Il nucleare del futuro? E’ made in Italy
Il vicepresidente Dino Feragotto: “Sulle tecnologie nucleari di nuova generazione bisogna mettere da parte pregiudizi e ideologie e affidarsi alla scienza. L’Italia, che anche in questo campo ha tecnologie e cervelli, dovrebbe esercitare un ruolo forte all’interno di una strategia europea”
È un “tempio” della scienza, uno dei più importanti centri di ricerca a livello nazionale e internazionale per lo studio e lo sviluppo delle tecnologie del settore nucleare, ma anche uno scenario affascinante, degno di un set cinematografico. Non a caso, proprio in quei locali sono state girate alcune scene di Diabolik 2, con Monica Bellucci fra i protagonisti.
Parliamo del Centro Ricerche Enea del Brasimone, nell’appennino bolognese, uno dei maggiori siti di ricerca europei dedicato alle tecnologie della fusione nucleare a confinamento magnetico, alle tecnologie dei metalli liquidi pesanti in campo nucleare, allo sviluppo e qualifica di materiali innovativi e alla radiometria ambientale.
Da sempre sensibile a tutto ciò che è innovazione, Confindustria Udine ha colto l’occasione di un convegno a Villa Ruggeri di Brasimone, promosso congiuntamente da Confindustria ed Enea in cui autorevoli relatori, specialisti del settore, hanno proposto al sistema confindustriale una riflessione di alto livello sulla decarbonizzazione del mix energetico, con focus anche sulla fusione e sulla fissione nucleare, per poi visitare, con una sua delegazione, guidata dal vicepresidente con delega all’Innovazione Dino Feragotto e dal direttore generale Michele Nencioni, anche le hall sperimentali del Centro Enea.
Una visita che si è rivelata estremamente interessante dal momento che il nucleare di nuova generazione, soprattutto quello pionieristico della fusione, ma anche la nuova fissione dei mini-reattori modulari, è, a detta degli esperti, molto più sicuro di altre forme di energia, in grado di garantire ‘emissioni zero’ ed è a tutti gli effetti anche made in Italy.
“Siamo entrati con grande curiosità in uno dei cuori dell’innovazione in Italia – spiega Feragotto -.
Per parlare di nucleare con cognizione di causa dobbiamo infatti prima farci un’idea precisa e senza preconcetti dello stato di avanzamento della ricerca dedicata allo sviluppo delle tecnologie nei settori della fissione e fusione nucleare, di cui il Centro Enea è sicuramente uno dei siti più conosciuti a livello nazionale e internazionale. Ci siamo potuti rendere conto di quanto rilevanti siano le competenze disponibili sulla tecnologia dei metalli liquidi, sui materiali innovativi per applicazioni in ambienti severi, sulla prototipazione di sistemi e componenti per applicazioni di sistemi energetici anche nucleari”.
“Sulle tecnologie nucleari di nuova generazione – osserva Feragotto – bisogna mettere da parte pregiudizi e ideologie e affidarsi alla scienza. Il nostro, purtroppo, è il Paese dei no a prescindere, spesso frutto di scelte puramente emotive o irrazionali. Anche la bocciatura referendaria del nucleare all’epoca fu sicuramente figlia dell’emotività suscitata dall’incidente di Chernobyl. Ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti e c’è tanta nuova tecnologia che è venuta avanti, anche nel nostro Paese, dove per fortuna non abbiamo smesso di fare ricerca, pure in questo campo. Vediamo che ogni nuova tecnologia, ogni cantiere pubblico o privato suscita sempre freni aprioristici in una parte dell’opinione pubblica. Tutti questi no ci sono già costati parecchio e rischiano di farci perdere opportunità di sviluppo anche in futuro. L’Italia, che pure in questo campo ha tecnologie e cervelli, dovrebbe invece esercitare un ruolo forte all’interno di una strategia comune europea, fondata sulla scienza, perché anche il tema dell’energia, come abbiamo provato sulla nostra pelle in tempi recenti, è una questione di sicurezza, oltre che di competitività e sostenibilità, del nostro sistema produttivo e sociale”.
Proprio per lo sviluppo di una filiera nucleare sicura, affidabile ed economica, sia da fusione che da fissione, Enea propone, sviluppa e valida sperimentalmente nuove tecnologie, sistemi e soluzioni innovative. La sua Sezione Progetti Innovativi ha il compito di supportare tale sviluppo operando nella concettualizzazione, progettazione e realizzazione di nuove infrastrutture sperimentali, nell’ammodernamento di quelle esistenti, lavorando a supporto e in collaborazione dell’industria nazionale operante nel settore delle tecnologie avanzate. A tale scopo partecipa a progetti, consorzi e collaborazioni di ricerca, sia nazionali che internazionali, per lo sviluppo tecnologico di sistemi nucleari innovativi, fornendo servizi di trasferimento tecnologico all’industria nucleare ed energetica, e in generale supportando l’industria nazionale nello sviluppo e qualifica di tecnologie avanzate per l’energia.
A tale proposito, la delegazione friulana ha avuto modo di approfondire il funzionamento dei reattori nucleari veloci di quarta generazione refrigerati a piombo, e dei sistemi sottocritici accoppiati ad acceleratori (ADS), di cui ENEA cura la progettazione e lo sviluppo tecnologico. I vantaggi di questi reattori – rispetto alla terza generazione – sono evidenti: possono utilizzare combustibile in modo più efficiente e con notevole riduzione (in quantità e qualità) delle scorie prodotte. Inoltre, l’utilizzo del piombo migliora la sicurezza ed efficienza in quanto – essendo metallo liquido con grande capacità termica – non necessita di pressurizzazione. A questi vantaggi va aggiunta la ridotta dimensione di questi impianti. Un fattore che li candida anche a un utilizzo in ambito industriale, soprattutto per le imprese energivore.
Nel polo di ricerca del bolognese, tra l’altro, a seguito di un accordo siglato con la startup britannica Newcleo, si sta concretizzando un progetto di sperimentazione sull’energia nucleare ‘pulita’ che consisterà nella simulazione della costruzione di reattori ‘Advanced modular reactors’ di piccole dimensioni, raffreddati al piombo liquido. La collaborazione prevede, in particolare, la realizzazione di un prototipo elettrico del sistema Lfr (Lead-cooled fast reactor, reattori raffreddati al piombo), senza l’uso di materiali radioattivi o combustibile nucleare. Verranno anche progettati degli Ads (Accelerator driven system) che permetteranno di ridurre drasticamente il volume dei rifiuti nucleari esistenti. Enea metterà a disposizione infrastrutture, competenze e professionalità per le attività di analisi della sicurezza, formazione e sperimentazione. Per lavorare al progetto, arriverà un team di circa 30 ingegneri che opereranno in pianta stabile al centro per 10 anni. Newcleo si propone di sviluppare i primi prototipi entro sette anni e, successivamente, di commercializzarli a livello internazionale.
Foto anteprima: Il Centro di ricerche ENEA a Brasimone