntura dell’ago), eseguibile in ambulatorio. Il materiale aspirato viene poi analizzato da un patologo per valutare la natura benigna o maligna delle cellule aspirate. Trova la sua indicazione nella diagnostica dei noduli tiroidei e nell’aspirazione del contenuto dei noduli cistici.
In conclusione: gli esami da cui non si può prescindere quando si voglia valutare la tiroide sono il dosaggio di TSH e FT4 e l’Ecografia tiroidea. I restanti esami vengono prescritti se necessari; infatti il medico che valuta il paziente deve indicare gli esami più utili nelle varie situazioni cliniche: ipotiroidismo, ipertiroidismo, aumento di volume della tiroide (gozzo) diffuso o nodulare, sospetta tiroidite acuta o subacuta, ecc.
Anche per la tiroide, così come già detto per l’esame emocromocitometrico, gli esami ci forniscono moltissime informazioni di non facile lettura, e quindi la raccomandazione è quella di rivolgersi sempre ad un medico per la loro interpretazione.
a cura del dott. Federico Silvestri
Specialista in Endocrinologia ed in Ematologia
federico.silvestri@policlinicoudine.it – federico.silvestri@coram.it
Da IL PAîS Gente della nostra terra edizione cartacea _marzo ’22
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