Contrabbando: 2 sigarette su 100 di provenienza illecita
Presentata a Trieste la seconda indagine del Rapporto M.A.C.I.S.T.E. – Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi e E-cig
- Solo nell’Ue nel 2022 sono stati così consumati 35,8 miliardi di sigarette illecite, causando ai governi una perdita stimata di 11,3 miliardi di euro di entrate fiscali, l’8,5% in più rispetto al 2021(KPMG, 2022).
- L’Italia si conferma “best practice”, con una quota di illecito sostanzialmente invariata al 2,3% del consumo nazionale.
L’elaborazione del Rapporto è frutto del lavoro svolto dal Tavolo M.A.C.I.S.T.E. (Monitoraggio Agromafie Contrasto Illecito Settori Tabacchi e E-cig), coordinato dalla Fondazione e che ogni anno coinvolge i principali protagonisti del settore a livello nazionale per restituire un quadro esaustivo del fenomeno criminale nel settore del tabacco. Ai tavoli di lavoro hanno partecipato esponenti delle Forze dell’Ordine, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, della Direzione Investigativa e della Direzione Nazionale Antimafia, esperti del settore e i componenti del Comitato scientifico della Fondazione Agromafie. Hanno preso parte ai diversi tavoli, inoltre, diversi esponenti dei Ministeri competenti, tra cui: il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, il Ministero degli Esteri e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Secondo gli ultimi dati rilevati, nel 2022 l’Italia, con una quota di illecito sostanzialmente invariata al 2,3% del consumo nazionale, si conferma una best practice a livello europeo, dove si registra un consumo di sigarette illecite pari a 35,8 miliardi, causando ai governi una perdita stimata di 11,3 miliardi di euro di entrate fiscali, l’8,5% in più rispetto al 2021 (KPMG, 2022). Il mercato dei prodotti del tabacco in Italia vale circa 20 miliardi di euro con entrate per il fisco che superano i 14,5 miliardi di euro e circa 50.000 lavoratori impiegati.
Se circa 2 sigarette su 100 in Italia sono di provenienza illecita, il Paese si colloca tra gli ultimi posti in Europa per diffusione del fenomeno; ai primi posti si collocano invece Francia (32,4%), Irlanda (24,4%), Inghilterra (21,2%) e Grecia (20,9%). Che il nostro Paese si collochi in una posizione sicuramente bassa della classifica non deve far perdere di vista la pericolosità di un fenomeno che produce, tra l’altro, un danno erariale rilevante: le perdite per le casse dello Stato italiano si attestano infatti su valori che vanno oltre i 270 milioni di euro l’anno.