Un mosaico e una stele per celebrare le radici storiche e la formazione vitivinicola dell’Università di Udine
Nella ricorrenza dei trent’anni di offerta didattica, nel settore enologico
Posizionate nel polo scientifico le copie di due antiche opere rinvenute nella zona di Aquileia riguardanti la produzione del vino
Realizzate dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo e dallo scultore Roberto Forgiarini di Venzone
Un mosaico e una stele, riproduzioni di due antiche opere rinvenute nella zona di Aquileia, sono stati collocati nel polo universitario dei Rizzi, in via delle Scienze, nell’ambito dei festeggiamenti per il trentennale della formazione vitivinicola dell’Università di Udine. Realizzati, rispettivamente, dagli allievi della Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo e dallo scultore Roberto Forgiarini di Venzone, sono stati posizionati, l’uno accanto all’altra, al piano interrato del complesso dove ha sede il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, nelle vicinanze del bar-ristorante. Il loro compito sarà ricordare ai passanti quanto l’attività vitivinicola è antica e radicata in Friuli Venezia Giulia: dalla coltivazione della vite, alla produzione e conservazione del vino.
«Con queste opere d’arte, frutto di eccellenze del territorio, celebriamo i trent’anni di un percorso di studi in viticoltura ed enologia che è sempre stato un fiore all’occhiello della nostra Università, ma anche radici storiche di cui siamo orgogliosi» ha affermato stamane il rettore Roberto Pinton, aprendo la cerimonia. Presenti anche il direttore del Dipartimento, Edi Piasentier; la coordinatrice del corso di laurea in Viticoltura ed enologia, Lucilla Iacumin; i docenti Enrico Peterlunger e Roberto Zironi, tra i fondatori del corso stesso; il presidente della Scuola Mosaicisti del Friuli, Stefano Lovison e lo scultore Roberto Forgiarini.
L’opera realizzata dagli allievi della Scuola Mosaicisti del Friuli è una riproduzione di un mosaico paleocristiano di età costantiniana (IV sec. d.C.) presente nella Basilica di Aquileia, raffigurante una fanciulla che offre dei grappoli di uva. Di dimensioni 80×80 cm, è stata realizzata su commissione dell’Ateneo e su concessione della Fondazione Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia.
Al suo fianco è stata collocata una copia del rilievo funerario del bottaio Lucius Cantius Acutus (II secolo d.C.), conservato al Museo archeologico nazionale di Aquileia e rinvenuto nel 1875 nei pressi della località Beligna. Dono dei docenti Enrico Peterlunger e Roberto Zironi, la riproduzione è stata realizzata in marmo di Aurisina dallo scultore Roberto Forgiarini su concessione del Ministero della Cultura (Direzione regionale Musei del Friuli Venezia Giulia). Di dimensioni 44×52 cm, vi si legge:
D[is] M[anibus].
L[ucio] Cantio Acuto L[ucius] Cantius Chre stus p[atronus] l[iberto] benemerenti titulum pos[uit] |
Agli dei Mani
Al liberto benemerito Lucio Canzio Acuto il patrono Lucio Canzio Cresto pose l’epigrafe |
La botte nel timpano, gli arnesi sui lati (ascia, falcetto per la vendemmia, lima, roncola) indicano che Lucio Canzio Acuto, oltre a essere un viticoltore e produttore di vino, era anche un costruttore di botti.
Foto anteprima da sx il docente Roberto Zironi, il rettore Roberto Pinton e il docente Enrico Peterlunger