Scienziati da tutto il mondo si riuniscono a Trieste per discutere di sordità
Inner Ear Biology 2022
Il gruppo di Genetica Medica dell’ospedale Burlo Garofolo e dell’Università degli studi di Trieste ha organizzato un convengo Internazionale sulle sordità ospitando 321 ricercatori e i massimi esperti in questo campo provenienti da 29 paesi del mondo
Il team di Genetica Medica guidato dal professor Paolo Gasparini e dalla professoressa Giorgia Girotto ha ospitato per la prima volta a Trieste il convegno Internazionale sulle perdite uditive chiamato “Inner Ear Biology”.
321 partecipanti, 29 paesi, 4 continenti: questi i numeri che hanno sancito il grande successo dei quattro giorni del Congresso Internazionale Ieb2022 conclusosi nei giorni scorsi a Trieste e che ha visto la partecipazione di numerosi scienziati di calibro internazionale con l’obiettivo di fare chiarezza sulle basi genetiche delle sordità per fornire ai pazienti indicazioni in merito al rischio familiare, gravità della patologia e nuove strategie terapeutiche.
Le sordità genetiche colpiscono milioni di soggetti nel mondo con un notevole impatto clinico e sociale. A oggi non esistono terapie risolutive per questa condizione estremamente complessa e, nei quattro giorni del congresso, si sono discusse le nuove frontiere scientifiche nel campo della biologia e medicina delle sordità. Si è parlato di terapia genica, impianti cocleari, rigenerazione cellulare e nuove frontiere diagnostiche per le persone affette da questa malattia.
«L’obiettivo principale di questo congresso – ha chiarito Giorgia Girotto, genetista presso il laboratorio di Genetica Medica del Burlo Garofolo e Professore presso il Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute dell’Università di Trieste – è stato quello di permettere l’incontro dei massimi esperti, provenienti da tutto il mondo, e fare squadra per approfondire aspetti ancora poco noti di questa patologia. Un fondamentale punto di forza del congresso – ha aggiunto – risiede nella intensa collaborazione tra ricerca di base e pratica clinica sottolineando come la ricerca traslazionale possa avere un diretto impatto sulla gestione del percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti».
Dal canto suo, la professoressa Hannie Kremer, genetista presso il Radboud University Medical Center di Nijmegen ha messo in luce che: «Questo meeting ha sottolineato ancora di più l’importanza della genomica applicata allo studio delle perdite uditive per meglio caratterizzare i pazienti e giungere ad una diagnosi».
«I deficit uditivi, fino alla sordità – ha commentato, il professor Massimo Zeviani, direttore scientifico dell’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” , sono un’area di grande interesse per la genetica medica che si trova di fronte a una materia molto difficile da investigare in conseguenza della grande quantità di geni che possono determinare deficit uditivi dai più lievi, fino alla sordità profonda anche nei primi anni di vita determinando così anche le difficoltà ad apprendere e articolare il linguaggio.
È, pertanto un successo – ha proseguito – che premia il lavoro di rilevante interesse scientifico espresso dalla genetica medica triestina, l’occasione, che stata sostenuta dalla struttura complessa di Genetica e dal “Burlo Garofolo”, di organizzare un congresso internazionale sulle basi genetiche dei deficit uditivi e della sordità nei bambini e negli adulti.
Il “Burlo Garofolo” ha patrocinato e contribuito, dunque, più che volentieri – ha terminato Zeviani – all’organizzazione di questo importante evento scientifico presieduto dalla professoressa Giorgia Girotto».
«L’eccellenza della ricerca che caratterizza l’Università degli Studi di Trieste e gli enti partner viene dimostrata anche attraverso l’attrattività internazionale di convegni come questo – ha aggiunto il Rettore, Roberto Di Lenarda – Nel caso della genetica medica applicata alle sordità appare inoltre chiaro come la ricerca di base e traslazionale che si sviluppa nei laboratori accademici e la loro applicazione clinica nelle strutture assistenziali di riferimento e di eccellenza abbia una insostituibile ricaduta positiva sulla società».
Sul palco della sala congressi del Molo IV, ospite d’eccezione nella serata di sabato, il Maestro Davide Santacolomba, pianista di fama internazionale nato con problemi uditivi e portatore di un impianto cocleare. «È stata una grande emozione – ha affermato – condividere la mia esperienza e la mia arte con un pubblico di scienziati».
«Tutte queste scoperte – ha concluso Giorgia Girotto – nonché la possibilità di confrontarsi con colleghi provenienti da tutto il mondo sono particolarmente interessanti perché miglioreranno la comprensione delle sordità portando benefici a migliaia di pazienti».
Durante il congresso è stato consegnato il Premio Spoendlin per Giovani ricercatori istituito in memoria di Heinrich H. Spoendlin (1927-1991), Professore Ordinario e Direttore del Dipartimento di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Innsbruck. Scienziato di fama mondiale, è stato autore di fondamentali scoperte sull’anatomia, biologia e fisiologia dell’orecchio interno. È stato uno dei fondatori del workshop “Inner Ear Biology”, fortemente voluto da Spoendlin proprio come occasione di incontro e condivisione tra i massimi esperti internazionali di perdite uditive.
Il premio Spoendlin è oggi riservato ai più promettenti giovani ricercatori per riconoscerne l’impegno e il valore all’interno del mondo scientifico.
Quest’anno sono stati consegnati quattro premi Spoendlin per Giovani ricercatori a: Wouter van der Valk, dottorando presso l’Università di Leiden (Paesi Bassi), Angela Garcia-Mato, dottoranda presso l’Istituto di Ricerca Biomedica “Alberto Sols” di Madrid (Spagna), Beatrice Spedicati, dottoranda presso l’Università degli Studi di Trieste e Erdem Yildiz, ricercatore presso l’Università di Medicina di Vienna (Austria).