A Casa Cavazzini la mostra dedicata all’architetto Gino Valle
La mostra “Gino Valle. La professione come sperimentazione continua” sarà aperta al pubblico fino al 28 aprile del 2024
In occasione del centenario dalla nascita del celebre architetto udinese Gino Valle, il Comune di Udine ed i Civici Musei hanno realizzato, presso il Museo d’arte Moderna e contemporanea Casa Cavazzini, una mostra a tema architettura alla riscoperta dell’opera di uno degli architetti friulani più influenti – anche in campo internazionale – del secolo scorso, raccogliendo e valorizzando il materiale conservato e custodito dagli eredi all’interno dell’Archivio Valle, che contiene oltre 40mila disegni e 500 rotoli di tavole, presso lo Studio omonimo.
La mostra “Gino Valle. La professione come sperimentazione continua” inaugurerà ufficialmente giovedì 7 dicembre e sarà aperta al pubblico fino al 28 aprile del 2024. L’esposizione, realizzata a cura di Francesca Albani e Franz Graf nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale partito nel 2018 con la collaborazione dell’Archivio Studio Valle, si propone di rileggere, come mai fatto prima, il grande lavoro di Gino Valle nel periodo compreso tra gli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Ottanta del Novecento, attraverso una cernita assolutamente ricca ed inedita di materiali relativi alla sua opera.
In tutto saranno esposti infatti circa centoventi pezzi tra tavole, modelli, disegni e fotografie relativi a 12 grandi opere progettuali realizzate dall’architetto nel corso della sua lunga carriera.
L’opera di Valle, nato nel 1923, è ampiamente nota, ma finora sono rimaste sottotraccia molte delle sfumature che hanno caratterizzato il suo lavoro dal punto di vista sociale e collettivo, grazie anche al suo profondo coinvolgimento nel dibattito pubblico, architettonico e culturale nel periodo di massima attività, a cui diede sempre una personale ed originale risposta.
La selezione delle 12 opere proposte nella mostra, alcune di essere davvero centrali nel tessuto urbano di Udine come il monumento alla Resistenza di piazzale 26 luglio, vuole essere rappresentativa proprio di questo impegno intellettuale in un ampio arco temporale, dalla tesi di laurea di Valle nel 1948, fino agli anni Ottanta, e dell’ampiezza dei temi affrontati sia nella sua terra, il Friuli, ma anche in diverse parti di Italia e del mondo. E per tale scopo si presenta come una mostra leggibile tanto agli addetti ai lavori quanto a qualunque altro visitatore.
La mostra si articola su tre grandi temi sviluppati attraverso i disegni e i modelli di Valle, che cercheranno di mettere in luce i rapporti della sua architettura con il territorio, l’interpretazione delle istanze sociali del tempo e il concetto di serialità, centrale nell’opera valliana. Rileggere oggi il lavoro di uno degli studi di architettura, il Valle appunto, che ha prodotto in maniera continuativa alcune delle opere architettoniche più rilevanti del 900 friulano, porta allora alla consapevolezza che la loro presenza sul territorio rappresenti una ricchezza, che da uno studio prettamente tecnico-architetturale si allarga poi verso il più ampio tema della Cultura e del dibattito sociale.
L’esposizione è stata realizzata anche grazie al patrocinio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Udine e Confindustria, nonché con la sponsorizzazione tecnica di Fantoni, e il contributo degli studenti della prestigiosa Accademia di Architettura di Mendrisio, in Svizzera
“La mostra è un omaggio a una grandissima figura di concittadino, riconosciuto e apprezzato per il respiro internazionale tanto in Europa quanto nel mondo”, ha commentato l’Assessore alla Cultura Federico Pirone. “L’Amministrazione ha voluto dedicare a Valle, in occasione dei cent’anni dalla sua nascita, uno degli spazi di cultura più significativi, con una mostra realizzata in stretta collaborazione con la famiglia”, continua l’Assessore Pirone. “Il filo rosso che questa vetrina punta a mettere in luce è certamente la profonda densità di pensiero che ha caratterizzato la sua attività e il grande rapporto intellettuale che ha mantenuto con il territorio friulano, oggi marcato indelebilmente dai suoi progetti, primo fra tutti il Monumento alla Resistenza di piazzale 26 luglio a Udine. Ciò che risalta tra i pezzi esposti – conclude Pirone – è perciò il lavoro intellettuale che anticipa il disegno delle opere, a testimonianza ancora una volta dell’importantissima funzione collettiva e civile dell’architettura, che in Valle ha trovato un virtuoso portavoce”.