Diventare mosaicista
Come si diventa mosaicista? Una tavola rotonda organizzata dalla Scuola Mosaicisti del Friuli stamattina, giovedì 21 aprile, a Palazzo Tadea a Spilimbergo ha messo a confronto le principali istituzioni che trattano l’arte del mosaico per farne una professione. Coordinati da Paolo Coretti erano presenti i rappresentanti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, del Liceo artistico “Mario D’Aleo” di Monreale (Palermo) e della Scuola Mosaicisti del Friuli. Dopo una breve introduzione dell’architetto Coretti sull’importanza di una formazione che ha il compito, ma anche l’obbligo morale, di trasmettere le norme tecniche e quei principi culturali alla base della qualità e della passione del “fare”, Paola Babini, coordinatrice didattica dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ha ripercorso la storia dell’istituzione. Dal primo corso di mosaico introdotto nel 1924, all’avvio nel 2008 all’interno dell’Accademia di un indirizzo dedicato al mosaico, ma non esclusivo: la pratica musiva si inserisce infatti in un piano di studi che abbraccia più materie artistiche. Affascinanti i progetti recentemente intrapresi sul micro-mosaico e sul mantenimento delle opere musive del Parco della Pace.
Giovanni Alvich e Francesco Urso, docenti al Liceo artistico “Mario D’Aleo”, hanno illustrato le scelte intraprese a seguito della riforma nazionale del 2000 che ha trasformato la loro scuola, da istituto d’arte, fondato per coltivare e sviluppare il mosaico, a liceo artistico, con il conseguente allineamento a una programmazione ministeriale, la drastica riduzione delle ore di laboratorio, la cancellazione del mosaico tra le discipline di insegnamento. Perdere una scuola con un indirizzo così specifico in un luogo dove è presente una forte tradizione musiva, significa trascurare l’identità di un territorio e la sua specificità, con l’inevitabile oblio di quel “saper fare” che a Spilimbergo, alla Scuola Mosaicisti del Friuli, definita da Giovanni Alvich “università del mosaico”, si continua a preservare. Conservazione e sviluppo che determinano un rinnovamento di questa antica arte ai gusti e alle esigenze del presente. Il direttore Gian Piero Brovedani ha messo in luce proprio la peculiarità della Scuola: il suo essere, da cento anni, attiva nell’ambito dell’apprendimento professionale, risultando oggi una realtà di Alta Formazione Professionale, riconosciuta a livello internazionale e con una gestione autonoma che le permette di rispondere con immediatezza alle richieste del mercato della produzione e del lavoro.
Nella discussione è emerso anche quale debba essere il profilo del mosaicista oggi: se un tempo era un semplice esecutore che assecondava e traduceva con le tessere il disegno dell’artista ideatore, il “pictor imaginarius”, oggi sempre di più si cerca di formare una figura completa che copra e sappia svolgere entrambi i ruoli. Il mosaicista deve avere le competenze per inventare, progettare e realizzare e questo lo può fare se si riesce ad unire alle ore laboratoriali, studi teorici che nel corso del tempo devono necessariamente cambiare per essere in linea con l’evolversi dei materiali, dell’estetica, dell’espressività. Per questo i relatori sono stati concordi nel parlare di sistema e di linguaggio. Il sistema deve essere una struttura stabile di relazioni e scambi che collega le istituzioni formative che operano in ambito musivo in modo da offrire innovazione, promozione, ricerca e soprattutto benefici alla crescita delle competenze degli allievi. Nel contempo bisogna guardare al mosaico non solo come una tecnica, ma come un linguaggio, al pari della pittura e della scultura, dove gli elementi che lo caratterizzano, il taglio, la fuga, la plasticità delle superfici, la giustapposizione di tessere ne qualificano l’espressività e la forza comunicativa. Il mosaico ha regole proprie, una sua specificità e una sua storia che vanno comprese e approfondite e ciò deve essere condiviso da tutte le istituzioni formative che se ne occupano.
È nell’architettura che il mosaico mostra le sue prove migliori e quale sia il rapporto tra spazio e mosaico è l’argomento dell’incontro di domani pomeriggio, alle ore 14.30, sempre a Palazzo Tadea a Spilimbergo: momento che apre un pomeriggio ricchissimo che vedrà poi alle ore 18.00 l’inaugurazione alla Galleria della Scuola Mosaicisti del Friuli della mostra Pictor Imaginarius con i preziosi bozzetti e cartoni conservati nell’Archivio della Scuola, e a seguire, grazie alla collaborazione dei commercianti, degli artigiani mosaicisti e di Confartigianato Imprese Pordenone, i mosaici contemporanei nelle vetrine di corso Roma, per concludere, alle ore 19.00 a Palazzo Tadea, con l’emissione del francobollo celebrativo dedicato alla Scuola Mosaicisti del Friuli nella serie ‘le Eccellenze del sapere’.
Tutte le informazioni al sito della Scuola Mosaicisti del Friuli nella sezione dedicata agli Eventi per il centenario (https://scuolamosaicistifriuli.it/eventi/) o telefonando direttamente alla Scuola in orario d’ufficio.
Foto anteprima: Convegno 21 aprile, relatori e saluto del presidente Stefano Lovison