AFDS: volontari ancora prima della maggiore età
L’AFDS di Udine pone una pietra miliare del volontariato grazie a un progetto sviluppato all’Istituto ‘Malignani’
Volontari ancora prima della maggiore età: con un progetto sperimentale l’AFDS di Udine rompe una barriera e coinvolge i giovani desiderosi di impegnarsi nella donazione del sangue. Per ora loro non possono ancora ‘porgere il braccio’, ma scendono in campo per sensibilizzare, informare e assistere i loro compagni che hanno già compiuto 18 anni. La nuova pietra miliare del volontariato, infatti, è stata posta nell’Istituto ‘Malignani’ di Udine dove ha trovato concretezza il progetto “Prove tecniche di volontariato”, promosso dal Movi Fvg in collaborazione con il Cta Friuli Centrale. Si tratta di un’iniziativa rivolta a tutti gli studenti, anche minorenni, che ha visto la presenza in classe di rappresentanti di una trentina di realtà di volontariato del territorio, passando quindi a una seconda fase in cui i singoli ragazzi si sono proposti per una esperienza sul campo partecipando alle attività del sodalizio da loro scelto.
E così anche l’AFDS non ha voluto perdere questa preziosa occasione. Dopo la presentazione della propria attività, tenutasi a inizio autunno, si sono fatte avanti ben quattro studentesse delle classi quarte e tutte ancora minorenni: Sara Bortolussi, Joey Marchianò, Elisa Pivetta ed Elisa Tomasin.
Tutte quattro le studentesse hanno realizzato le loro prove tecniche di volontariato con una visita nella sede dell’AFDS nell’ospedale di Udine, dove assieme ai dirigenti provinciali hanno conosciuto dal di dentro l’organizzazione e il funzionamento dell’associazione. Il passaggio successivo, ancora più importante, è stata la loro partecipazione attiva alla donazione a scuola durante la presenza dell’autoemoteca. Il loro ruolo è stato quello di accogliere e assistere i coetanei, molti dei quali donavano per la prima volta. Prima ancora, cioè, che toccasse a loro. Ad accompagnarle in questo percorso il vicepresidente con delega alle sezioni studentesche Marco Rossi e il coordinatore Giovani Luca Lacovig assieme alla sua squadra.
“La maggior parte dei ragazzi pensa che il dono del sangue sia una cosa giusta – spiegano Sara ed Elisa, entrambe nate e cresciute in un ambiente sociale in cui il dono del sangue è sempre stato presente – ma raramente sono coscienti che sono loro stessi i primi a poterlo fare. Sembra quasi che lo considerino un impegno solo degli altri. A scuola questa considerazione può cambiare, perché spinti dalla forza di un gruppo di amici e di compagni di classe”.
Anche loro sono pronte a donare, non appena spente le 18 candeline.