Caro energia… la corsa agli aiuti non sempre così incisivi
I dati dell’Arera per il mercato di maggior tutela fissano una diminuzione per il secondo trimestre del 2022, rispetto al precedente trimestre, del prezzo dell’energia elettrica del 10,2% e del gas del 10%. La spesa annua per famiglia può così essere stimata in € 2600,00 (di cui 948 euro per elettricità segnando un +83% rispetto ai 12 mesi precedenti e € 1652,00 € per il gas, segnando un +71% rispetto all’anno precedente). Quelle annunciate sono le prime riduzioni dopo 18 mesi di continui aumenti.
Dallo scorso anno le tariffe sono cresciute del 131% per la luce e 94% per il gas rendendo effimera la riduzione di cui oggi si sta parlando che essenzialmente è dovuta non ad una vera riduzione della materia ma all’intervento diretto dell’Arera che ha modificato una componente tariffaria che permette una compensazione dei costi di commercializzazione del gas nonchè ai recenti provvedimenti nel settore energetico adottati dal Governo per sterilizzare gli aumenti. Ad inizio anno sono stati stanziati 4,4 miliardi di € dal Governo che sono serviti per ridurre gli oneri di sistema, tagliare gli oneri generali nel settore del gas e portare l’iva sul gas al 5% potenziando da ultimo il bonus sociale con l’innalzamento della soglia isee da 8265,00 € a 12000 €.
Gli aumenti registrati sono causati anche dall’obbligo imposto all’Acquirente unico (che acquista energia e gas per tutti gli utenti della tutela) di stipulare contratti spot e non più quelli a lungo periodo che consentirebbero una maggiore calmierazione delle tariffe.
L’inflazione annua registra livelli che da circa 30 anni non venivano raggiunti. Il +6,7% nazionale è il riflesso dell’aumento dei prezzi di materie prime ed energia. A redditi invariati questa situazione porta ovviamente ad una contrazione dei consumi. Si stima che ad ogni punto di aumento dei prezzi corrisponda una contrazione delle vendite pari allo 0,6%. Altri fattori che incidono sull’aumento dei prezzi sono la deglobalizzazione (produrre in Italia costa di più e sia la pandemia che la guerra ci stanno portando a richiamare produzioni all’interno dei confininazionali ad esempio per il materiale tecnologico), la transizione energetica (che breve e medio periodo impone importanti investimenti) e politiche fiscali espansive.
La grande distribuzione ha una capacità maggiore di assorbire l’aumento dei prezzi in considerazione del grande potere contrattuale che ha. I dati parlano di un 2,9 % di inflazione registrata nella GDO contro un 5,7% a livello generale a febbraio.
A disposizione del cittadino ci sono i comparatori offerte come quello dell’Arera – www.ilportaleofferte.it – che registra ad oggi circa 3900 offerte nel mercato libero contro le circa 4850 del luglio 2021. Le offerte a prezzo bloccato (che evitano rincari ma cancellano i ribassi) sono in netto calo essendo cadute sul campi diverse società lo scorso anno per l’impossibilità di rispettare gli impegni presi con l’utente, diventati antieconomici a causa dell’aumento dei prezzi di vendita.
Le offerte a prezzo fisso sono scese ad esempio dal 61% al 41% nel settore dell’energia elettrica e nemmeno il 5% risulterebbe più vantaggioso delle tariffe della maggior tutela.
Ad oggi il mercato libero è stato scelto per l’elettrico dal 59,7% delle famiglie e per il gas dal 62%. Risulta preferito dall’83,1% dei giovani.
Cosa attendersi è difficile da dire ma sicuramente sia i livelli di inflazione che i costi dell’energia rischiano di stabilizzarsi ai valori odierni se non incrementare. Misure nazionali ed europee se adottate con vigore potranno portare a controllare e regolare i costi attraverso gli extraprofitti delle rinnovabili, il monitoraggio di contratti di importazione gas da parte di Arera e Misterprezzi, la riduzione dell’iva che deve essere estesa sia temporalmente sia ad altri settori, e non solo quelli energetici, l’adozione di tetti soglia per i prezzi dell’energia e l’aumento dell’autoproduzione dell’energia e del gas. La dipendenza sta costando cara!
In Italia sono circa 4 milioni secondo la stima della Cgia di Mestre coloro che si trovano in situazione di “povertà energetica” e in FVG sono interessati da questo fenomeno tra 56 mila e 78.500 nuclei familiari cioè il 10/14% di famiglie che non possono procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici come riscaldamento, condizionamento, illuminazione, utilizzo di elettrodomestici.
La provincia più a rischio è Udine, coinvolti tra 24.300 e 34 mila nuclei familiari. Seguono Pordenone, da 13.350 a 18.700, Trieste, da 11.900 a 16.650, e, infine, Gorizia, da 6.500 a più di 9 mila.
I soggetti più interessati sono: famiglie con più figli ove uno dei componenti è un immigrato, anziani, famiglie ove il capofamiglia è un autonomo.
Molte sono le persone che si rivolgono ai nostri sportelli lamentando il caro bolletta e chiedendo una verifica della stessa. Pochi sono coloro che ad oggi sono ricorsi allo strumento della rateizzazione che oggettivamente non risolve il problema ma lo trascina.
Chi può accede al Bonus sociale, altri in FVG potranno beneficiare del sostegno regionale Dote Famiglia per famiglie con figli minori e isee sino a 30000 € e chi non rientra in nessuno strumento di sostegno valuta di effettuare interventi per avere una casa meno energivora beneficiando dei bonus edilizi con la speranza di registrare risparmi nel lungo termine.
Avv. Barbara Puschiasis
CONSUMATORI ATTIVI
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Da IL PAîS Gente della nostra terra edizione cartacea _aprile ’22
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