Stop a “prosecchi” croati e ad aceti balsamici sloveni
Grazie all’europarlamentare Elena Lizzi e al gruppo Lega Salvini Premier-Identità e Democrazia l’Europa ha imboccato la strada giusta nella protezione dei prodotti tradizionali
Stop a nuovi casi di “prosecchi” croati e aceti balsamici sloveni. L’Europa in tema di protezione delle tipicità agroalimentari sembra aver preso la strada giusta. Ci sono, però, voluti ben due anni di discussioni e l’intervento risolutivo della europarlamentare friulana Elena Lizzi e del gruppo a cui appartiene, Lega Salvini Premier-Identità e Democrazia.
Il 24 ottobre si è giunti a un accordo sulla Riforma delle Indicazioni geografiche. Ci può spiegare cosa è successo e quali sono stati i risultati?
“Abbiamo inserito norme per migliorare il sistema delle Indicazioni Geografiche e noi di Lega Salvini Premier abbiamo lottato fino all’ultimo soprattutto su due punti: la difesa del comparto vitivinicolo europeo e il ruolo dell’Euipo (Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale).
Per quanto riguarda il vino, con le decisioni accordate durante il trilogo, non ci potranno più essere casi di prosecchi croati e aceti balsamici sloveni. Abbiamo inserito norme che prevengono distorsioni giuridiche in termini di evocazione. La Lega ha lottato molto su questo punto, inserendo emendamenti puntuali per contrastare futuri casi Prosek-Prosecco che danneggiano tutto il comparto e gettano un’ombra sulle nostre denominazioni e sui nostri viticoltori. Devo sottolineare che se queste misure fossero state in vigore qualche anno fa, la triste vicenda del Tocai friulano e la perdita del nome del vino bandiera del Friuli non sarebbe mai potuta accadere.
Inoltre, grazie al contributo della Lega e mio personale siamo riusciti a inserire nel testo norme che estendono la protezione anche al commercio on line, che è oggi il vero fronte dell’agropirateria, bloccando azioni di Italian sounding che provocano un danno all’economia italiana di circa 100 miliardi annui.
Per fare un esempio, nel caso in cui si presentino nomi di dominio contenenti indicazioni geografiche, ci saranno dei blocchi geografici, geo-blocking, che segnaleranno il problema alle autorità. In questo modo si avrà un controllo più diretto sull’uso delle Indicazioni Geografiche”.
Quale è stata la chiave di volta?
“La battaglia è stata dura. Una parte del parlamento europeo, per esempio, voleva inserire le disposizioni sul vino solo all’interno del regolamento sulle Indicazioni Geografiche, togliendolo di fatto dal regolamento sulla Politica Agricola Comune (Pac). Mi sono imposta affinché le norme di protezione restassero all’interno della Pac, poiché la sua revisione è più frequente e ritengo si debba sempre essere al passo coi tempi, ma soprattutto con le esigenze di tutto il comparto vitivinicolo. Non solo, se avessimo tolto le disposizioni sul vino dalla Pac avremmo spianato la strada alla Commissione europea per eliminare il vino dalla prossima politica di promozione. Non lo potevamo permettere”.
“Dobbiamo sempre stare attenti e vigili. La Commissione ENVI in Parlamento sta riproponendo gli stessi emendamenti, già bocciati, nella Commissione BECA (Beating Cancer) dove si equipara di fatto abuso e consumo. Io sono in Europa per dire basta a questi attacchi e a queste prese di posizione, caldeggiate soprattutto dalla sinistra europea che sembra voglia far sparire un intero comparto. Continuando a seguire queste politiche illogiche e guidate da ideologie verdi, non avremo più vino sulle nostre tavole”.
Quali sono le conseguenze di questa Riforma sui produttori?
“Questo è un altro passaggio importante. Gli Stati membri potranno attribuire la designazione di associazioni di produttori riconosciute, con maggiore potere e responsabilità. In questo modo diamo più forza ai Consorzi di Tutela, i quali ogni giorno difendono le nostre eccellenze. Inoltre avranno più possibilità di effettuare politiche volte alla promozione delle Indicazioni Geografiche anche attraverso il rafforzamento dell’enoturismo”.
Dall’inizio della riforma il ruolo dell’Euipo è stato l’argomento più divisivo tra Parlamento e Commissione. Cosa avete ottenuto?
“L’Euipo avrà solo funzioni amministrative. Non potrà entrare in merito a questioni di natura politica e non aumenterà le proprie funzioni. Abbiamo fermato così il tentativo della Commissione di trasformare le Indicazioni Geografiche in marchi commerciali. Se fosse passata la volontà della Commissione si sarebbe corso il rischio di rinunciare alle nostre tradizioni, know-how e storia a vantaggio di pratiche commerciali omologanti. La Lega difende le nostre tipicità e posso dire tranquillamente che abbiamo fatto le barricate. Anche in questa occasione il mio gruppo Lega Salvini Premier- Identità e Democrazia ha difeso il Made in Italy!”
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In foto l’europarlamentare Elena Lizzi
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