Ricerca, Ue finanzia 2 progetti di giovani studiosi dell’Ateneo Udine
Chiara Rossi studierà per due anni sinapsi artificiali a basso consumo energetico per reti neuromorfiche. Antonio Dell’Acqua indagherà per tre anni ninfei e fontane pubbliche dell’Oriente romano antico. Sono tra i vincitori delle borse di studio post dottorato ‘Marie Skłodowska-Curie’ che finanzia annualmente i talenti più promettenti della ricerca europea
L’Università di Udine è sede di due progetti finanziati dalla Commissione europea per complessivi 470 mila euro destinati a ricerche innovative post dottorato svolte da giovani studiosi nell’ambito del programma “Marie Skłodowska-Curie”. I progetti sono di Chiara Rossi, che studierà le sinapsi artificiali a basso consumo energetico per reti neuromorfiche grazie a un finanziamento biennale di 135 mila euro. E di Antonio Dell’Acqua, che indagherà i ninfei e le fontane pubbliche dell’Oriente romano antico (attuali Giordania, Israele, Libano e Siria) dal I sec. a.C.–VII d.C. nell’ambito di uno studio triennale finanziato con 320 mila euro. I dipartimenti di riferimento sono: per Rossi il Politecnico di ingegneria e architettura, per Dell’Acqua quello di Studi umanistici e del patrimonio culturale, dipartimento di eccellenza del Ministero dell’università e della ricerca per il periodo 2023-2027.
Il programma “Marie Skłodowska-Curie” seleziona annualmente i talenti più promettenti della ricerca dando loro l’opportunità di condurre un progetto scientifico spostandosi tra istituzioni e Paesi diversi. Le borse di ricerca che finanzia sono di due tipi: “Global fellowship”, quella di Dell’Acqua, che prevede fino a due anni di ricerca in un Paese terzo extraeuropeo e rientro per un anno nella sede principale europea; e “European fellowship”, quella di Rossi, che prevede due anni di ricerca nella sede principale europea prescelta. Questa edizione del programma ha assegnato 1235 finanziamenti, selezionati tra 7044 progetti presentati, per un totale di 257 milioni di euro.
Chiara Rossi
Il progetto di Rossi, supervisore il professor David Esseni, studia un nuovo tipo di componente elettronico con l’obiettivo di realizzare sinapsi artificiali in reti neuromorfiche ad alta efficienza energetica. Una rete neuromorfica è un circuito integrato che riproduce l’organizzazione del sistema nervoso, con componenti che imitano le sinapsi e i neuroni. I circuiti neuromorfici sono oggetto di un’ampia attività di ricerca grazie alla loro potenzialità di estrema efficienza energetica, in particolare in applicazioni come l’intelligenza artificiale e i dispositivi medici che richiedono l’elaborazione di enormi quantità di dati. Il titolo del progetto è “Energy-efficient Artificial Synapses based on Innovative Ferroelectric Transistors”.
L’area di ricerca di Chiara Rossi è lo studio di modelli per i dispositivi elettronici impiegati nei circuiti integrati. Rossi ha conseguito la laurea magistrale in Micro and Nanotechnologies for Integrated Systems presso il Politecnico di Torino, l’Institut Polytechnique de Grenoble – École Nationale Supérieure de Physique, Électronique et Matériaux in Francia e l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) in Svizzera. Ha quindi preso il dottorato in Microsystems and Microelectronics presso l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne in Svizzera nel 2021. Ha poi proseguito l’attività di ricerca in Germania al Fraunhofer Institute for Integrated Systems and Device Technology (IISB).
Antonio Dell’Acqua
Il progetto di Dell’Acqua, supervisore il professor Matteo Cadario, studia i ninfei e le fontane pubbliche dell’Oriente romano dalla conquista nel I sec. a.C. fino al VII sec. d.C. L’obiettivo specifico si concentra su ninfei e fontane in un contesto di condizioni climatiche semiaride o aride, che rende impegnativa la costruzione di grandi strutture che richiedono grandi quantitativi di acqua. Il secondo obiettivo mira a indagare i contesti urbani e le implicazioni socio-culturale. Il terzo esamina gli effetti del cambiamento climatico su queste strutture e, in generale, sulla rete idrica urbana. La novità del progetto consiste nel considerare un insieme di infrastrutture in un’area geografica molto ampia e, soprattutto, nell’intraprendere un esame complessivo che si discosta dagli studi tradizionali basati sui singoli monumenti o sulla tipologia in senso stretto. Questo approccio permette di valorizzare diverse tematiche che vanno dalle tecnologie antiche al cambiamento climatico. Il titolo del progetto è “Water for the People, Décor for the City: Nymphaea and Public Fountains in Iudaea/Syria-Palaestina and Provincia Arabia from the Roman until the Byzantine Periods (ca. 1st BCE-7th CE)”.
Antonio Dell’Acqua si occupa di architettura antica in Cisalpina e nel Levante romano, con un interesse particolare per le dinamiche costruttive, economiche e sociali. Ha conseguito nel 2018 il dottorato in Studi umanistici all’Università Cattolica di Milano e l’Universität Tübingen in Germania. Presso quest’ultima ha poi proseguito con un programma biennale finanziato dalla Fritz-Thyssen Stiftung di Colonia ed è stato visiting fellow all’Università Ebraica di Gerusalemme. Ha inoltre ottenuto assegni di ricerca dalle Università di Milano, “La Sapienza” di Roma e Udine. Ora è ricercatore del Dipartimento in Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo friulano. Ha maturato diverse esperienze professionali con università italiane e straniere, musei e soprintendenze, che lo hanno portato a occuparsi di materiale funerario dall’area irpina, di collezionismo e di sculture nel Lazio antico.
Foto anteprima: Antonio Dell’Acqua e Chiara Rossi