Biagio Marin tra canto e disincanto
Viaggiano fino a Grado le “parole per un nuovo umanesimo” della storica Società Operaia di Pordenone
Sarà un omaggio a Grado e al suo poeta Biagio Marin quello che la Storica Società Operaia di Pordenone porterà in scena sabato 30 settembre alle 18 (ingresso libero) nella Sala Consiliare del Comune di Aquileia, nello spettacolo dal titolo “Biagio Marin tra canto e disincanto”, realizzato con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone, con il patrocinio dei Comuni di Grado e Aquileia e della programmazione regionale di GO!2025 – Nova Gorica/Gorizia Capitale europea della cultura.
Curatore della pièce è il critico d’arte, scrittore e poeta triestino Enzo Santese, che aggiunge qui un nuovo capitolo al progetto “Parole per un Nuovo Umanesimo” che la Società Operaia di Pordenone promuove da tempo attraverso nuovi punti di vista che approcciano i protagonisti della letteratura, della storia e del mondo contemporaneo, per riscoprirne i valori e l’originalità del pensiero.
Tale è anche questo spettacolo, che riunirà sul palco, insieme a Santese, anche il poliedrico artista gradese Gianni Maran (attore, regista, pittore, costumista) e il musicista Ennio Zampa, con le immagini e i montaggi video di Maurizio Caldana. Un reading dal vivo che prossimamente si trasformerà in un docu-film che la SOMSI metterà quindi a disposizione in rete.
Il punto di partenza e nodo fondamentale dell’evento è Grado, con il suo carico di peculiarità fisiche, storiche, antropologiche che la rendono assolutamente unica nel contesto di un mare, l’Adriatico, sulle cui acque – come in una Babele moderna – viaggiano il tono, il ritmo, le inflessioni, anche minime, dei caratteri che contraddistinguono lingue e popoli molto diversi. Peculiarità che Grado accorpa in sé in maniera particolarmente accentuata, tanto che oggi si può parlare di perdurante “insularità” nonostante i due ponti che dal punto di vista geografico la saldano al territorio della regione.
E proprio qui, il 29 giugno 1891, nasce Biagio Marin, che all’età di 5 anni perde la madre e viene affidato alle cure della nonna paterna, Antonia Maran, punto di riferimento sostanziale della sua prima formazione. Da questo inizio prende le mosse il racconto per immagini di ieri e di oggi, con documenti, testi, testimonianze da cui emerge il rilievo di Marin nel panorama letterario italiano, nel dare al dialetto gradese la funzione di tramite tra la realtà dell’isola e quella del mondo circostante. Oltre a Grado la narrazione indugia su Pisino d’Istria, Gorizia, Firenze, Trieste, e su tutti i luoghi da cui la vena ispirativa del poeta ha tratto motivi per una riflessione profonda sul mistero della vita e della morte, sulla natura, sul rapporto tra gli esseri umani. Oltre alla poesia, il lavoro contiene anche vari riferimenti alle sue opere in prosa, nelle quali si completa una sorta di “mappa dell’anima”, riscoprendo gli itinerari fisici e spirituali che caratterizzano l’orbita esistenziale di Biagio Marin (1891-1985). Un mondo che, aperto sulle rotte dell’Adriatico, si muove anche sulla linea dell’incerto confine orientale, che la storia del Novecento ha più volte ridisegnato, quel confine che il progetto di GO!2025 vuole definitivamente ripensare come luogo di incontro e scambio, aperto all’Europa, recuperando anche le esperienze del passato laddove questo intreccio di popoli, lingue e culture costituiva una ricchezza culturale inesauribile.
L’evento sarà preceduto, nella stessa giornata, da una visita di gruppo che la SOMSI ha organizzato proprio nell’isola di Grado e poi nel sito di Aquileia, luoghi dove la grande storia ha disegnato il passato e dove oggi si lavora intensamente, attraverso un “Nuovo Umanesimo”, per ripensare il futuro.
Foto: veduta di Grado (dal docu-film dedicato a Biagio Marin – video di Maurizio Caldana)