Governo: pene severe per chi aggredisce i medici
Plauso della Fimmg FVG che loda anche la Direzione Generale Udine che ha attivato i servizi di videosorveglianza Guardia Medica
Agrusti: “Sia sul territorio regionale a Udine che a Roma un passo in avanti per la sicurezza di colleghe e colleghi medici”
Le disposizioni nel Decreto varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso martedì 28 marzo e ora in Gazzetta Ufficiale (Decreto Bollette) contengono una norma che rafforza il sistema normativo penale posto a tutela del personale sanitario, socio-sanitario e ausiliario, introducendo di fatto la procedibilità d’ufficio e aumentando la pena di reclusione anche in caso di lesioni non gravi o gravissime, da 2 a 5 anni, per chi aggredisce operatori sanitari. Per questa decisione soddisfazione anche in Friuli Venezia Giulia da parte di Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale – maggiore sindacato del settore che in regione conta più di 300 iscritti), che plaude anche al nuovo protocollo per la sicurezza (un pulsante d’allarme collegato direttamente con la Questura e un sistema di videosorveglianza potenziato) del presidio medico dell’Ospedale Gervasutta di Udine, dove si sono verificati casi di aggressione al personale sanitario.
“Scelte – sottolinea il dottor Fernando Agrusti segretario regionale Fimmg FVG – importanti per la sicurezza di colleghe e colleghi medici alle prese anche recentemente qui in Friuli Venezia Giulia con gravi aggressioni mentre si stavano prendendo cura dei pazienti. Un plauso al direttore generale di Udine Caporale, alla Questura e alle forze dell’ordine e al Ministero della Sanità che con il Governo ha dato un forte segnale: queste novità sono un deciso passo in avanti nell’arginare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario”.
“Siamo molto soddisfatti per le disposizioni contenute nel Decreto varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso martedì 28 marzo e ora in Gazzetta Ufficiale, perché con queste disposizioni si pone nell’immediato un nuovo elemento che a nostro avviso sarà decisivo nell’arginare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario”: così a livello nazionale Tommasa Maio, Segretario Nazionale Fimmg Continuità Assistenziale, che commenta con favore le disposizioni del cosiddetto “Decreto Bollette” messo in campo dal Governo.
In modo particolare le disposizioni dell’Articolo 16 in materia di contrasto agli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario. «Continuiamo a testimoniare un cambio di passo su alcuni dei nodi fondamentali che riguardano il Sistema Sanitario Nazionale – prosegue Maio – e siamo soddisfatti per il proficuo confronto e la dialettica instaurata sin da subito con il ministro della Salute Orazio Schillaci, sempre nel rispetto dei ruoli di ciascuna parte. Crediamo che sia indispensabile proseguire in questo senso, continuando ad intervenire in modo celere rispetto alle emergenze, ma anche in modo strutturale per una seria programmazione». In particolare, rispetto al Decreto Bollette varato dal Governo, il Segretario Nazionale Fimmg Continuità Assistenziale, plaude all’evidente passo in avanti che questo provvedimento apporta. L’Articolo 16 prevede, tra l’altro, che “nell’ipotesi di lesioni cagionate al personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività, si applichi la reclusione da due a cinque anni”. Una norma che rafforza il sistema normativo penale posto a tutela del personale sanitario, socio-sanitario e ausiliario, introducendo di fatto la procedibilità d’ufficio e aumentando la pena di reclusione anche in caso di lesioni non gravi o gravissime, da 2 a 5 anni, per chi comunque aggredisce operatori sanitari. «Segnali più che positivi – conclude Maio – che ci spingono a proseguire con decisione nel dialogo e nel confronto costante con il ministro Schillaci e la parte politica che rappresenta. Un confronto e una richiesta di ascolto che già in passato avevano trovato sensibilità politica e interesse da parte di autorevoli esponenti politici quali il Sottosegretario Marcello Gemmato, il Presidente Francesco Zaffini e l’Onorevole Marta Schifone».