Celebrati i 50 anni della Neonatologia del Burlo Garofolo di Trieste
Fra passato, presente e futuro
Oltre 500 persone hanno preso parte, on line e in presenza, al convegno alla Piccola Fenice di Trieste che ha ripercorso la storia del reparto d’avanguardia dell’ospedale infantile triestino delineandone anche le prospettive future.
17 novembre 2022 – Si è concluso in tarda mattinata, presso la Piccola Fenice di Trieste il congresso “50 anni di Neonatologia, passato, presente, futuro” organizzato, in coincidenza con la Giornata Mondiale della Prematurità, per celebrare i 50 anni dall’apertura del Reparto di Neonatologia del Burlo Garofolo di Trieste. Nel 1972 infatti, la Divisione di Ostetricia venne trasferita dall’Ospedale Maggiore al Burlo Garofolo. Si realizzò, così, per la prima volta in Italia, il Mother-Child Health Care Center, secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Prima dell’inizio delle relazioni ufficiali del convegno, hanno portato i loro saluti il direttore generale dell’Irccs “Burlo Garofolo”, Stefano Dorbolò, il Magnifico Rettore dell’Università di Trieste, Roberto di Lenarda, il Vicesindaco e assessore alle Politiche economiche del Comune di Trieste, Serena Tonel e l’assessore regionale al Patrimonio, demanio, servizi generali e sistemi informativi, Sebastiano Callari.
Nell’aprire il convegno, il direttore generale dell’Irccs, Stefano Dorbolò ha affermato: «Festeggiamo il compleanno della nostra Neonatologia ricordando una data, quella del 1972, che si aggiunge alla luce dell’Ospedale che si è accesa nel 1856 e che illumina l’Istituto da 166 anni e il 1968 che ci vede continuativamente riconosciuti dal Ministero come Istituto a Carattere scientifico da 54 anni. È un privilegio e un onore per me rappresentare oggi un Istituto che fa della sua storia la testimonianza del passato, l’anima del presente e l’insegnamento per il futuro. Il tempo raccoglie le pagine del racconto di tanti bambini che sono stati curati qui. In questa giornata celebrativa, a nome di tutti questi bambini e delle loro famiglie e di tutta la Direzione strategica, sono a sostanziare il doveroso grazie ai professionisti di ieri e a quelli di oggi. La nostra Neonatologia è una struttura dove si curano creature piccolissime che stringono il dito mignolo delle mamme, ma dove i professionisti condividono con le famiglie anche reciproci stati emozionali grandissimi. E dove i professionisti non si aspettano un grazie, ma sono loro che dicono grazie ai piccoli pazienti e ai loro genitori perché come dice Chiara nel libro celebrativo “lavorare in Tin è stupirmi ogni giorno della meraviglia della vita”.
Ringrazio per il supporto che ci hanno sempre garantito la Regione, la Direzione Centrale salute, il comune di Trieste, il fondamentale sostegno dell’Università degli studi di Trieste, Asugi, l’Ufficio scolastico regionale, tutte le altre istituzioni pubbliche e private, il mondo imprenditoriale e dell’associazionismo e del volontariato. L’associazione Scricciolo in particolare. Il loro sostegno rappresenta per noi la miglior garanzia di poter continuare a svolgere il nostro ruolo di riferimento regionale e nazionale per l’area materno-infantile.
Con l’occasione annuncio con grande piacere la nomina del nuovo direttore della Neonatologia dottoressa Laura Travan alla quale facciamo le congratulazioni, le formuliamo i migliori auguri di buon lavoro e di raccogliere le migliori soddisfazioni professionali.
Guardando al futuro penso al bambino che fra 50 anni sarà il direttore nella neonatologia: l’auspicio è che possa continuare a raccontare alle generazioni future “lo spirito” del Burlo e le soddisfazioni delle tante guarigioni dei nostri piccoli pazienti».
Da parte sua il rettore dell’Università degli Studi di Trieste, Roberto Di Lenarda ha sottolineato che: «La Neonatologia dell’Irccs “Burlo Garofolo” rappresenta da molti anni una delle eccellenze della nostra sanità. L’Università di Trieste rappresenta un pilastro fondamentale dell’offerta assistenziale del Burlo e nel caso specifico contribuisce attraverso una consolidata attività di formazione degli specialisti in pediatria, degli infermieri e delle ostetriche.
L’obiettivo di UniTs è di consolidare una formazione fortemente ricettiva nei confronti delle più innovative linee della ricerca in ambito pediatrico, che consenta ai futuri medici e ai professionisti della sanità di mettere a disposizione competenze acquisite nell’implementazione di modelli assistenziali e di personalizzazione delle cure, a beneficio della salute di donne e bambini».
Nel suo intervento il vicesindaco di Trieste Tonel ha sottolineato il rapporto strettissimo, di affetto e amore, che lega Trieste al Burlo e l’importanza che l’ospedale riveste per l’intera cittadinanza, ricordando come tantissime mamme triestine siano state accolte e aiutate al Burlo e come generazioni di triestini abbiano emesso i primi vagiti nel reparto di Neonatologia dell’Irccs.
«Sono particolarmente onorato di intervenire all’apertura di questo congresso – ha detto l’assessore regionale, Sebastiano Callari portando il saluto dell’amministrazione regionale – consapevole che questo anniversario onora una storia prestigiosa per la sanità di questa città e della regione. Di “maestri”, tra medici e infermieri, ne sono passati tanti per la Terapia intensiva neonatale del Burlo Garofolo di Trieste dal 1972 a oggi, ognuno portando idee, scienza, sapere, consapevolezza, modus operandi, sensibilità e umanità. Un filo conduttore – ha aggiunto Callari – lega questi 50 anni di percorso: il bambino e la sua famiglia al centro dell’operare, entrambi come soggetti e non come oggetti di cure. Questa è la filosofia che ha sempre animato la Neonatologia del Burlo, dove ogni maestro, ogni sanitario, ogni mamma e papà e ogni bambino che è passato e passa lascia nel reparto un’impronta indelebile e fa diventare questa realtà un modello regionale e nazionale. Ciò che rende speciale questa struttura – ha proseguito l’assessore – è che garantisce cure, non solo a elevato contenuto tecnico e professionale, ma anche “umanizzate”. Le porte della terapia intensiva sono aperte ai genitori ed è sempre stata incoraggiata la loro presenza accanto ai figli, senza limitazioni d’orario. C’è qualcosa in questo reparto di speciale – ha concluso -, che nasce dalla forza delle conquiste di ogni singolo neonato, dalla dedizione delle infermiere e dei medici, degli operatori sociosanitari, dei fisioterapisti e degli psicologi, dalle storie intense sia a lieto fine che non, che poi restano per sempre nell’aria e nei muri di questa struttura da 50 anni al primo piano del Burlo Garofolo».
Terminati i saluti istituzionali, sono iniziate le relazioni che hanno visto intervenire: la neodirettrice della Neonatologia, Laura Travan che ha ripercorso la storia della Neonatologia e i progressi compiuti nel tempo; Daniela Lucangeli che ha parlato di “Ascoltare, percepire, toccare: come nasce una genitorialità speciale”; Francesca Marrazzo e Carla Pittini con il tema “Family room: un sogno diventa realtà”; Donatella Fontanot che ha raccontato “La Neonatologia vista dagli studenti del Galvani”; Gabriele Cont, Sergio Demarini, Riccardo Davanzo, Antonella Trappan, Mirella Lorenzutti e Cecilia Sabesi con “50 anni di Neonatologia: testimonianze e propositi”; Serena Bontempi di Roccaspada e Emanuela Pessina su “La famiglia al centro: il racconto delle associazioni Scricciolo e Lilliput”. Al termine è intervenuta nuovamente la dottoressa Travan con un Take home message.
In particolare, Laura Travan nel ripercorre la storia ha sottolineato come: «Dal 1972 con la nascita della Neonatologia del Burlo si applicò un nuovo modo di concepire la cura e l’assistenza alla donna e al bambino. Nacque la Terapia Intensiva Neonatale, reparto ad alto contenuto tecnico e professionale, dedicato a tutti i neonati che nascono prima del tempo, con un peso troppo basso, con problemi tali da comprometterne le condizioni vitali.
Assieme a questo approccio tecnico-scientifico – ha proseguito – si sviluppò un nuovo modello assistenziale, le porte della Terapia Intensiva furono aperte ai genitori e fu incoraggiata la loro presenza accanto ai figli, senza limitazioni d’orario. Entrarono nella Terapia Intensiva Neonatale i colori, le coccole, la personalizzazione delle cure, assieme alla tecnologia ai neonati fu garantito il rapporto con la propria mamma e il proprio papà. E, sempre un passo avanti agli altri, consapevoli dell’importanza di garantire il rapporto tra madre e figlio, fu successivamente introdotto negli anni ‘80 il metodo Brazelton e la Kangaroo Mother Care.
Dal 1972 a oggi – ha ricordato Laura Travan – questo reparto è stato guidato da Maestri della Neonatologia come il professor Sergio Nordio, il dottor Umberto De Wonderveid, il dottor Sergio Demarini, e recentemente dal dottor Francesco Risso. Anche dal punto di vista dell’assistenza infermieristica il Reparto è sempre stato esempio di professionalità e avanguardia a livello nazionale e a tutt’oggi anche coloro che si sono occupati di fisiologia, come ad es. il dottor Riccardo Davanzo, costituiscono in Italia attivo punto di riferimento anche a livello Istituzionale
La letteratura scientifica – ha concluso il neodirettore della Neonatologia – ci mostra come il miglioramento dell’outcome clinico e neuro cognitivo degli ex pretermine sia strettamente legato alla presenza attiva dei genitori nei reparti di Terapia intensiva Neonatale, in un’ottica Family Centered Care che ormai è stata integrata in numerosissime linee guida di assistenza in Europa».