L’Unione Europea decidera’ di cambiare passo e di andare incontro alle esigenze degli agricoltori?
A tu per tu con l’europarlamentare Elena Lizzi
Gentile Onorevole, da alcuni mesi in agricoltura si sta tornando a parlare di New Breeding Techniques (NBT). Ci può spiegare cosa sono e perché c’è molta attesa a riguardo?
Quando parliamo di NBT o tecniche di evoluzione assistita (TEA) ci riferiamo principalmente a due tecniche: la cisgenesi e il genoma editing. Semplificando, parliamo di cisgenesi in riferimento alla tecnica volta al miglioramento del processo di ibridazione e selezione. In questo caso si ricorre ad un sistema di reincroci con il parentale nobile delle piante, scartando il parentale negativo. Per genoma editing si intende invece la possibilità di modificare in modo estremamente preciso alcune porzioni di DNA della pianta.
Chiariamo: sono quindi OGM?
Assolutamente no! Associare tutte queste tecniche è un errore che la Commissione europea sta compiendo da oltre vent’anni! L’ho denunciato già nel 2019, appena insediata a Bruxelles, anche grazie alle informazioni ricevute dagli accademici dell’Istituto di Genomica Applicata dell’Università di Udine. Le TEA o NBT sono tecniche totalmente diverse dall’OGM: la Commissione europea, nella direttiva 2001/18/CE, aveva erroneamente deciso di assimilarle, nonostante il parere opposto del mondo agricolo che non è stato ascoltato.
Ma quali sono le differenze tra OGM e TEA o NBT?
Per OGM si intende un organismo, diverso da un essere umano, in cui il materiale genetico (DNA) è stato modificato in un modo differente da quanto avviene in natura, mentre le nuove tecniche (NBT o TEA) “semplicemente” assistono in maniera più veloce quanto comunque avverrebbe in natura.
Quali sono le azioni più recenti compiute dalla Commissione europea e quali saranno i prossimi passi?
Per oltre vent’anni la Commissione europea ha operato in base ad una normativa obsoleta e ormai non adatta a tenere il passo con gli sviluppi della scienza. Più recentemente, ad aprile 2021, la Commissione ha finalmente confermato l’interesse a sfruttare il potenziale delle tecniche di evoluzione assistita (TEA). Le conclusioni del documento accompagnatorio della Commissione hanno evidenziato che l’attuale direttiva europea sugli OGM, adottata nel 2001 (!), non è adatta a normare queste tecnologie innovative e che quindi serve un nuovo quadro legislativo. Sembra perciò che dopo innumerevoli solleciti e interrogazioni la Commissione abbia deciso di aprire gli occhi, di ascoltare il mondo agricolo e di esplorare il potenziale delle biotecnologie agrarie nello sviluppo di un sistema agroalimentare più sostenibile, con l’intento di gettare le basi per un nuovo quadro giuridico per le TEA.
La proposta della Commissione è attesa per il 5 luglio: un momento che aspetto da anni. Infatti voglio precisare che in qualità di membro titolare della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo mi sono sempre esposta nel sostegno delle qualità e l’alto potenziale delle TEA, anche quando gli altri non ne parlavano, forse per paura di essere risucchiati nel dibattito sugli OGM. Chiarito che si tratta di pratiche diverse, speriamo che i tempi siano più maturi per un’analisi politica seria, basata sulla scienza.
Grazie Onorevole, ci può spiegare quali sono le potenzialità di queste nuove tecniche?
Innanzitutto i prodotti TEA possono contribuire a sistemi alimentari sostenibili, perché sviluppano piante più resistenti alle malattie e agli effetti dei cambiamenti climatici. Questa tecnica può rappresentare uno strumento per raggiungere gli obiettivi dell’agenda europea. Inoltre, i prodotti possono beneficiare di qualità nutrizionali più elevate. Il vantaggio più immediato sarebbe anche una ridotta necessità di utilizzo di pesticidi. La Commissione europea dichiara di voler perseguire la sovranità alimentare europea: sono fermamente convinta che queste tecniche aiuteranno a raggiungere l’obiettivo più di altre logiche falsamente “green” che stanno solo affossando la nostra agricoltura. Ci vuole un atteggiamento pragmatico: servono? Sono sostenibili? Bene! Allora velocizziamo i tempi, regolamentiamole e permettiamo agli agricoltori di utilizzarle. Questo è l’approccio che ho sempre mantenuto in Europa!
Ma in Italia siamo pronti?
L’Italia è all’avanguardia in campo vitivinicolo e favorevole ad un percorso autorizzativo! L’Università di Udine è tra i pionieri nello studio di queste tecniche a conferma che il Friuli è un’eccellenza nell’innovazione e all’avanguardia nella ricerca. Da parte mia ci sarà massima attenzione e collaborazione affinché il grande lavoro fatto finora venga riconosciuto!
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Da IL PAîS gente della nostra terra edizione cartacea Giugno 2023
Buona lettura !