Al mercato di Monfalcone sequestrati oltre 2500 capi di abbigliamento non conformi
Privi della marcatura CE
La scorsa settimana, durante un intervento in collaborazione tra Guardia di Finanza e Comando di Polizia Locale di Monfalcone, sono stati sequestrati oltre 2.500 articoli di abbigliamento non conformi alle regole del Codice del Consumo.
Il controllo, realizzato all’esito di scrupolosi accertamenti condotti sul fenomeno anche attraverso l’impiego delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, ha permesso di sanzionare diverse bancarelle del mercato settimanale che si tiene nel Comune di Monfalcone che proponevano al pubblico vestiti, destinati anche ai bambini, privi della marcatura CE, quale certificazione di qualità e non tossicità.
L’etichettatura di un prodotto rappresenta una comunicazione e una certificazione di qualità che, quando attendibile, fornisce tutti quegli elementi che il codice del consumo prevede per la tutela: della salute, dell’ambiente, del lavoro impiegato per la produzione e degli interessi economici sia del singolo consumatore finale che della collettività, in quanto volti alla tutela del diritto alla concorrenza.
Perciò, le etichettature vaghe, che non precisano produttore e importatore, che non esplicitano la composizione del bene, che non riportano una certificazione di qualità dell’Unione Europea e non usano anche la lingua del paese di immissione in consumo, vanno guardate con estremo sospetto e con la consapevolezza che dietro all’apparente affare si può nascondere un pericoloso inganno.
I comportamenti commerciali scorretti sono contrari al principio di diligenza professionale previsto dal Codice del Consumo, andando ad intaccare i diritti del consumatore e pertanto devono essere combattuti perché alterano le decisioni di acquisto e sono pericolosi per la salute umana.
L’azione della Guardia di Finanza, in sinergica collaborazione con le altre forze di polizia, è doverosamente rivolta al contrasto di fenomeni di ampio interesse che possono, come in questo caso, manifestarsi in un concreto pericolo di danno alla salute dei cittadini, specie per le fasce più deboli quali giovanissimi e anziani, ed essere lesivi degli interessi economici della comunità nazionale.
Gli esercenti che hanno subito il detto sequestro amministrativo di beni per un valore superiore a 7.700 euro, sono stati inoltre sanzionati con multe per circa 1.000 euro.