Il Giro d’Italia fa tappa in Friuli
Scritto da Stefano Pontoni
Se nell’ultimo ventennio il nostro Friuli Venezia Giulia è stato spesso protagonista della carovana del Giro con percorsi che hanno contribuito a scrivere la storia della corsa rosa il merito dev’essere riconosciuto a Enzo Cainero, storico deus ex machina del ciclismo professionistico made in Fvg.
“Il ciclismo è stato sempre la mia grande passione” – racconta il patròn friulano del Giro – “quando ero bambino la cosa che più ho desiderato è stato avere una bicicletta da corsa. Anche con il Giro d’Italia fu amore a prima vista. Mi ricordo come fosse ieri la mitica tappa del Bondone nel 1956, vinta dal lussemburghese Charly Gaul. Con mio padre eravamo lì ad aiutare i ciclisti assiderati e sfiniti nella bufera di neve fuori stagione che fece entrare nella leggenda quella corsa”.
Questa è la sua tappa numero 19. Tanti anni e tante tappe organizzate, sempre con grande amore per questo sport.
“Iniziai nel 2003, con la prima ascesa dello Zoncolan. Tanti anni caratterizzati da lavoro e sacrificio. Mi ritengo, però, un uomo davvero fortunato perché posso dire di aver vissuto intense emozioni. Ogni tanto rivedo le foto del passato, mi fanno ricordare questi momenti felici. Seppure sia stata anche una responsabilità, per me è sempre stato un grande divertimento far parte dell’organizzazione della corsa. Ho dato tanto ma ho ricevuto anche di più. Il gusto di fare una salita ed arrivare in cima è impagabile, la stessa cosa è quando si organizza una tappa- Mi piacerebbe molto riuscire ad arrivare all’obiettivo dei vent’anni di organizzazione. Ora siamo a 19, manca soltanto uno”.
Questo sarà il primo vero Giro d’Italia post covid.
A causa del covid abbiamo avuto due anni davvero difficili, organizzare l’arrivo del Giro durante la pandemia non è stato affatto facile. Le scorse edizioni hanno richiesto davvero molto impegno ma nonostante tutto ce l’abbiamo fatta e questo ci deve rendere orgogliosi. Ora finalmente possiamo dirci fuori, o quasi. Quest’anno mi auguro che si possa tornare a tifare, insieme”.
Quale è stata la sua sfida più grande?
“Ce ne sono parecchie. Negli ultimi anni forse quella di portare il Giro nelle Valli del Natisone. Sono stato davvero soddisfatto di essere riuscito in questa impresa. Il mio obiettivo adesso è un altro, anche questo davvero ambizioso. Spero di riuscirci già il prossimo anno”.
Che Giro sarà quello di quest’anno?
“E’ una tappa da me fortemente voluta per dimostrare che in Fvg si va dal mare alla montagna come estrema facilità. Si tratta di un percorso bellissimo. Una tappa innovativa che, partendo dalla nostra bellissima laguna, si conclude in una località simbolo come il Santuario di Castelmonte. Volevo anche dimostrare la possibilità di un bellissimo collegamento tra la nostra regione e la vicina Slovenia. Sarà una tappa davvero tecnica, una sorpresa per molti corridori”.
Il rapporto con la Slovenia si fa sempre più importante?
“La Slovenia in questi anni è diventata un’eccellenza al massimo livello del ciclismo mondiale con i suoi corridori. Quest’anno il Giro oltrepasserà il valico, arrivando a Caporetto, ricordo indelebile della Prima Guerra Mondiale, per salire verso l’impegnativo Kolovrat, ora museo di guerra a cielo aperto. Sarò una bellissima e gradita sorpresa nel godere una panoramicità eccezionale sulla Valle del fiume Isonzo in una salita tecnica e difficile. La tappa sarà anche un volano importante per il turismo”.
Cosa si aspetta da queste tappe regionali?
“Mi piacerebbe che quest’anno la tappa la vincesse un friulano anche se sarà davvero molto dura. De Marchi secondo me ci può regalare un’impresa, anche Cimolai è un corridore di grande qualità. Il FVG sta mettendo in mostra parecchio talento e in regione devo dire che la passione sta crescendo a dismisura anche grazie al Giro d’Italia”.
E il futuro?
“La vita è come una ruota, ogni raggio è un anno che passa e se ne va. La voglia di continuare a fare qualcosa di importante per il ciclismo e per la mia regione è ancora tantissima. Ho molte idee per i prossimi anni. Sto lavorando per portare la corsa sul Lussari, una cronoscalata decisiva per tutta l’economia della corsa. Non è un obiettivo impossibile, abbiamo già fatto parecchi sopralluoghi. Si può fare. Sarebbe il più grande impegno della mia carriera. Il problema più che altro è legato agli spazi, che in quel tratto mancano. Dopo la fine del Giro ricominceremo con le analisi di fattibilità”.
Un messaggio per i tanti tifosi friulani?
“Godetevi il Giro e fate il tifo, consapevoli che siamo davvero importanti per questo sport”.
Scritto da Stefano Pontoni
La tappa 27 maggio: da Marano Lagunare a Castelmonte
Tappa montagna con insidie, arrivo in salita e sconfinamento. Partenza da Marano Lagunare per risalire tutta la bassa fino alle colline moreniche udinesi tra Fagagna e Majano. Attraversata Buja si raggiungono le Prealpi Giulie con le Grotte di Villanova (salita breve e impegnativa) seguite dal Passo di Tanamea. Ingresso in Slovenia dal valico di Uccea che porta direttamente a Kobarid (Caporetto). Inizia lì il Monte Kolovrat, 10 km praticamente al 10% (la pendenza si abbassa per un brevissimo tratto a metà salita). Segue, dopo il cortissimo Passo Solarie, un lungo falsopiano a scendere per il rientro in Italia. Tratto interamente dentro il bosco caratterizzato dal susseguirsi ininterrotto di curve. Da Cividale del Friuli si attacca la salita che porta al Santuario di Castelmonte dove è posto l’arrivo.
Ultimi km: salita finale di circa 7 km con una breve discesa dopo 2.5 km. I due tratti più ripidi (fino al 13%) sono in corrispondenza all’inizio salita e alla ripresa dopo la discesa interna. Carreggiata larga e in ottimo stato. Rettilineo di arrivo su asfalto.
da IL PAîS gente della nostra terra edizione cartacea _ maggio 2022
Lo potete sfogliare qui https://bit.ly/3vlNvDF