“Noi, non popolani, nella stretta del popolo contadino”: uno spettacolo teatrale dedicato a Pasolini
Tre repliche in tre luoghi rappresentativi del Friuli amato da Pasolini. In occasione della prima l’intitolazione della piazza di Ruda al poeta.
Un’orchestra, un coro, due attori e tre luoghi rappresentativi per uno spettacolo costruito come un medley, che attraverso musica, canti e un’attenta selezione di testi autografi, omaggia il genio di Pier Paolo Pasolini e la sua Heimat, la sua patria elettiva, il Friuli, con la sua marilenghe. S’intitola “Noi, non popolani, nella stretta del popolo contadino”, come uno dei versi della poesia “Quadri friulani”, lo spettacolo teatrale che, con la regia di Maurizio Soldà (e l’aiuto regia di Tiina Hallikainen) sarà proposto, a ingresso libero, in tre diversi luoghi del Friuli amato da Pasolini: venerdì 19 maggio alle 19 a Ruda, sabato 27 maggio alle 19 a Casarsa e domenica 11 giugno alle 21 a Gradisca D’Isonzo.
Nel corso della prima dello spettacolo, ideato dall’Associazione Studio Giallo, la piazza di Ruda verrà intitolata al poeta: in quella piazza nella primavera del 1948, con gli animi infiammati alle vicine elezioni politiche che avrebbero consacrato l’Italia democratica, Pasolini si recò per alcuni comizi, tenuti sopra un palco costruito con alcune casse di verdura, ma anche per vedere i manifesti che l’amico pittore Giuseppe Zigaina stava realizzando per la locale festa dell’Unità, che si sarebbe svolta di lì a pochi mesi. Il tutto è ricordato dal poeta proprio nel sesto poemetto de “Le Ceneri di Gramsci”, il già citato “Quadri friulani”, pubblicato nel luglio del 1955. Sarà proprio questo luogo, particolarmente rappresentativo, a fare da cornice allo spettacolo, così come a Casarsa, paese natale della madre di P.P.P., la performance sarà proposta accanto alla chiesetta del Trecento di Versuta, dedicata a San Antonio abate e spesso descritta da Pasolini nelle sue prose friulane. A Gradisca d’Isonzo invece lo spettacolo si terrà nella Sala consiliare, a pochi passi dal polo culturale di Casa Maccari, dove si è conclusa il mese scorso la mostra “Pasolini e Dora Bassi: eredità ai contemporanei”.
“Nello spettacolo, fin dal titolo, volevo evidenziare l’infinito spasmo di Pasolini nei confronti del mondo contadino – spiega Soldà -: l’utilizzo, prima timido e poi sempre più ardito, del friulano, è l’atto d’amore più grande di Pasolini nei confronti dell’umile e timida gente di campagna, con cui vorrebbe confondersi fino a cancellare le sue radici borghesi”. Non a caso è il poeta stesso a scrivere: “Fu attraverso il friulano che arrivai a capire un po’ del mondo reale contadino”. I testi scelti per lo spettacolo, con la consulenza di Rienzo Pellegrini, uno dei massimi esperti pasoliniani, sono parte di quella cospicua quantità di scritti che Pasolini volle dedicare alla terra della madre, dove anche lui fu accolto, fino alla rottura del 1950, come un figlio.
Vengono sapientemente miscelati con le musiche del Gruppo strumentale della Scuola di Musica di Ruda, diretto da Marta Di Lena, e con le canzoni del Coro femminile Multifariam di Ruda, diretto da Michele Gallas e con Rossella Fracaros al pianoforte ed Elena Soranzio al violoncello. Gli arrangiamenti musicali sono di Alessio Domini e Maria Beatrice Orlando, le musiche, che a volte fanno da sottofondo al testo, spaziano da Bach a Morricone, da Fabrizio De Andrè a Cecilia Seghizzi e Michele Gallas. I brani corali proposti, in italiano e in friulano, danno conto della profonda religiosità del Friuli del tempo, e di Pasolini stesso: ci sono l’Ave Maria di Barbana, Stelutis alpinis, Al me pais e O me donzel. Alle voci recitanti, di Fabiano Fantini per il friulano e Maurizio Soldà per l’italiano, sono affidati piccoli capolavori pasoliniani: si parte con un brano tratto da “Atti impuri”, si passa per le poesie “Arba pai cunìns” (Erba per i conigli, da “La meglio gioventù”) e “Viers Pordenon e il mont” e si chiude con la poesia che dà il titolo allo spettacolo.
Il progetto “Noi, non popolani, nella stretta del popolo contadino” è stato finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e si avvale del sostegno del Comune di Ruda e della collaborazione di numerosi partner: il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, i Comuni di Gradisca d’Isonzo, di Torviscosa, di Bagnaria Arsa, l’ Associazione Culturale Pro Musica, ARCI, La Cappella Underground e l’Associazione Culturale Bobo Rosso.