A Pechino riapre il Fogolâr Furlan
Si riparte nel segno della cultura: il sodalizio e Friuli nel mondo partner di un progetto che punta a tradurre in cinese la Historia Longobardorum. Coinvolti l’ateneo di Udine e la Peking University
Ancora segnali di vitalità dai friulani nel mondo. Vengono dalla Cina, dove sta per ripartire l’attività del Fogolâr di Pechino. Se non una vera e propria inaugurazione, il sodalizio si appresta a celebrare una rifondazione, con un nuovo direttivo, un nuovo presidente e un nuovo Statuto. L’appuntamento (con diretta Zoom) è per le ore 11 (le 18 di Pechino) di lunedì 6 febbraio e sarà una nuova partenza nel segno della cultura. A caratterizzarla, infatti, il lancio di un ambizioso progetto incentrato su Paolo Diacono, che vede coinvolti, oltre al rinato Fogolâr, anche l’Ente Friuli nel Mondo, l’Università di Udine e quella di Pechino: una traduzione accademica della Historia Longobardorum, una delle pietre miliari della nostra storiografia medievale, mai tradotta fino ad oggi in cinese.
Il vuoto sarà colmato grazie all’iniziativa del presidente in pectore del Fogolâr di Pechino, il tolmezzino Daniele Macuglia, docente di Storia del pensiero scientifico all’Università di Pechino, che ha trovato il supporto di Laura Pani, paleografa dell’Università di Udine, e del direttore del programma di italiano della scuola di lingue straniere dell’università di Pechino (Peking University), Cheng Mo. Prezioso anche l’appoggio di un’altra docente, Cristina Lambiase, già fondatrice e presidente del Fogolâr di Pechino, oggi rientrata in Friuli e referente per la nostra regione del progetto Turismo delle Radici del ministero degli Esteri.
Il progetto è ambizioso, vede il pieno coinvolgimento delle due università e il sostegno delle nostre istituzioni diplomatiche e culturali in Cina. Sarà infatti Laura Guidi, addetta scientifica dell’ambasciata italiana, ad aprire il workshop su Paolo Diacono, che vedrà successivamente gli interventi del direttore dell’Istituto italiano di Cultura Federico Antonelli e, collegato dall’università di Udine, del rettore Roberto Pinton. Dopo la parte scientifica, che vedrà diversi contributi, tra i quali anche quello di Linda Borean, direttrice del Dipartimento Studi umanistici dell’ateneo friulano, spazio al taglio del nastro del Fogolâr, che riparte per iniziativa di quattro rifondatori: a fianco del presidente Macuglia anche il sinologo Giovanni Del Zotto, che sarà vicepresidente, Sandro Nigris, imprenditore nel ramo marketing, e il ristoratore Giuliano Movio, originario di Precenicco e titolare di uno dei più rinomati ristoranti italiani della capitale (tra i suoi clienti anche il cognato di Xi Jinping).
La cerimonia richiamerà una quarantina di friulani, provenienti anche da altre città, e si concluderà con una cena a menù rigorosamente friulano. Ad aprirla l’ex presidente della Regione e sindaco di Udine Sergio Cecotti, oggi docente del Beijing Institute of Mathematical Sciences, «sostenitore da subito – assicura Macuglia – della ripartenza del Fogolâr e molto attivo nei rapporti istituzionali e culturali». Dopo Cecotti, interverranno tra gli altri Simone Panfili, console a Pechino, la vicepresidente della Regione Barbara Zilli e il presidente di Friuli nel Mondo Loris Basso, collegati online. La riapertura è un segnale importante, in una fase che, a causa della lunga emergenza sanitaria, ha visto ridursi di molto la presenza di stranieri in Cina. «I friulani – spiega Macuglia – sono rimasti in pochi, ma si stanno dando molto da fare. Siamo pieni di entusiasmo e vogliamo tenere alte le bandiere del Friuli e dell’Italia in Cina».
Nella foto: il tolmezzino Daniele Macuglia presidente del Fogolâr di Pechino